Stanza d'oro nel tempio sotterraneo di Lodovico Poletto

Stanza d'oro nel tempio sotterraneo In ValchiuseUaanni di lavori segreti di duecento fedeli trasformati in minatori Stanza d'oro nel tempio sotterraneo Ma il giudice sequestra l'opera di Damanhur Per quindici anni i responsabili di Damanhur hanno negato tutto. La città Stato di Baldissero Canavese, la comunità esoterica che oggi in Italia conta migliaia di adepti ha sempre smentito le voci di un tempio sotterraneo. Alla fine («Eravamo stufi dei piccoli ricatti dei pochi estranei alla comunità che sapevano della sua esistenza») hanno svelato il mistero. Il tempio c'è. E' stato scavato nella roccia viva, nel cuore di una montagna, in Valchiusella, a Vistrorio. L'ha progettato il padre di Damanhur, Oberto Airaudi, che con l'architettura non ha mai avuto nulla a che fare, ma che ha ideato tecniche di costruzione originali, da fare invidia a un fantasioso costruttore. Il «Tempio dell'uomo», così lo hanno chiamato quasi sintetizzando la filosofia che ha portato alla sua realizzazione è diviso in tre settori. Quattromila metri cubi, tre corpi separati tra di loro, collegati soltanto da cunicoli che corrono attraverso la collina. La struttura maggiore è alta quanto un palazzo di undici piani e coperta da una cupola di cemento armato che pesa un centinaio di tonnellate. Sopra ci sono dieci metri di terreno; il bosco è intatto, proprio come lo era cinquantanni fa. I locali, divisi a seconda del loro utilizzo sono rivestiti di ceramica, affreschi, mosaici preziosi e intarsi di vetro. Una stanza, quella dei metalli, è interamente rivestita di oro zecchino. Per realizzarlo quasi duecento persone hanno lavorato anni e anni sotto terra. Hanno scavato la roccia con picconi e martelli pneumatici ed hanno portato in superficie oltre due milioni di secchi di materiale terroso. Un lavoro certosino, come quello di attaccare insieme, a piombo, 66 mila pezzetti di vetro colorato, quelli che formano il grande rosone attacca¬ to alla cupola. Oberto Airaudi non ha dubbi nel definirlo il simbolo della comunità: «E' la dimostrazione che un popolo può fare grandi cose se è guidato da un ideale, se ha principi e obiettivi da raggiungere». Lì sotto l'accesso è vietato a chi non fa parte della comunità. Prima che il procuratore della Repubblica di Ivrea, Bruno Tinti, lo chiudesse per abuso edilizio, là sotto si svolgevano attività-esoteriche. «E' stato costruito nel punto dove s'incrociano le linee delle forze della terra - spiega ancora Airaudi -. Se quel punto fosse stato sotto una città il nostro tempio lo avremmo fatto lì». Le foto scattate in tutti questi anni di lavoro sono adesso diventate una mostra allestita nel grande e moderno ingresso della città Stato. Entrare nel tempio non si potrà mai, come non si potrà mai sapere dentro quale montagna c'è la vera città dei damanhuriani. «E' il nostro segreto». Lodovico Poletto Il tempio all'aperto che i «fedeli» di Damanhur avevano innalzato a Baldissero Ora ne hanno costruito uno sottoterra

Persone citate: Airaudi, Bruno Tinti, Oberto Airaudi

Luoghi citati: Baldissero, Baldissero Canavese, Italia, Ivrea, Vistrorio