Bugno-Chiappucci all'ultima sfida

Bugno-Chiappucci all'ultima sfida Il ciclismo chiude con il Giro di Lombardia una stagione tenuta viva da due italiani Bugno-Chiappucci all'ultima sfida // campione mondiale con la forma giusta per vincere ma il rivale ha la grinta di chi non si sente inferiore monza DAL NOSTRO INVIATO La Lombardia apre le sue scene» migliori all'ultima classica della stagione. Il ciclismo festeggia oggi le proprie fatiche con la corsa più bella. Però, che sfortunata signora dei pedali è questa. Splendidamente vestita dei più squisiti colori dell'autunno, si specchia nelle acque del Lario e domanda: ma i miei cavalieri ce l'hanno ancora la forza per onorarmi d'una pur minima corte? Le capita spesso, pur così affascinante, di dover sorreggere lungo le vie del Balisio e del Ghisallo, prosciugati, esangui aspiranti al successo. E' lungo, comincia a febbraio, il cammino che conduce al Giro di Lombardia. Si parte per le avventure del Nord, si combatte al Giro d'Italia e al Tour, si limano le ultime energie al Campionato del Mondo e a ottobre si regge l'anima coi denti. Bugno, l'anno scorso, si arrese proprio sull'uscio di casa. Un campione finto avvizzito uscì trionfatore dal duello, il fiammeggiante irlandese Sean Kelly si prese la bella e, tanto per chiarire che sarebbe stato un errore considerare l'impresa come una fatua accensione, le accostò cinque mesi dopo la Sanremo. Questa volta Bugno c'è. Al campione del mondo urge una consimile dichiarazione: «D'accordo, non ho combinato nulla in primavera, ho saltato il Giro d'Italia e ho fallito al Tour. Ma eccovi il Campionato del mondo e il Giro di Lombardia che è la Sharon Stone delle classiche, irresistibile e tagliente. Dimenticavo: aggiungeteci il Giro del Lazio, quello dell'Emilia e la Milano-Torino». Bugno ha un tormentoso desiderio di vincere il Lombardia e possiede la forma, la condizione per farcela. Il desiderio di Chiappucci è straripante, l'ansia di smentire il Mondiale lo eccita; adesso corre con una fascia rossa alla fronte e si fa chiamare El diablo, così lo hanno soprannominato in Colombia dove è andato a rigenerarsi dopo la batosta di Benidorm. E chi lo smonta Chiappucci. Non lo smonta la consapevolezza (mica è fesso) di non essere in palla come vorrebbe, non lo smonta la cilecca del Valentino. Ed allora ecco il duello, ecco i due più forti corridori italiani ancora in battaglia, l'ultima del '92. Il campione del mondo divenuto irresistibile sotto il segno dell'iride, il divo¬ ratore di classiche contro il ranger del Tour, l'eroe del Sestriere che vorrebbe essere eroe anche di qualche altra cosa, perché il Tour è acqua passata. E guarda com'è il destino. Bugno al Tour ha fatto piangere, Chiappucci in Francia ha vissuto da protagonista, ma il re è sempre Bugno, accidenti, e a Chiappucci la faccenda rode. Per vincere il Lombardia e guardarsi intorno e dire: Bugno? Dov'è Bugno?, qualcuno ha visto Bugno?, darebbe dieci anni della vita del suo direttore sportivo. Che scontro. L'introverso cha ha ripreso a vincere e l'estroverso che ha smesso di vincere. Il taciturno campione del mondo e il chiacchierante campione del Sestriere. E io?, chiede Tony Rominger. Lei venga, si accomodi tra i favoriti, lo sappiamo benissimo che con Bugno è il corridore più attrezzato del momento. Lei, Rominger, può vincere il Lombardia, è contento? Però ha corso il Giro d'Italia, ha sfacchinato al Tour? No, caro. E se davvero le capitasse di arrivare primo, tenga presente che Chiappucci, ad esempio, pur essendo italiano e lei svizzero, la subissa, l'annega di ore lavorative, consumate in Europa e in altri continenti. Bugno e Chiappucci sono dello stesso parere (ma davvero?): «Rominger è il primo da tenere sotto osservazione, vigilare su Rominger è un obbligo». «Ci metterei anche il messicano Alcala e il francese Leblanc. E Chiappucci, benché non riesca a inquadrarlo», dice Bugno. «Io - dice Chiappucci per un insieme di non piacevoli, ma effettive circostanze devo ricordarmi dell'olandese Breukink il quale, si sa come tendono ad eccedere gli olandesi, è magari convinto di fare a Monza ciò che ha fatto a Torino. E di Bugno, benché vincere quattro corse di seguito dopo il mondiale sia un po' difficile». Sarà doveroso completare l'elenco dei rivali stranieri di Bugno e Chiappucci con i nomi dello svizzero Zuelle, del belga Roosen, del francese Jalabert e di Kelly. La stagione di Chioccioli è finita, non corre, sta male, ed è finita da un pezzo quella di Argentin. Fondriest ha ancora un'occasione. Il Giro di Lombardia è un addio lungo 241 chilometri, un addio falso romantico: in luoghi dolci e bellissimi, ti sottrae le rimanenti forze, non pochi ne sortono a fettine. E' anche la penultima gara di Coppa del mondo, manifestazione nei confronti della quale nutriamo una fervida, muscolosa antipatia. Al diavolo la Coppa. Bugno e Chiappucci, fortunatamente, sanno per che cosa correre. Attenzione agli stranieri Rominger e Breukink possono rovinare la festa ai nostri Si lotta per la Coppa del Mondo tra gli azzurri soltanto Cassani ha ancora qualche possibilità una consimile dichiarazione: «D'accordo, non ho combinato nulla in primavera, ho saltato il Giro d'Italia e ho fallito al Tour. Ma eccovi il Campionato del mondo e il Giro di Lombardia che è la Sharon Stone delle classiche, irresistibile e tagliente. Dimenticavo: aggiungeteci il Giro del Lazio, quello dell'Emilia e non essere in palla come vorrebbe, non lo smonta la cilecca del Valentino. Ed allora ecco il duello, ecco i due più forti corridori italiani ancora in battaglia, l'ultima del '92. Il campione del mondo divenuto irresistibile sotto il segno dell'iride, il divo¬ del suo direttore sportivo. Che scontro. tenga presente che Chiappucci, ad esempio, pur essendo italiano e lei svizzero, la subissa, l'annega di ore lavorative, consumate in Europa e in altri continenti. Bugno e Chiappucci sono dello stesso parere gno, benché vincere quattro corse di seguito dopo il mondiale sia un po' difficile». Sarà doveroso completare l'elenco dei rivali stranieri di Bugno e Chiappucci della quale nutriamo una fervida, muscolosa antipatia. Al diavolo la Coppa. Bugno e Chiappucci, fortunatamente, sanno per che cosa correre. Gianni Ranieri MONZA 1182 V.co di ESINO LARIO 723 COLLE DI BALISIO 214 BELLUSCO 273 CALUSCO D'ADDA 205 LECCO 220 VARÈNNA KmO 10 20 30 40 50 60 70 80 90 482 ' 100 110 LECCO 371 GALBIATE IHL^7i4. « Il ^®Sr 558 ■■•li Mad. del Colle 2«q . I GHISALLO 485 || BRIANZA ONNO 280 ASSO 268 REGATOLA OGGIONO L 120 130 140 150 160 170 180 190 200 210 522 LISSOLO 220 1 LESMO 230 240 A sinistra Bugno. Il fuoriclasse lombardo ha dominato tutte le corse in linea di questo finale di stagione Sotto Chiappucci, gran protagonista di Giro e Tour