I misteri di Cesena, 2 ragazze sparite di Vincenzo Tessandori

I misteri di Cesena, 2 ragazze sparite DOPPIO CASO ORLANDI IN PROVINCIA Di buona famiglia, dedite al volontariato, sono scomparse senza lasciare traccia I misteri di Cesena, 2 ragazze sparite In città si diffonde l'ipotesi delmaniaco killer CESENA DAL NOSTRO INVIATO Svanite nell'aria, volatilizzate o scomparse, come dicono i carabinieri che non sanno dove cercare. E già si affaccia il timore che un «mostro» si aggiri per le strade di una città, se non proprio tranquilla, tutto sommato non infernale. Anche se qui la banda della Uno bianca si è esibita in assalti e omicidi. Ma non è mai successo che a Cesena finissero nel nulla in due, ragazze «acqua di fonte», senza grilli per il capo, senza una vita doppia, tripla o quadrupla, insomma senza segreti. Era il primo pomeriggio di martedì 1 settembre e Cristina Golinucci, 21 anni, era uscita da casa per recarsi al convento dei Cappuccini, ai piedi delle colline. Attiva, impegnata nel volontariato, era tornata da pochi giorni da un campo scuola del gruppo diocesano a Lavarone. In quel convento era attesa da fra Lino Ruscelli, 60 anni: voleva parlargli del suo ragazzo, sembra, perché ora, dopo tanti anni di conoscenza, pensavano al matrimonio. Alla madre Marisa e al padre Giovanni aveva detto che sarebbe rincasata presto, in tempo comunque per accompagnare la sorella Stefania dalla parrucchiera. Sull'agenda, per le 18 era segnato un impegno alla Cisl dove lei, forte della sua esperienza di ragioniera, si occupava di dare una mano agli iscritti a orizzontarsi nella I giungla fiscale. E per concludere, un impegno serale per l'organizzazione della celebrazione dei mille anni di Pieve di Ronta. In convento non è mai arrivata, dice frate Lino. «Che si può pensare? Il mio primo pensiero fu di un maniaco, e mi pare che prenda piede». Lui l'aveva aspettata per alcuni minuti, poi era uscito, ma soltanto a sera, rientrando in convento, aveva scorto nel parcheggio la vecchia 500 azzurra della ragazza. Chiusa a chiave. Ma dov'era finita Cristina, sempre così puntuale? Proprio portata via dal vento. Frate Lino ha scritto una lettera aperta indirizzata alla giovane: «Cristina, anche martedì sei arrivata con precisione all'appuntamento dello Spirito, ma qualcuno ti ha bloccata a due passi dalla porta del convento. Cristina, dove sei? Il parcheggio dei frati cappuccini costruito a fianco della chiesa, con le offerte dei fedeli per i pellegrini in cerca di pace e di silenzio, così difficile da custodire contro l'invasione della droga e della prostituzione, è stato la tua trappola». «Sì, mia madre ci pensa alla possibilità di un maniaco, ne è più che convinta», sospira Stefania, che ha 25 anni ed è sposata. «Io no, io è meglio che non pensi a niente finché mia sorella non torna: fai un'ipotesi e te la smontano. Sono stata l'ultima a vederla, quella mattina. Era serena, stanca ma serena. Andavamo d'accordo, lo voglio dire perché qualcuno ha insinuato che fra noi ci fosse della rivalità, e che forse per quella lei se n'è andata. No, non riesco proprio a capire cosa sia successo». Nessuno riesce a capire. La città è distratta, gelosa del suo benessere appena toccato dalla crisi galoppante e contenuti problemi di immigrazione: in un convegno tenuto ieri è stato detto che sono mille gli extracomunitari nella zona. Africani ed europei dell'Est. La gente neppure più guarda i manifesti attaccati ai muri o sui tronchi degli alberi con la foto di Cristina e l'invito a dare una mano, in qualsiasi modo, per sbloccare le indagini. E Chiara Bolognesi? Lei ha 18 anni, è figlia unica, studentessa dell'ultimo anno all'istituto tecnico commerciale. Anche lei si è dissolta, il pomeriggio di lunedì 7 ottobre. Anche lei una ragazza tranquilla, anche lei senza grilli per la testa. Semmai, hanno messo in luce le indagini, in passato aveva sofferto di anoressia, quando aveva 16 anni, dicono, era un grissino, forse non pesava neppure trenta chili. Ma ne era venuta fuori. La sua giornata non era intensa: dopo la scuola la cosa importante era andare a studiare da una compagna, Michela. E alle 18 avevano terminato. Chiara se n'era andata, ma aveva perso l'autobus ed era tornata a bussare a casa dell'amica. Un quarto d'ora di chiacchiere, così, senza importanza, poi una nuova corsa verso la fermata del bus. Ma su quel pullman non è mai salita. I genitori hanno atteso per ore, prima di fare denuncia di scomparsa, forse perché pensavano a un colpo di testa. E anche oggi preferiscono tacere su questa brutta storia. Ma che cosa unisce le due ragazze, oltre a un destino in apparenza identico? Niente, sottolineano alcuni inquirenti. «Eppure siamo molto preoccupati», dice il sindaco, Edoardo Preger, pidiessino. «E' difficile dare un parere su una cosa che non riusciamo a capire e non si può arrivare a certe conclusioni, ma è lecito fare ogni supposizione, sì anche quella di un maniaco. Non è lecito, al contrario, creare panico. Ma preoccupazione ce n'è, e molta. Certo, una cosa del genere non era mai accaduta. A che punto siamo? Siamo nelle mani delle forze dell'ordine». E i carabinieri continuano nelle loro ricerche: fanno battute, quasi giornaliere, su per le colline, per la campagna, anche a cavallo. Vincenzo Tessandori Una doveva vedere un frate per parlare delle nozze, l'altra ritornava a casa Da settimane è buio Un'immagine di Cesena La città romagnola vive giornate di paura

Persone citate: Chiara Bolognesi, Edoardo Preger, Lino Ruscelli

Luoghi citati: Cesena, Lavarone