«Solo il Milan può fermare il Milan» di Roberto Beccantini

«Solo il Milan può fermare il Milan» Tra realismo e presunzione Capello inaugura la trasferta di Bratislava con uno slogan «Solo il Milan può fermare il Milan» Contro i ceki, Boban torna in campo e Gullit riposa Troppa grinta fra i giovani rossoneri: Massaro va ko BRATISLAVA DAL NOSTRO INVIATO Freddo cane. Nevischio. Luci fioche. L'unica cosa che lo Slovan ha in comune con il Milan, è il nome dei rivali cittadini: Inter anche qui, nell'antica Pressburg, a due passi da Vienna. Dalla Slovenia alla Slovacchia, la Coppa dei Campioni avanza nel nome di Zvonimir Boban: perché questo è il senso di una trasferta che Fabio Capello, non a torto, definisce nel modo più semplice e innocente: «Vera». Boban avrebbe dovuto capitanare la nazionale croata contro il Messico, giovedì a Zagabria. Gli acciacchi di Rijkaard e Savicevic, e l'intenzione di far rifiatare Gullit, hanno portato alla piccola svolta: Boban titolare come a Lubiana, e ancora sulla fascia sinistra. Solo il Milan può fermare il Milan. Lo slogan potrà anche non piacere, ma come si fa a trovarne uno più calzante dopo quello che è scappato di bocca al mister? Capello ce l'ha con i ragazzini della Berretti e della Primavera, colpevoli di avergli azzoppato giovedì Baresi e lunedì Massaro. Troppo naif, troppo irruenti, e sempre in ritardo sul pallone: sono ragazzi. Ma intanto, ieri, niente partitella e allenamenti separati, i grandi con i grandi, i piccoli con i piccoli. Massaro ha la caviglia sinistra che sembra un melone. Se recupera, va in panchina; in caso contrario, in panchina ci andrà De Napoli. A casa sono rimasti Eranio, Evani, F. Galli, Rijkaard e Savicevic. Fra i pali, verrà riproposto Antonioli, nel segno di un'alternanza che, secondo noi, comincia a essere pericolosa. Il profumo delle notti europee è quello che, più di tutti, inebria la grande armata: forte perché umile (Sacchi), umile anche se forte (Capello). Lo Slovan è stato visto e rivisto in tv. Squadra ardente e garibaldina, che vola in porta con due passaggi: il paragone con l'Olimpia non regge, gli slovacchi sono di un'altra categoria. Libero (Glonek), doppio stopper (Stupaia e Kinder), gente di valore a centro campo (Kli- novsky, l'algerino Youssef Haraoui) e un talento all'occhiello: Peter Dubovsky, 20 anni, già rivale dell'Under di Cesare Maialini. Testa alta, piede fino: parte da lontano, e fa razzia di gol. A dire il vero, l'incubo Milan ha condizionato lo Slovan capolista al punto da farlo uscire di senno: sei vittorie su sei sino al venerdì del sorteggio (2 ottobre), ma poi due sconfitte in tre partite, l'ultima sabato, nella tana del Sigma Olomouc. Alle prese con la squalifica dell'ala destra Pecko e con l'infortunio del roccioso Juriga, il tecnico Dusan Galis pizzica la difesa del Milan: fa ridere. C'è molta attesa, in città. Già venduti 40 mila biglietti. Si scordino, i milanisti, gli applausi e i mazzi di fiori degli sloveni. Questa sera farà caldo in ogni caso. Le orde indigene non hanno l'abitudine di porgere l'altra guancia, idem i poliziotti: ne sanno qualcosa i fans del Ferencvaros, la squadra ungherese che lo Slovan ha eliminato nel primo turno, caricati selvaggiamente dalle forze dell'ordine. Capello (via i gelati dalla sala stampa di Milanello: i giocatori, golosi, ne facevano strage) parla di classico ambiente di coppa. Una pentola che bolle rumorosamente, occhio a regolare il fuoco. Antonioli fra i pali, poi Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini in difesa; Donadoni e Albertini centrali; Lentini a destra e Boban a sinistra; Van Basten e Papin di pun-' ta: ecco il Milan che, sgommata la resistenza in patria, va alla conquista dell'Europa. Il pronostico, quello non può che pendere dalla sua parte. Anche se Boban («Non illudiamoci di trovare una squadretta») e Capello («Guai a sottovalutarli») mettono mano al freno della diplomazia. L'arte di Dubovsky contro il genio di Van Basten: se è un sogno, non svegliateci. Peserà l'assenza di Rijkaard? Il sorriso di Lentini è la miglior medicina: «Nessuno è indispensabile». Il Milan ha fretta: partenza ieri pomeriggio, rientro questa notte. E dopo Bratislava, Parma. Altro giro, altro regalo. Ma adesso, precedenza allo Slovan, e alla sua voglia di ritagliarsi un angolo di storia. In bacheca, brilla la Coppa delle Coppe strappata al Barcellona nel '69. Silvio Berlusconi ha benedetto le truppe prima che volassero verso est. Con la squadra c'è anche Gullit. La rapidità dello Slovan potrebbe disorientare una difesa incerottata e meno protetta di un tempo. Resta la polemica sui sabati azzurri del Dottore. Capello serra la mascella e cancella Sacchi: pensiamo ai nostri mercoledì. Roberto Beccantini Dopo tanta tribuna, Boban torna nel Milan di Coppa