Smantellata a Milano «filiale» della mafia

Smantellata a Milano «filiale» della mafia Decapitato il «comando» del Nord Italia Smantellata a Milano «filiale» della mafia Arrestati 17 appartenenti a vari clan Traffici di armi con la Jugoslavia ROMA. Diciassette presunti affiliati di clan mafiosi sono stati arrestati nel corso di un'operazione congiunta diretta dal Sisde e dal Gruppo di intervento contro la criminalità organizzata (Gico) della Guardia di Finanza nel Nord e Centro Italia, in particolare nel Milanese ed a Firenze. Gli arresti sono stati compiuti in esecuzione di ordini di custodia cautelare emessi dal procuratore della direzione distrettuale antimafia di Firenze, Pierluigi Vigna. Altri quattro provvedimenti, con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, sono stati notificati a persone già detenute. L'operazione ha riguardato l'attività di gruppi di «famiglie» mafiose di corleonesi, cursoti e del clan Madonia che operano nel traffico di armi e di stupefacenti nel Nord Italia. Secondo le poche informazioni che filtrano dalla Guardia di Finanza di Firenze, l'operazione in corso «è una delle più importanti mai portate a termine dal "Gico", soprattutto per lo spessore criminale degli arrestati». I diciassette sonò tutti uomini e siciliani. L'operazione è tuttora in corso. Base operativa del gruppo era un parcheggio per container in via Salomone a Milano e nel capoluogo sarebbero stati compiuti la maggior parte degli arresti. La «base» sarebbe servita come riferimento logistico per i corleonesi, il clan di Nit- to Santapaola e quello dei cursoti. Gli ultimi eventi sono uno sviluppo delle indagini scattate dopo l'arresto di Antonino Vaccaro, nell'ambito della cosiddetta «mafia del tessile» nel Pratese, dei successivi arresti, avvenuti nel maggio scorso, dopo la scoperta di un'organizzazione ramificata nel Centro Italia e dedita al traffico di armi e stupefacenti per le cosche catanesi, e dell'ultimo blitz che ha portato alla consegna di un ordine di custodia cautelare in carcere, nel settembre scorso, a Giacomo Riina, zio del boss Totò, considerato il numero uno di «Cosa nostra». E' la pista del traffico di armi che ha già portato gli investigatori a scoprire alcuni dei canali di rifornimento delle armi alle cosche siciliane. Le prime segnalazioni sulla presenza di basi logistiche della mafia nelle regioni del Centro Italia vennero lanciate da Giovanni Falcone nel 1990. E del possibile ruolo svolto negli attentati Falcone e Borsellino dalle quinte colonne delle «famiglie» siciliane si è parlato nelle ultime settimane. Indagini sono in corso, in particolare, sui collegamenti che avrebbero avuto gli uomini di Giacomo Riina con mercanti d'armi in Croazia. Il punto di contatto sarebbe il rapporto tra Reno Giacomelli e Franco Licata, latitante, che si occupa di commercio di armi nella ex Jugoslavia. [Ansa]

Persone citate: Antonino Vaccaro, Giacomo Riina, Giovanni Falcone, Madonia, Pierluigi Vigna, Reno Giacomelli, Riina, Santapaola