Un coro di «no» alla dc
Un coro di «no» alla dc Voleva discutere il programma prima del Consiglio di lunedì Un coro di «no» alla dc Il pds: «Un modo per perdere tempo» Secco rifiuto anche da pri e liberali La de ha inviato a tutti i potenziali alleati le proposte programmatiche messe a punto giovedì, invitandoli a un confronto per approfondire i diversi punti. Con una raccomandazione: meglio vedersi tra oggi e domani, per evitare le insidie di un Consiglio comunale, quello di lunedì, al buio. Le risposte? Oscillano tra il «no» e il «ne parliamo la prossima settimana». Ma i contatti proseguono e non si escludono ripensamenti fin da stamane. Il primo stop è arrivato da socialisti, pds e psdi. La «Grande sinistra» va avanti per la sua strada, che è molto simile a quella dei democristiani: messa a punto delle schede di programma e discussione politica. Con una differenza: i tre partiti intendono affidare il dibattito «alla sede istituzionale del Consiglio», la de avrebbe preferito una discussione preventiva. In concreto non è che cambi molto. Ma i segnali politici ci so¬ no, eccome. I democristiani, riemersi con fatica dal mancato vertice con le sinistre, hanno tentato di tornare al centro del confronto. Perché? Per recuperare un ruolo forte, certo. Ma anche per non porre liberali e repubblicani di fronte al prendere o lasciare di un governissimo già bell'e fatto. «E' un modo per perdere tempo. E noi a questo giochetto non ci stiamo», è la risposta del segretario pds Chiamparino. Concorda il segretario socialista Tigani: «Lo spazio per chiudere in fretta c'è. La de dimostri una volta per tutte la sua volontà in questo senso». Il secondo «no» è venuto dai repubblicani: «Non ci hanno neppure risposto quando il sindaco presentò le sue proposte sostiene il segretario Mauro Marino -. Perché mai dovremmo comportarci diversamente?». Terzo rifiuto dal pli: «Prima vogliamo esaminare il documento. Quindi risponderemo. Non certo entro lunedì», precisa il segretario provinciale Formica. Un segnale di distensione? «Le nostre posizioni sono ferme - puntualizza il segretario cittadino Peveraro -, Non ci sottrarremo al confronto programmatico. Ma con i singoli partiti». La de? Il segretario Bruno: «C'è stato un equivoco. Speriamo che gli altri partiti ci ripensino. Non possiamo arrivare al Consiglio senza nulla in mano». La lunga e poco fruttuosa giornata politica ha avuto una coda televisiva. In un dibattito a Grp, i tre partiti del governissimo hanno rivolto ancora una volta un pressante appello ai laici. Il più esplicito è stato l'ex se- gretano pidiessino Giorgio Ardito: «Sono del tutto contrario a un governo che non sia di grande coalizione». Dai capigruppo psi e de, Garesio e Porcellana, l'invito a mettere una pietra sopra gli ultimi dissapori, «in home delle cose da fare per una città investita dalla crisi». Fermi sulle loro posizioni («non ci piace l'ammucchiata politica») sia il liberale Tedeschi che il repubblicano Marino. L'unico soddisfatto, il leghista Borghezio: «In vista delle elezioni stiamo prenotando tante casse di buon spumante piemontese. Di questo passo brinderemo a lungo». Oggi la crisi compie sette giorni. Al commissario prefettizio ne mancano 53. Giampiero Pavido I segretari pds, Chiamparino, e psi, Tigani
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