Non più cicale, ma neppure formiche di Zeni

Non più cicale, ma neppure formiche Non più cicale, ma neppure formiche Edonismo addio, la crisi fa riscoprire la qualità GLI ITALIANI EI CONSUMI SMILANO U con il morale: il consumatore, giurano gli uomini della Young & Rubican che è stella di prima grandezza nel mondo della pubblicità, di fronte alla crisi più nera degli ultimi anni «è preoccupato ma non pessimista». Sorpresi? Increduli? Sorpresi e increduli, ammettono, lo sono stati anche loro, i curatori di questo primo osservatorio della crisi che sfrutta le tecniche più raffinate in fatto di sondaggi, inchieste campione, psicologia del consumo. Ma, si sa, i dati sono dati e quelli emersi dal primo osservatorio (titolo a effetto: «L'occhio nel ciclone») lasciano a bocca aperta. Certo, una premessa è d'obbligo: questa prima fotografia del consumatore in tempo di crisi è per forza di cose approssimativa e sfuocata. Forse parziale. Per capire cosa passa veramente per la testa del consumatore e quanto incide sulle scelte d'acquisto la crisi, si dovrà aspettare qualche conferma, tra un mese, tra due mesi. Ma intanto, perché non illudersi? Ascoltare per credere. Preoccupati per la crisi? Certo che sì, hanno risposto 540 sui 600 intervistati che costituiscono il campione fatto di uomini, donne, ragazzi sopra i 15 anni che, giurano i curatori del sondaggio, ben rappresenta la realtà economica, sociale e culturale del Paese. Preoccupati ma, ecco la piacevole sorpresa, meno pro- pensi al pessimismo sugli sviluppi della crisi di quanto non si potesse immaginare. Non è finita, il viaggio nell'occhio del ciclone è una miniera di scoperte. Una la si sapeva già: gli anni dell'edonismo e dello status symbol, in poche parole dello yuppettismo rampante, sono finiti. Quello che non si sapeva è che nessuno/in fondo, quegli anni li rimpiange troppo. Adesso l'attenzione di Sua Maestà il consumatore è per la qualità e, udite udite, dopo tanto superfluo piacciono le cose che contano, libri, cultura e tanta, tanta informazione. Lo «stile cicala» qua e là riemerge: la crisi taglia i consumi, impone scelte, ma lascia spazio, quando è possibile, al togliersi la voglia. Non più cicale ma non ancora formiche. Il risparmio a tutti i costi, il taglio forsennato di tutto quanto è possibile tagliare: no, non è ancora questa la strada imboccata dall'italico consumatore anche se il taglio c'è e si vede: -3% di spesa in prodotti di largo consumo dei primi nove mesi del '92 rispetto al 1991 e un -1,6% nel solo mese di settembre, dopo l'allarme crisi. Per ora, insistono gli estensori dell'osservatorio, più che a una cicala o a una formica, il Belpaese che consuma ragiona comne un computer: calcola, confronta, ricerca i prò e i contro di ogni prodotto, sceglie con metodo. Così, nello «stile computer», c'è meno spazio per il ristorante (il 43,25% degli intervistati ha risposto di tagliarlo) ma aumenta la spesa per giornali e libri (lo fa il 32,64%). C'è una gran voglia di salvare vacanze e viaggi, un lusso dell'era delle cicale che la metà degli interpellati vorrebbe mantenere, magari rinviando a tempi migliori l'acquisto di mobili per la casa. C'è meno attenzione per gli acquisti di abiti e scarpe (37 persone su cento ammettono di essere pronti a" tagliare queste spese) ma attenzione intatta per i prodotti di bellezza e di cura personale. A tavola, invece, anche il consumatore computer si adegua alla tradizione: in tempo di crisi, tutto si taglia fuorché il cibo. E se proprio qualche sacrificio va fatto sono formaggi, prodotti in scatola, liquori e bevande i primi a farne le spese. Parola di Young & Rubican. Armando Zeni n Da sinistra Gavino Sanna il «creativo» della Young & Rubican e Pietro Barilla uno dei suoi principali clienti

Persone citate: Gavino Sanna, Pietro Barilla