Chi è il ministro criminale?

Chi è il ministro criminale? polemica. Augias scrive un giallo politico: con personaggi molto riconoscibili Chi è il ministro criminale? EROMA allora che vulimme fa'?»: chi si nasconde sotto le sembianze di Vin_cenzo Mudilo, l'arrogante ministro della Repubblica uso ad inghirlandare i suoi discorsi con espressioni ricavate dal più puro vernacolo partenopeo e che si trova immischiato in un sordido affare di sesso, droga, politica e denaro? E a quale personaggio della realtà italiana assomiglia l'antagonista numero uno del ministro? £' il capo della Sas (Sezione anticrimine Speciale) di nome Romano Guastalla che ha l'abitudine di sgranocchiare caramelline quando, assorto nei suoi pensieri, se ne sta seduto alla scrivania? Vincenzo Mudilo, Romano Guastalla, e poi Totò Colluso, capo della camorra, Stella Panama, attricetta in carriera, Ciccio Vaiuolo, re della sceneggiata napoletana in odore di camorra chiamato ad allietare le feste del truce ministro: nomi inventati, certo, nella fiction qualcosa bisogna pur concedere all'immaginazione. Ma quanti richiami alla realtà italiana nel romanzo di Corrado Augias, Una ragazza per la notte, che Rizzoli manderà in libreria la prossima settimana. La formula scelta dall'autore rispetta le consuetudini: «Ogni riferimento a fatti accaduti e a persone realmente esistenti deve intendersi assolutamente casuale». Sennonché, nell'Avvertenza al libro, è lo stesso Augias ad aggiungere la postilla al curaro: «D'altronde, ci sono successe tante di quelle cose nel corso degli ultimi anni, come escludere che potrebbero esserci successe anche queste?». No, non c'è nulla di «assolutamente casuale» nel primo giallo politico italiano dell'era postTangentopoli. E non c'è nulla di allegro nel romanzo ambientato, parole di Augias, «nel disfacimento e nell'agonia della Prima Repubblica». Omicidi, miserabili ma procaci ragazze del profondo Sud che salgono a Roma per inseguire la chimera del successo, festini, orge, profluvio di cocaina, assalti alle casse dello Stato, connubi tra boss camorristi e ministri della malavita, malversazioni, ricatti, pestaggi d'avvertimento, cadaveri oltraggiati. Come è orrenda la spettrale Prima Repubblica dipinta da Augias. E come è osceno il campionario umano che preme alle porte del Palazzo: una folla di lenoni, spacciatori d'alto bordo, ex buttafuori di discoteca promossi a manager di Stato, prostitute ingioiellate, principi dementi della nobiltà romana, gangster rifatti, teppisti dal coltello facile, giornalisti compiacenti, stupratori in guanti bianchi, mafiosi, ladri matricolati. Meno male che è un giallo. Ma se Augias rifiuta il gioco al massacro del «romanzo a chiave», certo non è casuale la puntiglio¬ sa precisione «realistica» con cui l'autore descrive personaggi, luoghi (l'hotel De Luxe: che sarebbe l'hotel Nazionale, a due passi da Montecitorio), giornali («L'Opinione»: cioè «la Repubblica»). E se fa piacere che l'eroe positivo, quello del viceprefetto, sia ritagliato sulle misure di Domenico Sica (la barba folta, il modo di parlare, i tic intellettuali), di certo nascerà più d'una cu¬ riosità sulla reale identità del ministro Vincenzo Mucillo, la personificazione del Male, il «farabutto», l'uomo più corrotto d'Italia, il politico più «chiacchierato» della Prima Repubblica che nel romanzo fa «parcheggiare» presso una sgangheratissima Usi le «ragazze» prescelte in un'ignobile tratta di giovani meridionali. Napoletano coinvolto in tutti gli scandali che hanno infangato Napoli. In gioventù studente di medicina. In passato titolare del dicastero del Bilancio. Gli indizi per riconoscere il ministro sono tanti, disseminati perfidamente lungo le 265 pagine del romanzo. E un indizio su tutti: la faraonica festa in una villa della campagna romana che il ministro organizza per celebrare le nozze della figlia Veronica. Un tripudio del cattivo gusto, un'antologia delle cafonate del nuovo ricco, un trionfo di maccheroni in «zuppiere d'argento grandi come tini da bucato» portati a spalla da camerieri grottescamente abbigliati come tanti «macilenti Pulcinella». Il tutto illeggiadrito nel romanzo dalle esibizioni di un famoso cantante di melodie napoletane tutte «amore e lagreme, sangue e tradimento» che però è anche una vecchia conoscenza del tribunale di Napoli. L'identikit del ministro aspetti criminali a parte, s'intende - è facilmente riconoscibile nella nostra realtà politica. Ma Augias non vuol fare nomi. E non si sbottona nemmeno sull'identità dei due potenti notabili democristiani, uno un «tipo calvo dal forte accento campano» e l'altro «napoletano anche lui con una faccia larga e cerea», che durante la festa scambiano appartati battutacce sul conto di un «Vecchio» della de oramai in declino. «Il Vecchio è ora che si leva dalle palle», sussurra feroce uno dei due. Inutile chiedersi chi sia il «Vecchio»: la Prima Repubblica sta finendo con lui. Pierluigi Battista Con una storia di sesso, masi consuma l'agonia della PNapoletana ex litolare del Bilancio: l autorenon fa nomisolo identikit 'al vetriolo Corrado Augias. Tra una settimana sarà in libreria il suo giallo «Una ragazza per la notte» (Rizzoli) Con una storia di sesso, malaffare e omicidi si consuma l'agonia della Prima Repubblica

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