Morto Craveri sport e Voltaire di Luigi Albertini

Morto Craveri sport e Voltaire L'intellettuale aveva 80 anni Morto Craveri sport e Voltaire lì AIMONDO Craveri è morto ieri a Lugano a 80 anni. Era l'autore del libro Voltaire politico dell'Illuminismo, che nel 1937 inaul'ambiziosa collana dei di Einaudi. Nipote di guro «Saggi» Luigi Albertini e genero di Benedetto Croce, era una singolare figura di intellettuale, che nella sua vita si trovò al crocevia di esperienze anche molto diverse. La storia di Craveri si è svolta sullo sfondo di grandi famiglie. Bisogna immaginarlo, ancora studente, nella villa canavesana di Giuseppe Giacosa, il letterato ottocentesco della Partita a scacchi, a Colleretto Parella. Piero Giacosa, fratello del romanziere, aveva due figlie che si sposarono una con Luigi Albertini, il grande direttore del Corriere della Sera, l'altra con Enrico Craveri, avvocato torinese che fu vicepresidente della Juventus dal 1919 al 1955. Raimondo Craveri nacque nel 1912. Galante Garrone, di tre anni più vecchio, si ricorda dei giorni passati insieme a Colleretto Parella, dove si incontravano Benedetto Croce, che passava le vacanze a Pollone nel Biellese, e Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica, amico e collaboratore di Albertini. In quell'ambiente borghese colto, illuminato, sportivo, cenacolo di autentico liberalismo che divenne naturalmente antifascista, si formò «Mondo», come lo chiamavano parenti e amici. Giocò nella Juventus, governata dal padre, segnando anche un gol in trasferta, si laureò in giurisprudenza con Gioele Solari, maestro anche di Norberto Bobbio, e la sua tesi di laurea si trasformò nel numero 1 dei «Saggi» einaudiani. Conteneva una critica dell'Idealismo gentiliano e in particolare della concezione attualistica dello Stato (come ricorda Gabriele Turi in Casa Einaudi). «Il teorico del dispotismo illuminato - scriveva Craveri di Voltaire - diverrebbe ora il nemico d'ogni idolatria e d'ogni anarchia e, in quanto fau¬ tore della tolleranza, l'avversario principe dello Stato provvidenzialmente onnipresente ed onniagente». Nello stesso anno Craveri sposò Elena Croce, la primogenita del filosofo. La loro figlia, che ha il nome del nonno, è diventata anch'essa una studiosa del mondo settecentesco (con la Madame du Deffand pubblicata da Adelphi) e anche la sua è una storia di grandi famiglie, perché ha sposato Masolmo D'Amico, figlio della famosa sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico, e quindi nipote di due mostri sacri come Silvio D'Amico ed Emilio Cecchi. Iscritto al partito d'azione, Craveri partecipò alla Resistenza. Nel primo dopoguerra divenne collaboratore di Raffaele Mattioli, il banchiere mecenate che salvò i gramsciani Quaderni del carcere. Ma da qui in poi la sua vita prese un'altra strada rispetto a quelle dei compagni della giovinezza e dell'antifascismo. La causa probabilmente fu la crisi del matrimonio, che determinò un distacco dalla famiglia Croce e dagli ambienti intellettuali e lo portò a coltivare con successo un interesse per le questioni economiche. Esperto del governo per il Piano Marshall, lavorò a Ginevra con Gunnar Myrdal. Nel 1961 ideò la Valtur. Continuava però l'attività di studioso, pubblicando una serie di saggi di carattere politico-economici sulla disgregazione della proprietà, sui rapporti tra politica e mondo degli affari, sul capitalismo pilotato. Nello scorso decennio collaborava assiduamente alla «Nuova antologia». Nell'ultimo volume, uscito nel 1986, era tornato alla passione per gli studi storico-politici: L'invasione sovietica dell'Europa e la Resistenza. E' morto lavorando a un grosso saggio politico-economico sugli sviluppi del capitalismo. Agli amici d'un tempo scriveva di voler lasciare un deposito delle complesse esperienze fatte nella sua varia vita. Alberto Papuzzi

Luoghi citati: Adelphi, Europa, Ginevra, Lugano, Pollone