Ritorno al futuro degli Anni Settanta
Ritorno al futuro degli Anni Settanta Ritorno al futuro degli Anni Settanta Slogan, paure, austerity come nel decennio della crisi RIECCO L'ERA DELL'ESKIMO O, gli Anni Settanta proprio no. Si diffonde un .. _ odore asprigno di ritorno al futuro. Fragore di bombe, ricomparsa di stelle a cinque punte, titoloni di giornale in cui campeggia, di nuovo, la pai ola proibita: terrorismo. E poi crisi, austerity, sacrifici e cinghie che si stringono. Cantautori che invocano l'«impegno», ((Autonomi» e fascisti, cortei, tumulti e pure un concerto degli Inti Illimani. Tutto già visto, già sentito. Ma allora non è proprio riuscita, la rivoluzione reaganiana, a cancellare volti e stilemi, immagini e mode degli infuocati Anni Settanta? Tornano, raccontano le cronache del prét-à-porter, i pantaloni a zampa d'elefante, inconfondibile marchio Anni Settanta. Tornano le donne con gli zoccoli e i gonnoni a fiori, dicono i «femminili» patinati. Torna la mania dell'henne per dare un po' di rossiccio ai capelli. Toma Mina. Torna la coppia De Gregori-Venditti a dettare il decalogo dei buoni sentimenti. Tornano Fantozzi e Ga- ber. Continua a non tornare Lucio Battisti, che proprio negli Anni Settanta costruisce la sua leggenda di desaparecido. Si fa presto a dire ritorno. E se fosse soltanto una visita nel bugigattolo del rigattiere, se fosse solo il sintomo di una operazionenostalgia che prima o poi troverà il Gianni Mina di turno a scioglie¬ re un inno ai «favolosi Anni Settanta»? Perché nel frattempo è cambiato tutto, nello scenario dell'Italia che ha sempre un decennio da rimpiangere. Mario Segni? Negli Anni Settanta era un «destro» detestato dalla sinistra. Montanelli? Ora tutti lo osannano, ma il suo «Giornale» era considerato roba fascista e quando Indro venne gambizzato dalle Br, ben pochi furono i messaggi di solidarietà. Craxi? Era il nuovo leader uscito dal Midas (1976) di un psi che favoleggiava di «alternativa» mentre il pei teorizzava il compromesso storico. C'erano gli intellettuali, allora. Quasi tutti affascinati dal Verbo berlingueriano tanto che «Rinascita» ven- deva 100 mila copie a settimana. E Nanni Moretti prendeva in giro luoghi comuni di una gioventù di sinistra che scomparirà nel decennio successivo. Gli appartamenti finto-povero, le R4 scassate, Verzo, lo spinello, Deleuze-e-Guattari, il viavai di donne che vanno ad abortire a Londra: davvero tutto questo sta per tornare? Anni di piombo, si dice. Anni di paura. Nel '77 il calciatore della Lazio Re Cecconi viene ucciso dal proprietario di una gioielleria mentre per scherzo finge una rapina. Ma proprio in quel periodo si conia l'espressione «riflusso»: «Innamoramento e amore» di Alberoni diventa un best-seller e sugli schermi appaiono «Guerre stellari» e «Grease», simboli di un'«evasione» a lungo vituperata. Il decennio che comincia con gli attacchi a Goffredo Parise colpevole di cincischiare con il «privato» nel «Sillabario n.l» finisce con il battesimo del talk-show di Maurizio Costanzo «Bontà loro». Nel cinema si rappresentano le fobie di un'epoca terrorizzata con il «Borghese piccolo piccolo», ma Renato Nicolini inaugura a Massenzio la stagione dell'effimero. Arriva il femminismo, tornano le streghe, il servizio di Lotta Continua le bastona sulla pubblica piazza e Marco Ferreri scrive il manifesto della nuova misoginia con «Ciao maschio». Ma Marco Pannella, fumando hashish in pubblico, emette i primi vagiti della politica-spettacolo. E in Italia vince il divorzio. Si scagliano anatemi contro la Tv a colori, la Corte Costituzionale mette lacci e lacciuoli alle neonate tv commerciali e la Rai presenta in pompa magna la riforma che introduce la lottizzazione in video. Bonito Oliva, però, inventa la «transavanguardia». Uccidono Pasolini. Mettono al rogo «Ultimo tango a Parigi». Ma nasce anche «Repubblica». Su una rete si presenta Pippo Baudo, ma quella «laica» risponde con la banda di Arbore dell'«Altra domenica». Poi le bombe, cruente e impunite. Le P38, i seivizi d'ordine del sindacato, Lama aggredito, la disperazione dei raduni di Parco Lambro. Oggi Fabrizio De André esorta a un «nuovo impegno». Trentin viene colpito dai bulloni. Ricompaiono i servizi d'ordine del sindacato. Affrettatevi a ritirare un eskimo, dal mercatino deli usalo. rtèriuigi Battista Tutto già visto e sentito dalla moda alla lotta politica ai volti dei cantautori che hanno segnato un'epoca Sit-in femminista, l'uomo della P38. il cantautore De Gregori
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