Bugno o Chiappucci? No, Rominger

Bugno o Chiappucci? No, Rominger CICLISMO Al Lombardia, l'ultima sfida fra i due cari nemici si risolve col trionfo di uno svizzero Bugno o Chiappucci? No, Rominger Freddo e nebbia: crolla l'iridato, Claudio è 2° MONZA DAL NOSTRO INVIATO Come un fantasma evocato da una seduta spiritica in bicicletta, lo svizzero Tony Rominger sbuca dalle fuligginose ovatte della nebbia e alza le braccia sul traguardo del Giro di Lombardia. 11 piangente ectoplasma di Claudio Chiappucci lo segue a 41". A quasi tre minuti si manifesta Cassani. Trascorrono cinque minuti prima che in questo desolato luogo della periferia di Monza termini la sua lunga fatica il messicano Alcala. Annullato dal freddo e dalla pioggia, il campione del mondo Gianni Bugno è all'ultimo posto d'un drappello sfibrato: più di sette minuti lo separano dal vincitore. Giornata da streghe che strizzano i panni sulla corsa. Osservando il cielo, Bugno s'è subito immalinconito, gli si è sciolta nell'acqua la voglia di vincere. Scalando il valico di Esino Lario, fora, rimonta, è all'avanguardia in vetta alla salita. In discesa; Chiappucci lo attacca, si tuffa nell'unica tattica che conosce, rischiare l'osso del collo, pedalare alla morte, fare di ogni curva una prova estrema del proprio coraggio. Il traguardo è lontano centocinquanta chilometri, Bugno rientra nel guscio di vecchie paure, che faccio mi ammazzo?, ho i brividi, gelo, il mio Lombardia è perduto. Cassani, Rominger e Alcala s'agganciano a Chiappucci. Sul Balisio, il campione del mondo è già staccato di oltre tre minuti. Ci sono ancora 121 chilometri da pedalare. Le facce dei quattro di testa hanno il colore grigio sporco delle nuvole. Chiappucci s'è liberato d'un'ossessione: l'ho piantato, ce l'ho fatta, Bugno s'è arreso. Non gli passa neppure per la mente il pensiero di essere raggiunto, in un eccitato sperpero di energie, carica il ritmo, in volata è il più forte: devo assolutamente arrivare alla fine. Dietro, due compagni di Bugno si sfiancano e si estinguono nella caccia, nessuno dei nobili, nel gruppo degli inseguitori, mette" la ruota al servizio del campione del mondo. Perché dovremmo aiutarti, caro iridato, è andata male, crepa con noi. Hamspten, Zuelle, Breukink rinunciano a dannarsi. Quattro minuti, quattro e mezze. All'impennata del Ghisallo, fradici fino alle ossa e fino alle ossa decisi a non mollare, Chiappucci, Cassani, Rominger e Alcala hanno 2'30" sul belga Bruyneel che se'l'è svignata dai poveri. Bugno è a oltre cinque munuti. Rominger accelera, la salita è pane suo. La decisione di Alcala di non farsi schiodare vacilla e siccome se c'è un momento in cui vacillare è proibito è quello, si schioda. Io, dice presumibilmente Chiappucci, non devo imitarlo, io non arretro neppure se mi bastonano. E invece arretra, la smania di cancellare il fallimento al campionato del mondo è grande, la condizione un po' meno. Rominger e la barba lunga due dita di Cassani s'avvicinano alla vetta. Chiappucci è a 12", Alcala a 38". Bugno s'è stufato della squinternata compagnia che lo ha assunto e parte da solo in un contrattacco dettato più dal cuore che dalle gambe. Raggiungendo Bruyneel mezzo cotto, non accorcerà che di qualche secondo il distacco, tornerà ad incollarsi all'asfalto. La strada s'ammorbidisce, nella rincorsa Chiappucci, la fronte che sfiora il manubrio, fruga e raschia il fondo delle personali energie e ci trova la forza per riacciuffare la coppia arrembante. Dietro ad Alcala, che di rientrare ha perso le speranze, si sfalda e si sbriciola il Lombardia. Rominger cade in discesa, si rialza e via, è inarrestabile. Breukink e Soerensen scavalcano Bugno e Bruyneel, il belga a pezzi, scompare. I tre avanguardisti hanno 6' di vantaggio su una pattuglia di dieci corridori tra i quali soffre le ultime pene della stagione il trionfatore di Benidorm. E mica è finita. Ecco il Colle Brianza con Rominger che si volta e vede il viso largo e cereo di Chiappucci: vieni, vieni dietro a me e vedrai che ti combino tra poco. Ecco la rampa di Lissolo, una striscia, una fettuccia all'insù coperta dagli ombrelli grondanti della folla. E Rominger affibbia la botta. Di colpo Cassani e Chiappucci s'impaniano, sembra che gli sia piombata addosso una colata di cemento. Chiappucci ha chiuso, quello che aveva da spendere ha speso, è così disperato, lui fedelissimo amico della risata, che si mette a piangere. Il suo spavaldo, bellis¬ simo Giro di Lombardia è finito. La nebbia si annette Rominger, trenta secondi, quaranta, se n'è andato con la freschezza di chi, vinta la Vuelta spagnola, ha mostrato le spalle al Giro d'Italia e al Tour. Nella nebbia consumano la loro sconfitta due eccellenti corridori italiani, un capitano e un gregario formidabili, che da febbraio non si sono fermati un momento. E nella nebbia si dissolve Bugno che avrebbe voluto cancellare definitivamente i ricordi francesi e riprendere con le insegne al vento la sfida con Indurain. A Cassani resta il salto al secondo posto della Coppa del mondo che, concludendosi a cronometro, non potrà vincere. A Chiappuci che cosa resta? Ah, sì: l'impresa del Sestriere. Gianni Ranieri Ecco Rominger mentre taglia il traguardo di Monza: dopo 41" arriverà Chiappucci (foto sopra). A sinistra Bugno: è lui il grande sconfitto