L'ultima arringa del telecamallo di Paolo Lingua

L'ultima arringa del telecamallo Solo Tesini si salva dalle bordate del console: non c'entra, «o l'è 'n bravommo» L'ultima arringa del telecamallo Batini in tv, invettiva ligure contro la riforma GENOVA. «Un vecchio proverbio dice che le bugie hanno le gambe corte: bene, "il" Rinaldo a questo punto dovrebbe camminare senza gambe per quante ne ha dette...». Questa frase è stata pronunciata in dialetto genovese da una emittente del capoluogo ligure, «Telecittà», considerata organo ufficioso del pds locale, nel corso d'una trasmissione «autogestita», cioè attraverso uno «spazio» di un quarto d'ora, acquistato a modica somma. Il monologo in dialetto, senza commistioni di lingua italiana, non ha avuto come protagonista, come si potrebbe supporre, un esponente della Lega Nord in vena secessionista, bensì il console della Culmv, la Compagnia dei camalli genovesi, Paride Batini. «Il Rinaldo» è il presidente del Consorzio del Porto, Rinaldo Magnani, suo feroce antagonista, ma soprattutto avversario «del sangue», perché Magnani, prima di darsi alla politica attiva (è stato presidente della Provincia, dell'Iacp e della Regione), è stato console della compagnia dei carenanti, ovvero dei portuali delle riparazioni navali, eterni «parenti poveri» dei potenti scaricatori della Cumv. Batini, sin dalla firma da parte del ministro Giancarlo Tesini del decreto che chiude l'era della «riserva di lavoro», ovvero del monopolio delle compagnie degli scaricatori nei porti italiani, s'era negato a tutti. I telefoni del palazzo di San Benigno, una anonima e massiccia costruzione novecentesca all'ombra della millenaria Lanterna, avevano i fili incandescenti, ma le segretarie - cortesi del bunker dei camalli ripetevano che il console era fuori ufficio. Un senatore del pds, Carlo Rognoni, ex direttore di Panorama e del Secolo XIX, s'è visto sbattere giù la cornetta da un dirigente stizzito. Una équipe della Rai-Tv è stata allontanata dal piazzale con le spicce. Poi, una sorta di tam-tam, ieri l'altro sera ha fatto sapere che il console aveva acquistato la trasmissione per parlare da solo, senza contraddittori. Paride Batini, fisico asciutto, aspetto da quarantenne (ma ha 57 anni), maglione girocollo a rombi e giubbotto di velluto, è comparso sul video con alle spalle una gigantografia della Lanterna. Ha tenuto una sorta di «predica televisiva» all'americana, con tono pacato a talvolta allusivo. Tutti si aspettavano una bordata contro il ministro Tesini: «Ma no, le o no ghentra - ha detto benevolo - o no sa ninte. 0 l'è 'n bravommo». Ovvero: lui non c'entra per nulla ed è un brav'uomo. «Ha spostato un pacco, quello che gli hanno messo davanti». E allora, qual è l'oggetto del contendere? Il nemico da battere, il «perfido» è ovviamente «il» Rinaldo, l'ex portuale passato dalla parte dei «padroni», che nega un grosso credito della Culmv di ben 9 miliardi e 200 milioni. Oltre che «bugiardo» Rinaldo è introvabile. «Figgieu (ragazzi), ve lo giu¬ ro: in officio o no ghe mai». Non lo si trova mai al suo posto, dunque. La guerra, che forse continuerà, ma non si sa mai, sarà dunque rivolta solo a Genova contro il Cap di Rinaldo Magnani. Per il momento, i portuali, che non obbediscono a nessuno perché «sono uomini liberi e non sono zerbini», proseguono le agitazioni per i fatti loro, al di fuori di quelle che sono indette dalle confederazioni sindacali nazionali. Mentre tutta la città era in forse, temendo una agitazione, anche vivace, contro il ministro che doveva inaugurare il Salone Nautico, Batini ha gettato acqua sul fuoco. Ha ammesso di aver non sempre facili rapporti con la stampa: «Sì, non ci facciamo trovare. Perché non vogliamo sentire le ragioni degli altri. Vogliamo spiegare le nostre ragioni. Ma poi, alla fine, parliamo». Il console insomma ha tenuto il suo show in tono soft, talvolta trovandosi a mal partito con il dialetto (è nato a Santa Croce sull'Arno, in provincia di Pisa, ma vive a Genova da quando ha dieci anni), dovendo tradurre mentalmente termini tecnici e comunque dal politichese. Nel complesso, con qualche leziosità, se l'è cavata. Forse non è sempre facile interpretarlo, voleva annunciare le possibilità di pace e di trattativa, ma sino all'ultimo ha creato suspense, coerente con il suo personaggio di eterno antagonista. Paolo Lingua Paride Batini leader dei «camalli» genovesi ha tenuto banco l'altra sera con un lungo monologo televisivo contro la riforma portuale dalla tv locale Telecittà

Luoghi citati: Genova, Santa Croce Sull'arno