Morto Grande, imputato nei giallo del secolo

Morto Grande, imputato nei giallo del secolo Il vedovo novantenne di Vincenzina Virando viveva a Pescara malato e dimenticato da tutti Morto Grande, imputato nei giallo del secolo // console accusato d'uxoricidio nel 39 divise l'Italia per 13 anni Ora riposa per sempre. Ettore Grande, classe 1903, diplomatico, protagonista di un caso giudiziario che tenne le cronache dal 1939 al 1951, è morto 1'8 ottobre a Pescara. Sabato scorso i funerali a Villafranca Piemonte, dove Grande era nato. Ma a Villafranca, come a Pescara, pochi collegavano oggi il suo nome a quel console avvenente e famoso suo malgrado. Spenti i clamori del processo per uxoricidio, e spento anche lo scandalo del secondo, non meno tormentato matrimonio con una giovane bulgara ( 1957), Ettore Grande s'era ritirato dalle scene. Fonti d'archivio lo davano addirittura per scomparso da anni. In un ricordo di Pier Antonio Gagna, autore delle perizie che valsero a Grande l'assoluzione con formula ampia nel 1951, La Stampa il 6 agosto scorso ha fatto morire il diplomatico nel 1989. La Rai lo fece passare a miglior vita già nell'85. In silenzio, schivo, ammalato, Ettore Grande era residente da tempo nella città abruzzese, da mesi ricoverato in ospedale. «Grande-Virando», un caso che ha fatto epoca. Scoppia il 7 aprile 1939, quando Ettore Grande è arrestato su denuncia di suoceri e cognato. Accusa: la mattina del 23 novembre 1938, a Bangkok, dov'è vicenconsole, ha ucciso a pistolettate la moglie Vincenzina Virando, torinese, ricca figlia del noto gioielliere. Poco importa che la polizia siamese abbia archiviato quella tragedia come suicidio. Con quel 7 aprile, per Ettore Grande incominciano 13 anni di calvario. Per i giornali, una guerra di scoop a colpi di numeri monografici e servizi esclusivi che serve a vendere migliaia di copie e a dimenticare un po' la guerra vera, quella che dilania l'Europa. Condannato, poi assolto per insufficienza di prove, infine assolto con formula ampia grazie a un'audace e quasi incredibile perizia (Gagna provò che è possibile il suicidio con tre colpi di pistola), tra il 1939 e il 1951 Ettore Grande sconta 127 mesi e 12 giorni di carcere. E nemmeno la povera Vincenzina Virando trova pace: tra il '39 e il '50 il suo corpo è sottoposto a 19 perizie anatomiche, chirurgiche, radiologiche e balistiche. L'opinione pubblica segue, divora articoli, si schiera, si divide in colpevolisti e innocentisti. Per 13 anni la famiglia di Vincenzina non ha dubbi e accusa implacabile: lei scriveva a casa che Bangkok non le piaceva, col marito, severo, rompiscatole, non andava d'accordo. Lui l'ha uccisa durante un litigio. E giù pagine di giornali con testimonianze di domestici, amici, conoscenti della coppia a Bangkok. Per 13 anni Ettore Grande si difende: «Questi orientali sono tutti impostori - dichiara il diplomatico -. La mattina del 23 novembre 1938 ero in bagno, ho sentito tre colpi e sono corso in camera da letto. Mia moglie era morta, in una pozza di sangue». La giustizia terrena ha finito per credergli. [e. fer.] I diplomatico Ettore Grande

Luoghi citati: Bangkok, Europa, Italia, Pescara, Villafranca, Villafranca Piemonte