Un altro record, Siddharta diventa radioserial

Un altro record, Siddharta diventa radioserial Da martedì sul secondo programma il best seller di Hermann Hesse recitato in diciannove puntate Un altro record, Siddharta diventa radioserial Ma fu vera gloria? Cesare Cases: «Preveggenza e fortuna d'esser breve» tEItj ELL'ombra della casa, |m sulle rive soleggiate del a fiume, presso le barche, ■ nell'ombra del bosco di . i 11 Sai, all'ombra del fico, crebbe Siddharta...». Da martedì 20 il romanzo più celebre di Hermann Hesse (per 280 settimane nella classifica di Tuttolibrì, 42 edizioni e oltre un milione di copie in Italia) diventerà serial radiofonico. Per 19 giorni Marzia Ubaldi, Enzo Tarascio e Walter Mestosi, con la regia di Luigi Durissi, reciteranno, dalle 15 alle 15,30, Siddharta nella traduzione di Massimo Mila. Spiega Dino Basili, direttore di Radiodue: «Abbiamo già proposto Madame Bovary di Flaubert, Metello di Pratolini, Agostino di Moravia. Ora termina Rubé di Borgese. Un ingresso garbato nelle case per la letteratura italiana e straniera. Poi toccherà a Un grande avvenire dietro le spalle: sarà Gassman a leggere il suo libro, con l'aggiunta di capitoli inediti». Perché Siddharta? Basili: «E' un sempreverde, un'opera che non si poteva ignorare». Ma chi è Hesse? Una montagna del pensiero e della letteratura o un «bignami» dell'orientalismo? Un grande romanziere o un «Gino & Michele» della filoso¬ fia? Roberto Calasso, direttore di Adelphi: «Acquisimmo Hesse con la Frassinelli II nostro scopo non era avere la Frassinelli, ma cinque titoli suoi, fra i quali Dedalus di Joyce e Siddharta di Hesse. Tanto che, quando cedemmo il marchio Frassinelli, conservammo quei titoli». Cesare Cases ridimensiona il best seller: «La sua fortuna sta nella brevità. La stessa cosa Hesse ha fatto con II lupo della steppa, che è più lungo, ma i giovani non hanno pazienza, preferiscono i libri brevi. Grazie a tm parente indologo, Hesse aveva frequentato il mondo buddhista con preveggenza: aveva anticipato l'avvento di una ideologia irrazionale. C'è tutto: dall'omosessualità all'odio per la tecnica». Continua Cases: «La genialità consiste nel saper mettere il dito su un punto che diventerà importante. Il romanzo fu poco popolare subito dopo la guerra, perché "evasivo" rispetto ai grandi problemi. Poi il successo. Dov'è la bellezza? nel pot-pourri geniale fatto con ì resti delle minestre precedenti». Distacco garbato viene da Elémire Zolla: «Hesse non è di qualità maggiore rispetto a Meyrink, soddisfa però quesiti più andan¬ ti. Per un motivo che potrebbe «ssere errato, non mi sono mai dedicato al suo studio, ma ne ho letto con gusto le opere. L'amicizia verso di lui di tanti maestri del Novecento non fu certo casuale, tuttavia il suo capolavoro, Le perle di vetro, è, a confronto con opere analoghe di Ernst Jùnger, assai slavato e inesistente». Fu vero scrittore? Dice Zolla: {'Siddharta mi parve grondante di buoni sentimenti e tuttavia ebbe una parte nobile nel continuare la tradizione tedesca risalente a Schopenhauer, che tanta parte ha avuto nella assunzione delle verità religiose indù e buddhiste. Vorrei continuare a non approfondire l'eventuale valore stilistico di Hesse». Dall'Emilia, dove ieri ha ricevuto il premio Città di Modena, commenta Claudio Magris: «Siddharta è stato letto, è amato, fa parte della storia di ognuno. Hes¬ se fu scrittore e persona di tutto rispetto. Senz'altro furono migliori le opere precedenti, dove si raccontava senza spiegare. In Siddharta, come nel Lupo della steppa, si dice troppo, si rinuncia all'evocazione. I grandi costringono a interrogarsi, non offrono spiegazione di ciò che narrano». E, per gli orientalisti, quanta profondità filosofica c'è in Hesse? Risponde Oscar Botto: «Il suo lavoro ha un interesse, ma non è la gran cosa che si vorrebbe far vedere. Senza dubbio è opera di una persona che ha vissuto esperienze, ma la sua creazione narrativa non risponde allo spirito buddhista. Ha avuto effetto- su moltissimi giovani, ma non è stato lo stesso per quegli adulti che studiano a fondo il pensiero originale dell'Oriente. Insomma, una "reductio" personale». Marco Nei rotti Quarantadue edizioni, oltre un milione di copie vendute. Qualcuno insinua: è quasi un «bignami» 1913 a Torino arriva il pristock di racchette per il law-tenis, detto anche pallacorda (sto di un completo 170 lire). Margherita di Savoia dà un gale esempio e lancia la monn Hesse a Levine A destra: no Basili direttore adiodue DM'ombra della casa, e rive soleggiate del me, presso le barche, ombra del bosco di ll'b dl fi Q Hermann Hesse visto da Levine A destra: Dino Basili direttore di Radiodue

Luoghi citati: Emilia, Italia, Modena, Radiodue, Torino