«Certo, me l'aspettavo»

«Certo, me l'aspettavo» «Certo, me l'aspettavo» Marino: ora dicono che ho sparato io BOCCA DI MAGRA DAL NOSTRO INVIATO Le notizie, buone o meno, gli arrivano quando è sera fatta. Come ieri, quando dalla tv messa nel furgone ha saputo che il pg della Cassazione chiede la conferma delle sentenze di condanna: «E che doveva fare?», è il solo commento di Leonardo Marino. Come l'altra notte, quando da un'edicola in tv aveva conosciuto la nuova linea di difesa di Sofri e compagni: «Adesso ammettono che in via Cherubini, per l'omicidio Calabresi, io c'ero. Ma non hanno sempre detto che mento su tutto e non c'ero? Il solito polverone, non sanno più co¬ sa inventare...», era lo sfogo di martedì notte. Chiude bottega e torna alle cinque di ieri pomeriggio. In mattinata ha incontrato un giornalista de «Il Sabato» nel convento di San Francesco. Ha letto i giornali. Ha tentato di sintonizzarsi sul 104,9 per ascoltare Radio Radicale in semi-diretta dalla Cassazione. Maledizione, è coperta da Radio Maria, quella dei preti. Visto, Marino? Ha letto del difensore di Giorgio Pietrostefani, Ivo Reina, nuovo avvocato, che dice: «Sì, mi sono convinto, Marino partecipò al delitto»? Ripete quanto detto nella notte. E aggiunge: «Sarà la settima o l'ottava volta che cambiano versio¬ ne, e adesso si contraddicono». Marino ha letto l'intervista di Adriano Sofri a «La Stampa». Cita la risposta alla domanda «Pensa che Marino abbia partecipato all'uccisione di Calabresi?»: «Penso di no». «Ecco, lo stesso giorno, due difese diverse. Uno dice che c'ero e l'altro dice che non c'ero. E poi ho sentito che gli avvocati di Sofri si sono presentati in Cassazione. Benissimo, ma non diceva che basta, a lui non gliene fregava più niente? Che ci posso fare? Nulla. E aspetto questa sentenza come la può aspettare uno che ha davanti 11 anni di galera. Sono qui a far crépes, solo, con i miei molti amici che non contano niente». A vederlo nel furgone, Marino sembra tranquillo, come se la Cassazione non lo riguardasse. Sarà, come ha scritto nel suo libro, che ha scoperto la fede, «anche se io non sono di Comunione e Liberazione, ma i miei figli sì», tiene a precisare. O forse sarà che la Chiesa, tra Sarzana e Spezia e non solo, ora gli sta particolarmente vicino. La Ares edizioni, area Opus Dei, ha pubblicato il libro di Marino. Il quotidiano «Avvenire» ogni giorno dedica un pezzo a Marino. Non nega, l'interessato, di «sentire attorno una nuova solidarietà». E ci scherza su: «Così, per sputtanarmi, diranno da Le a CI». E contatti con Ci li ammette lo stesso Marino: «Con don Alberto Zanini, il parroco di Vernazza, legato a CI, che ha insegnato religione ai miei figli. Merito suo l'avvicinamento dei ragazzi alla chiesa. E' morto a marzo, in un crepaccio sulle Apuane. Aveva 35 anni. Una perdita gravissima, per me e per loro». Ma i contatti sono continuati. [g. e]

Persone citate: Adriano Sofri, Calabresi, Giorgio Pietrostefani, Ivo Reina, Leonardo Marino, Radio Maria, Sofri, Spezia

Luoghi citati: Sarzana, Vernazza