Del Turco, c'è un rogo di troppo

Del Turco, c'è un rogo di troppo polemica. In difesa degli scrittori «condannati» dal leader sindacale Del Turco, c'è un rogo di troppo Crichton e King insieme da buttare? Per Frutterò «un grossolano errore» A L rogo: «Tutto Crichton e tutto Stephen King, letture-simbolo di una delle generazioni più incolte della storia dell'umanità». Ottaviano Del Turco ha acceso il fuoco sotto le pile di libri di due fra gli autori più cult di questi anni e lo ha confidato a Pierluigi Battista sulle pagine de La Stampa di sabato 17 ottobre. Del Turco è un fine intellettuale, un sensibile pittore, oltre ad essere l'osservatore privilegiato che è dai vertici della Cgil. Eppure quell'affermazione ha il suono perentorio e moralistico del vecchio professore d'italiano che ci impediva di leggere Salgari, «perché diseducativo, troppo fantastico», ed era disposto a chiudere un occhio su Verne «perché più scientifico». Si sa che i sindacalisti, da Trentin a Del Turco a Bertinotti, hanno, più o meno segreta, una vena umanistica, la visione di una cultura nobile e ben rilegata dove non c'è posto e tempo da perdere per i prodotti di massa. Perché buttare Crichton, quando da Andromeda a Congo, a Jurassic Park ci ha dato romanzi di grande divertimento dove l'avventura entrava, informandoci e chiarendoci panorami poco noti, nei labirinti dell'informatica o delle biotecnologie. Perché buttare via King, quando da Creature del buio a Christine, a Danse macabre ci ha raccontato, come un Poe dei nostri giorni, gli incubi della vita americana. E perché la generazione che li ha presi come letture simbolo (ma se è vero lo è certamente più per King che non per Crichton) dovrebbe essere la «più incolta della storia dell'umanità»? La generazione dell'altro ieri veniva sgridata perché leggeva Simenon e Wodehouse e Guareschi, quella di ieri e oggi perché leggeva Tex Willer e Dylan Dog. Poi Simenon è finito nel catalogo Adelphi e non lo si può più leggere in treno; Guareschi è stato riscoperto come critico inventore del Compromesso storico, Tex Willer riabilitato questa volta da un politico di sinistra come Adalberto Minucci. L'anatema su Crichton e King di certo cadrà. Ciò che rimane di curioso è che si dia del corruttore di menti per lo più deboli, come notoriamente sono quelle dei giovinetti, a scrittori che usano, narrativamente, i generi, il giallo, la fantascienza, l'horror, e che spiano e anticipano o traducono la realtà in movimento, i fantasmi che muovono da un lontano orizzonte. Scrittori che non vogliono insegnare nulla ma divertire. Oreste del Buono dice che sotto c'è una «questione cattolica», il «peccato di divertirsi», la paura verso tutto ciò che suona come faceto, allegro. Ma sotto quel divertimento ci sono frammenti di una realtà che sarebbe interessante vedere se c'è e come è raccontata dagli autori che legge Del Turco. Abbiamo buttato via troppi Totò per poi accorgerci che il Principe non faceva solo ridere. E poi cosa vuol dire «genera¬ zione incolta»? Se non lo fosse non troverebbe la sua cultura, non provocherebbe quegli innesti vitali che consentono nuovi punti di vista sul mondo. «Solo Proust - dice Carlo Frutterò -, Del Turco vuole solo Proust. Io King non l'ho mai letto e non mi attira farlo, ma sembra un grossolano errore metterlo assieme a Crichton. Del Turco farebbe bene a leggersi La grande rapina al treno, un gioiello di storiografia vittoriana. Magari qualcuno, da noi, sotto le spoglie del giallo, facesse l'Italia di Cavour e di Pellizza da Volpedo. C'è gente che va avanti per cliché. E invece bisogna distinguere: ci sono gialli di grande fattura e gialli pessimi. Insomma fra Le Carré e Ken Follett c'è una differenza. Così nel genere horror l'Harris de II silenzio degli innocenti mi sembra uno scrittore da tenere in conto. Anche nel sindacato c'è il bullone, il distaccato e quello che dà l'a¬ nima. Bisogna distinguere, e così nella letteratura popolare. Ci sono differenze». Assieme alla Grande rapina al treno Del Turco potrebbe anche leggersi II Sol Levante, l'ultimo Crichton, una storia di gruppi finanziari giapponesi all'assalto dell'economia americana. Sperando che non sia il sol dell'avvenire... E, se gli avanza tempo, con calma, Christine di King, storia di una automobile diabolica, che allontana la voglia o l'idea di tirar bulloni. Nico Orengo Anche Salgari è stato al bando nelle scuole, perché «diseducativo» i o é » a, , s gi mi ti Sotto, da sinistra a destra, Stephen King, Emilio Salgari, Michael Crichton e Georges Simenon: autori di ieri e di oggi colpiti periodicamente da anatemi e di volta in volta riabilitati

Luoghi citati: Congo, Italia, Jurassic, Volpedo