Mediobanca, regna la pace di Valeria Sacchi

Mediobanca, regna la pace Grandi manovre nel mondo del credito, novità in Comit Mediobanca, regna la pace Pietro Grandjacquet ha sostituito Arcari nel vertice della Commerciale MILANO. «Qualsiasi ipotesi su passaggi di quote di Mediobanca, è assolutamente prematura. L'ho già detto in un'altra circostanza, non si deve mettere il carro davanti ai buoi». Con questa breve dichiarazione, il presidente dell'istituto di via Filodrammatici, Francesco Cingano, ha ieri di nuovo smentito le voci di passaggi della partecipazione in Mediobanca del Credit ad altri soggetti pubblici. Con regolarità maniacale, la questione viene infatti riproposta. Due giorni or sono, il senatore democristiano Luigi Granelli è tornato alla carica con una interrogazione, nella quale si paventa il passaggio al privato di Mediobanca, attraverso la vendita del Credito Italiano. In effetti la questione è bizzarra, dal momento che il patto di sindacato, non disdetto a giugno, è riconfermato per altri cinque anni a partire dal gennaio 1993. Inoltre, il 25% sindacato per la parte pubblica ha già subito una variazione: il Bancoroma è infatti confluito nella Banca Bomana, e nessuno ha sollevato obiezioni. Non basta: chi vende il Credito è il Tesoro, diretta emanazione del governo. Se non si preoccupa lui di questo spostamento negli equilibri, vuol dire che così preferisce. Anche perché un Credit con la quota Mediobanca potrebbe avere sul mercato un atout in più. In teoria, dovrebbero essere proprio Pellagrino Capaldo, presidente della Banca di Roma, e Sergio Siglienti, presidente della Comit, a sollevare la questione, per non trovarsi con un terzo socio privato nel 25% del blocco pubblico. Ma sia all'uno che all'altro, una Mediobanca più privata non dispiace. Per il semplice fatto che una Mediobanca privata vale di più. Le speculazioni intorno alle banche continuano ad essere l'argomento del giorno. Ieri la Comit ha smentito le voci di cessione (all'eterna Banca di Boma) del Banco di Chiavari e della Banca di Legnano. «Noi lasciano capire soddisfatti i vertici - non abbiamo bisogno di vendere i gioielli». E sempre ieri, il consiglio Comi', ha designato il nuovo amministratore delegato: Pietro Grandjacquet, che sostituisce Mario Arcari, recentemente scomparso. Una scelta che riconferma la tradizione «interna» dell'istituto, infranta una sola volta negli Anni Settanta, con l'arrivo alla presidenza della Comit di Gaetano Stammati, che lasciò dopo circa due anni per diventare ministro del Tesoro. Grandjacquet ha 53 anni, 38 dei quali passati alla Comit, dove era salito alla carica di direttore centrale preposto alla direzione commerciale, con la responsabilità del servizio filiali italiane e del servizio estero. Ma lo scacchiere effettivamente in movimento è quello di Ambroveneto. Mancano pochi giorni alla data in cui scade il diritto di prelazione sulle quote lasciate libere da Gemina e Popolari Venete. Il San Paolo ha lasciato incerta l'adesione, il Crédit Agricole, attraverso il responsabile degli affari internazionali, Jean Marie Semonsu, ha fatto capire di «essere disposto a salire al 25%», a patto che ci sia accordo con Giovanni Bazoli e Bankitalia. E' risaputo che il colosso francese, da qualche tempo, guarda all'estero con determinazione. Finora, infatti, la sua crescita è stata tutta interna al- la Francia. Poiché dispone di immensa liquidità, il Crédit è certamente in grado, se vuole, di lanciare un'Opa sul gruppo Ambroveneto. Anche al San Paolo, questo disegno egemonico non dispiacerebbe. Ma Gianni Zandano sa che le possibilità finanziarie ' del concorrente francese sono assai più ampie delle sue. Tuttavia, la partita è ancora aperta, e non è escluso che, a fianco di Bazoli, torni in aiuto Giorgio Zanotto (Popolare di Verona), cui Ambroveneto piace da morire. Infine il capitolo Imi-Cariplo. Ieri il presidente dell'Iccri, Gianguido Sacchi Morsiani, ha confermato: «Siamo in attesa che Tesoro e Cariplo si mettano d'accordo sul prezzo». Valeria Sacchi Sergio Siglienti, presidente della Comit

Luoghi citati: Francia, Milano, San Paolo, Verona