Le Carré «Abietto NewYorker»

Le Carré: «Abietto New Yorker» E' rissa Le Carré: «Abietto New Yorker» ~W| WASHINGTON i OHN Le Carré accusa il i ÌNew Yorker, la più sofiI sticata rivista letteraria JhJ d'America: «Fate del giornalismo abietto». Il nuovo direttore, Tina Brown, gli risponde per le rime: «Sono accuse estremamente maschiliste e antiquate. Ti comporti da collerico colonnello inglese». Una vera rissa nel salotto buono. Lo scrittore ha perso le staffe perché il settimanale ha stroncato come «incredibilmente benevola» una biografia del suo amico William Scowcross sul magnate della stampa ,Rupert Murdoch. In un'inviperita lettera Le Carré accusa Tina Brown, fino a pochi mesi fa direttore del pettegolo Vanity Fair, di aver sparato a zero contro il libro di Scowcross soltanto per ritorsione. Nella biografia di Murdoch si parla infatti a lungo - e in tono per niente lusinghiero di Harold Evans, marito di Tina, a cui Murdoch tolse nel 1982 la direzione del Sunday Times perché lo considerava «un inetto». «La recensione del libro di Scowcross - scrive l'autore di La casa Russia - è uno dei più squallidi esempi di giornalismo fazioso che io abbia mai visto». Tina Brown gli replica con un brusco fax: «Sbagli di grosso a pensare che io stia suonando la grancassa per mio marito Harry». E aggiunge di essere pronta a pubblicare la lettera di protesta di Le Carré purché ridotta a un paragrafo: di più non è possibile. Furibonda la contro-risposta dello scrittore: «La Brown ha portato al New Yorker gli standard di malignità e imprecisione tipici della stampa inglese». Scende in campo anche il marito di Tina, Harold Evans, capo della Random House, una delle più prestigiose case editrici americane: «Le Carré pensa che una moglie debba essere per forza la voce del marito. Le sue sono accuse davvero sessiste. Sono in grado di difendermi da solo». [r. e]

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