Due eserciti segreti si dividono Mosca

Due eserciti segreti si dividono Mosca Contano migliaia di ex del Kgb, rispondono solo ai capi e sono pronti a combattersi Due eserciti segreti si dividono Mosca Uno del Parlamento, uno di Eltsin MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Il presidente del Parlamento russo, Ruslan Khasbulatov, ha una propria «guardia pretoriana», composta di circa 5 mila uomini, che obbedisce esclusivamente ai suoi ordini, è pagata con i fondi del bilancio del Parlamento, veste la divisa del ministero degl'Interni, ma agisce «autonomamente», sotto il comando di Ivan Boiko. In termini tecnici la denominazione è questa: «Direzione per la difesa degli organi del potere statale e della direzione della Federazione russa». Decisione presa da gran tempo, precisamente il 10 novembre 1991, ma di cui si è venuto a sapere solo recentemente, dopo lo strano incidente avvenuto il 9 ottobre, che vale la pena di raccontare. Due sergenti dell'89a stazione di polizia arrestano un certo Khusin Arsanakhaev, ceceno di nazionalità. Con la sua Makarov ha minacciato un taxista. Il giovanotto afferma di essere parente di Khasbulatov. Esibisce un «regolare» porto d'armi e un documento di libero accesso alla «Casa Bianca». Ottime referenze. Ma non basta. Due ore dopo si presenta agli allibiti poliziotti un capitano, in divisa della milizia, che si qualifica come ufficiale del corpo di guardia del Parlamento e che «libera» Arsanakhaev. Le «Izvestija», una settimana dopo, sollevano il caso. Che esplode. Ieri la «Komsomolskaja Pravda» - attraverso un'intervista con il deputato Igor Nikulin - ha portato dettagliati elementi a conferma. E rivela ora che questa guardia pretoriana si è dilatata a dismisura e oggi è incaricata della «sorveglianza» di «75 centri strategici» della capitale. Tra questi ci sono ministeri, la Banca di Stato, la sede centrale della tv, il Tribunale supremo, la Procura generale. S'intende che tutti questi «obiettivi» sono ora sottratti al controllo del ministero degl'Interni. A che serve questa strana operazione? E' facile immaginarlo. In caso di «pericolo»... Ma da chi può venire il «pericolo»? La risposta l'ha data ieri un altro giornale, «Rossiiskaja Gazeta», che è portavoce ufficioso del presidente del Parlamento. Il quale non smentisce nulla, anzi conferma tutto, limitandosi ad affermare che i miliziani agli ordini di Boiko e Khasbulatov esistono in base all'articolo 12 della legge «sulla sicurezza», la quale prevede che, essendosi decisa la divisione dei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, «cia¬ scuno di essi ha diritto a un proprio sistema di difesa». Ma «Rossiiskaja Gazeta» passa al contrattacco e, a sua volta, rivela cose molto interessanti. C'è a Mosca un'altra «guardia pretoriana», che agisce sotto l'augusta etichetta di «Direzione principale per la sicurezza della Federazione russa» e che risponde esclusivamente ai comandi del presidente Eltsin. Il suo capo è Mikhail Barsukov, il vice è Boris Ratnikov. Quanti uomini abbia non viene reso noto. Ma si deduce che sono migliaia. E si afferma che sarebbe composta dai quadri d'elite della famigerata «nona divisione del Kgb», incaricata a suo tempo di «vigilare sulla sicurezza del Presidente dell'Urss e dei membri del Politburo del pcus». Anche Barsukov e Ratnikov come il loro dirimpettaio Boiko starebbero «cercando di estendere la propria sfera d'influenza», scrive la «Rossiiskaja Gaze¬ ta». A febbraio, quando nei locali dell'ex Comitato Centrale del partito, sulla Piazza Vecchia, s'installarono il Presidente di Russia e la sua Amministrazione, insieme al governo, la vigilanza del vasto complesso venne sottratta al ministero dell'Interno e affidata ai giovanotti della ex «nona divisione». E, fin qui, in certo qual senso, tutto normale. Ma - prosegue la «voce» di Khasbulatov - «come interpretare il fatto che la "nona divisione" ha preso sotto la propria giurisdizione anche la Corte costituzionale?». Un'occhiata alle date: la decisione è stata presa da Eltsin, d'accordo con il presidente della Corte, Valerij Zorkin, il 17 settembre. E la velenosa conclusione: «Non stiamo tornando a quei tempi in cui bastava una telefonata e tutti eseguivano?» Sullo sfondo di questo inquietante panorama c'è lo scontro tra Parlamento e Presidente di Russia. Il primo novembre dovrebbe tenersi il Congresso di Russia. Il primo l'ha convocato, per togliere al secondo i poteri straordinari. Il secondo vuole tenerseli. Per ora è guerra di parole. Ma ci sono già le formazioni militari pronte. Per ogni evenienza. Giuliette Chiesa so Il presidente del Parlamento Khasbulatov, a capo di una milizia fino a ieri sconosciuta

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