Ustica, duello aereo poi la strage di Giovanni Bianconi

Ustica, duello aereo poi la strage Ustica, duello aereo poi la strage Nel cielo anche un F104 oltre alDc9 Perse le tracce di una portaerei Usa ROMA. Arrivano nuove voci dalla notte di Ustica e si infittiscono gli interrogativi e i misteri sulla strage del Dc9 dell'Itavia precipitato con 81 persone a bordo la sera del 27 giugno 1980. Ancora una volta emergono scenari àr guerra intorno a quell'aereo civile, forse un duello nel cielo che potrebbe aver coinvolto anche il Dc9 inabissatosi al largo di Ustica. E di nuovo gli inquirenti sono costretti a chiedersi che ruolo hanno avuto gli Stati Uniti in quella sciagura. Erano statunitensi i caccia coinvolti nella battaglia o nell'esercitazione? I giudici hanno appena depositato un'altra parte di trascrizioni di colloqui nei centri radar, che rendono questa ipotesi sempre più plausibile. Ecco un brano del dialogo che s'è svolto alle 22,04, poco più di un'ora dopo la scomparsa del Dc9 dagli schermi radar, nel centro di Grosseto. Parlano tra loro tre uomini non identificati che si trovano* all'interno della stazione. Nella trascrizione si chiamano Mario, X e XI. XI: «E' partito da Napoli per Napoli... Allora guarda». Mario: «E sì, ma il Phantom arriva a due terzi più...». X: «Ok, questo è un certo quadro di un Phantom normale che sta lì da basso, che poi si deve... Oh, quanto è pericoloso, quelli finisco che vanno a di' che non c'erano problemi... TF104 poi potrebbe... potrebbe anche essere superiore a... infatti oggi...». Mario: «Qui il discorso è... dove sta la portaerei. Infatti dicono che la portaerei non ce l'hanno trovata». XI: «Ma infatti, ma dove vivono, chissà che fine ha fatto». Mario: «...o un 104, dicono che nella rada non ce l'hanno nemmeno trovata, perché dopo...... La portaerei è la Saratoga, la nave da guerra Usa che ufficialmente doveva essere a riposo nella base di Napoli ma che, come risulta da queste conversazioni, nella rada non c'era. Il mistero della «Saratoga» dunque, anziché sciogliersi, si infittisce. La lettura di queste conversa¬ zioni ambientali è stata resa possibile da un lavoro sofisticatissimo ordinato dai magistrati, la ripulitura dei nastri con le comunicazioni tra centri radar per riuscire a captare le altre voci rimaste incise, quelle dei colloqui che si svolgevano all'interno dei centri. Le frasi sono quasi sempre incomplete e risultano spesso incomprensibili. Dai brani messi insieme, comunque, si capisce che i tre uomini (non identificati nonostante le indagini ordinate dai magistrati) discutono di aerei militari scomparsi, parlano di Phantom, di FI04 e di FI 5. Uno di questi caccia, il Phantom, sarebbe stato visto dai radaristi. Nei colloqui, a poco più di un'ora dalla sciagura, si fa già riferimento a possibili depistaggi e coperture. XI : «Il Phantom si va a mettere...». Mario: «Anche se è, avranno già chiuso tutto». XI : «E' chiaro». Mario: «E perciò l'Aeronautica non ci pensava a mettere un controllo». X: «Qui poi il governo quando so' americani non valgono un cazzo... li devi... Mario, parliamo di radar, ma tu che cascasse...». Mario: «Non sapete niente voi, quando so' ritornato che, quando un... è scoppiato in volo...». XI : «E quello è un Phantom». X: «L'aeroporto militare che si ferma a una verifica, ma quanti, quanti...». Per i sostituti procuratori Salvi e Roselli e per il giudice istruttore Priore, il problema è ora quello di coniugare i risultati di queste e delle precedenti registrazioni che fanno riferimento al possibile scenario di guerra, con le conclusioni delle perizie. Dalle indiscrezioni trapelate finora sembra infatti che sul relitto del Dc9 non ci siano tracce di esplosivi usati per le testate missilistiche, mentre all'interno dell'aereo sarebbero stati trovati segni di esplosivo Tnt e T4. Giovanni Bianconi

Persone citate: Phantom, Priore, Roselli