Torino, tesoro in polvere I libri ebraici dei Savoia rischiano la distruzione di Mario Baudino

Torino, tesoro in polvere I libri ebraici dei Savoia rischiano la distruzione Una scoperta e un allarme Torino, tesoro in polvere I libri ebraici dei Savoia rischiano la distruzione E' TORINO stato scoperto a Torino il libro ebraico illustrato più antico del mondo: risale al 1497, si intitola Masal ha-qadmoni (La favola antica) ed è, ovviamente, una raccolta di favole scritta dallo spagnolo Isaac ibn Sahula e stampata da Gershom Soncino a Brescia, con bellissime illustrazioni. Stava alla Biblioteca Nazionale, dimenticato, e con una segnatura che non permetteva più di riconoscerlo. L'ha trovato Elena Loewenthal durante il lavoro preparatorio per la mostra di antichi libri ebraici - da lei curata - che si aprirà domani alla Biblioteca Nazionale in coincidenza con il convegno su «L'influenza ebraico musulmana nella cultura spagnola», organizzata a Torino dal Colegio de Salamanca. Sarà anche l'occasione per la presentazione di un nuovo editore specializzato in studi ebraici, la «Fattoadarte» di Bologna, che giovedì illustra i primi due volumi alla libreria Luxemburg. Il ritrovamento arriva appena in tempo: dimostra quanto sia importante il fondo ebraico della biblioteca torinese, ma anche quanto sia in pericolo. Se non si farà qualcosa molto presto, andrà in polvere. «E' uno fra i più importanti del mondo al di fuori d'Israele - spiega la Loewenthal - raccolto e studiato a partire dalla seconda metà del '500. Ci sono bibbie, commentari, libri di mistica, moltissimi testi di favolistica, viaggi fantastici, letteratura edificante, scritti di carattere legale. Ma i volumi soffrono del fatto che nessuno li muòve mai dagli scaffali! Appena li si tocca, le rilegature vanno in pezzi. C'è bisogno di un ur- 11 lustrazione da La favola antica» gente lavoro di restauro, che la Biblioteca non ha i fondi per fare. Serve subito uno sponsor». In caso contrario, un patrimonio culturale e artistico (fra l'altro, anche antiquario) noto a un numero ristretto di studiosi ha davanti a sé pochi anni di vita: e sarebbe un peccato, perché rappresenta anche una parte molto importante della cultura piemontese. Come spiega la Loewenthal, nacque insieme all'interese dei Savoia per gli studi orientali, con Carlo Emanuele I, nel Cinquecento. Il fondo raccolto dal sovrano venne affidato alle cure del titolare della cattedra di lingue orientali e poi di lingua ebraica e Sacre scritture all'Università. Con il passare dei secoli gli incendi lo «potavano», le nuove acquisizioni lo arricchivano: fra queste, la grande donazione che fece Valperga Caluso, lasciando tutta la sua ricchissima biblioteca privata con mille volumi ebraici. C'era anche un tesoro di manoscritti, che venne distrutto da un incendio nel 1904. A cinquecento anni dalla cacciata degli ebrei spagnoli - la mostra, per ricordarlo, presenta soprattutto libri di autori originari di quel Paese - c'è un rischio obiettivo di «fine della storia», ma con la esse minuscola, all'italiana. La Biblioteca Nazionale, una delle non molte che funzionano bene, come sottolinea la Loewenthal, non ha la possibilità di metter mano al salvataggio. E neppure di fare un inventario: per recuperare il fondo bisognerebbe intanto spendere un po' di denaro e prepararne il catalogo, perché non si sa più con esattezza nemmeno che posa cjjsia. Impresa impossibile? * Mario Baudino 11 lustrazione da «La favola antica»

Persone citate: Carlo Emanuele I, Elena Loewenthal, Gershom Soncino, Isaac Ibn Sahula, Loewenthal, Luxemburg, Savoia

Luoghi citati: Bologna, Brescia, Caluso, Israele, Torino, Valperga