Umberto Agnelli: no al catastrofismo

Umberto Agnelli: no al catastrofismo «Non siamo a Weimar. Le tangenti sono una vergogna, il terrorismo era una tragedia» Umberto Agnelli: no al catastrofismo Mazzette in Calabria: continuano le indagini Il psi smentisce perquisizioni in via del Corso ROMA. Umberto Agnelli giudica «fuori luogo» il clima di catastrofismo che sta imperversando sull'Italia. «Non siamo a Weimar», ha detto ieri, nel suo intervento ad una tavola rotonda organizzata a Rimi nell'ambito delle giornate di studio del centro Pio Manzù. Ed ha aggiunto: «Tangentopoli è una vergogna. Ma il terrorismo era una tragedia». «Crisi morali, politiche ed economiche ne abbiamo già attraversate - ha ricordato - dall'autunno caldo agli anni di piombo». «Ora siamo in presenza di un ricambio di classe politica, della fine di un certo modo di governare, di fare opposizione, di fare sindacato, ed anche di fare business tra pubblico e privato». Anche per questo «è la sfiducia, il risentimento più ancora che la gravità dei problemi reali, il male oscuro che affligge l'Italia e l'Europa». Più tardi, ancora sul tema delle tangenti, Agnelli ha detto: «Per fortuna mi sono trovato in una condizione cui non sono mai stato soggetto a pressioni di questo genere. Non so se mi fossi trovato in quelle condizioni come avrei agito». «Il fenomeno delle tangenti - ha concluso - era un costume negativo del paese che va individuato come tale. Mi auguro che d'ora in poi queste pratiche siano un'eccezione, come lo sono in tutti i paesi, e non una generalità, com'erano da noi». Sullo stesso tema, la ricostruzione morale dopo la crisi, è intervenuto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Galloni. A Sorrento, durante un convegno di Unità costituzionale, una delle correnti in cui sono organizzati i magistrati, Galloni ha praticamente bocciato la proposta di condono avanzata da Gherardo Colombo, uno dei giudici del pool dell'inchiesta milanese «Mani pulite». «Qualcuno - ha detto Galloni ha parlato di un colpo di spugna per cancellare gli illeciti penali di chi chiede tangenti per il proprio partito. Questo è ingiusto nei confronti dei politici che non hanno commesso alcuna irregolarità. Sarebbe come farci accettare l'idea che tutti i politici sono uguali e questo non è possibile». Intanto dalla nuova frontiera di Tangentopoli, le indagini in Calabria e a Roma piovono smentite. L'ufficio stampa della direzione nazionale del partito socialista ha diffuso un comunicato nel quale si «smentiscono nel modo più netto le notizie assolutamente infondate di una presunta perquisizione operata presso gli uffici della direzione stessa su mandato dell'autorità giudiziaria». Ieri alcuni giornali avevano pubblicato la notizia che investigatori dell'arma dei carabinieri avrebbero fatto visita negli uffici della direzione nazionale del psi alla ricerca di documenti legati alle indagini della magistratura calabrese sulle tangenti a Reggio Calabria. Oggi è arrivata la secca smentita. E smentisce ogni coinvolgimento nella vicenda del centro direzionale di Reggio Calabria anche il senatore psi Zito. E «sereno» si dice anche il sindaco socialista di Roma, Franco Carrara, per cui la magistratura ha chiesto il rinvio a giudizio in merito all'indagine sul censimento del patrimonio immobiliare del Comune di Roma. «Ho appreso dalla stampa - ha detto Carraro che insieme a componenti della giunta dell'epoca sarei stato oggetto di richiesta di rinvio a giudizio. Sul piano personale sono assolutamente sereno, giacché conosco la limpidezza del mio comportamento». L'accusa per lui e per nove assessori della sua giunta è quella di abuso di ufficio e riguarda il costo dell'appalto, di 90 miliardi, ritenuto eccessivo. Carraro ha poi aggiunto: «Informo che nei confronti di chi usasse linguaggio diffamatorio nei miei confronti, piuttosto che querele farò azioni civilistiche per danni». [m. tr.] Accanto, il vicepresidente della Fiat Umberto Agnelli