«Chiederò la grazia anche per Sofri» di Giovanni CerrutiAdriano Sofri

«Chiederò la grazia anche per Sofri» L'ASSASSINIO mi COMMISSARIO L'ex leader di Lotta Continua presente in sala non interviene e si limita a ribattere: «Troppa grazia» «Chiederò la grazia anche per Sofri» Marino presenta il suo libro sul caso Calabresi LMILANO O stesso giubbino beige che aveva nei giorni dei processi, Leonardo Marino sta scomodo anche al tavolo del Circolo della Stampa. Un po' per l'emozione, un po' perché là in fondo, penultima fila, si è appena seduto Adriano Sofri. Marino presenta il suo libro, «La verità di piombo. Io, Sofri e gli altri». Sofri, silenzioso, lo guarda e lo ascolta. Un solo scambio di battute, ma a distanza. Marino: «Il 21 ottobre ci sarà la sentenza definitiva della Cassazione. Se confermeranno le condanne, come credo, chiederò la grazia anche per Sofri». Risposta: «Troppa grazia...». Mancano cinque giorni alla Cassazione. Colpevoli o innocenti? Ripartono i dibattiti, arriveranno le polemiche. Dunque Leonardo Marino, il pentito, contro Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani. Per l'assassinio del commissario Luigi Calabresi, Marino si è autoaccusato e li ha accusati. I tre, e con loro gli ex militanti di Lotta Continua, hanno sempre sostenuto che Marino mente e non esistono prove. Due sentenze hanno dato ragione a Marino: 22 anni ai tre, 11 a Marino. Ma alle sentenze sono sempre seguiti polemiche, attacchi ai giudici, attacchi a Marino. Adesso, appunto a pochi giorni dalla Cassazione, parte proprio Marino. «Lo so - dice qualcuno sosterrà che è strumentale l'uscita del mio libro in questi giorni. Rispondo che se la Cassazione avesse preso la sua decisione a giugno, se non avesse rinviato, nessuno potrebbe parlare di strumentalizzazione». Strumentalizzazione, termine che torna spesso. Il suo libro, edizioni Ares, nasce per rispondere alle strumentalizzazioni, dice Marino. E si riferisce, nomi, cognomi e testate, «alle grandi campagne di stampa per Sofri, fatte soltanto per presentare una facete della medaglia». Un Marino impacciato nel parlare, e però sicuro nel soste¬ nere le sue ragioni. Gianfranco Maris, il suo avvocato difensore, gli sta accanto mentre sventola ritagli di giornale. «Guardate questo titolo: Pisa a Scalfaro, Sofri ha ragione, Marino ha mentito». Legge la storia di una piazza che ha gli alberi e non è piccola, e dunque non è come ha detto Marino. Sbugiardato dal Consiglio comunale di Pisa: «E invece - protesta deciso - io non ho mai detto nulla del genere. E' una mistificazione. Chi vuole vada a rileggersi i miei verbali, non ho mai parlato di quella piazza!». E' solo uno dei tanti esempi, ripete. E ancora: «In giugno, quando Sofri ha annunciato il suo sciopero della fame perché la Cassazione si era accorta di aver commesso un errore nell'assegnazione del processo, le televisioni hanno cominciato a parlarne. Da Giuliano Ferrara a Maurizio Costanzo a Gad Lerner. Io non sono mai stato invitato. Parlava solo Sofri, dicevano soltanto che non ci sono prove. Gli amici venivano da me, a Bocca di Magra dove continuo a vendere crèpes, e mi dicevano: "Ferrara ha detto che sei un mentitore...". Sentivo il bisogno di scrivere la mia versione». Non guadagnerà una lira, da questo libro. «Darò tutto in beneficenza, alle missioni di Comunione e liberazione, il gruppo di cui fanno parte i miei due figli. Lo faccio per un sacerdote che mi ha aiutato molto, il parroco di Vernazza don Alberto Zanini, morto questa primavera. Magari diranno che anche questo è strumentale». In pochi minuti, dopo gli interventi di Maris, dell'editore Cesare Cavalieri, del giornalista Luciano Garibaldi e dell'onorevole de Ombretta Fumagalli Carulli, Marino ha ribadito quello che sostiene dal giorno della confessione: «Ho sempre detto la verità». L'ha scritto all'inizio del libro: «Esiste una lobby trasversale, come la definisce giustamente Maris, formata dagli ex fondatori e capi di Lotta Continua, che ha fatto in modo di far sentire solo la sua campana. Perché aveva e ha i mezzi per farlo. Però nascondono la verità dei processi». Marino lo ripete in questa sala del Circolo della Stampa, piena anche di ex di Lotta Continua. Sofri non si è perso una parola, ma se ne va con il figlio quando Marino non ha ancora finito. All'uscita ha davanti il microfono di TeleMontecarlo: dove la troviamo dopo il 21 ottobre? «Che domanda! O a casa o in galera». Giovanni Cerruti Qui a fianco Leonardo Marino il pentito che accusa l'ex leader di Lotta Continua. A sinistra Adriano Sofri

Luoghi citati: Marino, Pisa, Vernazza