I principini del capitalismo rosso di Fernando Mezzetti

I principini del capitalismo rosso Cina, i figli della nomenklatura preferiscono gli affari alle cariche politiche I principini del capitalismo rosso Hanno fondato finanziarie, fabbriche, agenzie turistiche E' diventato banchiere anche l'erede delfalco Chen Yun PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Lui, Chen Yun, 87 anni, vecchio comintemista, è capofila dell'opposizione a Deng Xiaoping contro la liberalizzazione dell'economia che il congresso del partito comunista, apertosi lunedì, è stato chiamato a varare. Ma i suoi eredi sono in prima linea tra i «capitalisti rossi», cioè le decine di migliaia di membri del partito datisi anima e corpo al business. Una sua figlia, Chen Weili, col figlio di un ex ministro della Sanità ha fondato una finanziaria a Hong Kong per investimenti in piccole e medie imprese. Un altro figlio, Chen Fang, ha lasciato la Marina per darsi agli affari, come direttore di una società legata alla fondazione intitolata alla defunta moglie di Sun Yat Sen. Secondo fonti di Hong Kong, nei mesi scorsi ha acquistato nella regione di Canton economicamente in maggiore sviluppo, 400 mila metri quadri di terreno per un progetto industriale. Il primogenito, Chen Yuan, ha invece fatto carriera come banchiere, ed è oggi vicepresidente della banca centrale. Parlando l'altro giorno con un gruppo di giornalisti di Hong Kong, egli ha negato che suo padre sia totalmente contrario all'economia di mercato, e secondo quanto viene riferito ha aggiunto che a causa dell'età il patriarca «non può avere una chiara comprensione dei concreti problemi politici». I tre sono tra i più noti dei figli di alti dirigenti del partito che o hanno fatto carriere «a elicottero», come dicono i cinesi, o si sono lanciati negli affari. Tutti insieme costituiscono quello che viene sarcasticamente definito «il partito dei principi ereditari». I legami familiari e di clan restano forti anche all'interno del partito comunista. Nelle lotte di potere precedenti il congresso nei mesi scorsi, i duri avevano cercato di far stabilire regole interne perché le cariche paterne passassero agli eredi, in modo da assicurare nuovi dirigenti di provata fedeltà. L'iniziativa è stata bloccata dal gruppo di Deng, il quale non ha personalmente eredi da sistemare: dei cinque figli, nessuno è in politica o negli affari, salvo una che è comunque medico. I vari principi hanno comunque tutti posizioni di rilievo. I padri vantano lunghe marce e sublimi abilità di sopravvivenza nelle lotte nel chiuso della Città Probità. Loro, insieme col nome, vantano fiuti rabdomantici nel capire le tendenze generali, e risolutezza nel cavarsela nella pratica del capitalismo. I due figli di Chen Yun si sarebbero infatti dati agli affari subito dopo il viaggio fatto da Deng Xiaoping nel Sud nell'inverno scorso per rilanciare le riforme esaltandone il successo e scuotere partito e paese dall'irrigidimento imposto dai conservatori dopo la Tienanmen. I seguaci del loro padre hanno cercato di erigere un muro di silenzio intorno a quel viaggio, ma loro evidentemente avevano capito che la linea di Deng si sarebbe imposta. Li ha seguiti nell'avventura capitalista il figlio di Bo Ybo, un altro dei grandi immortali. Due mesi fa si è dimesso da capo dell'ente turistico di Pechino per aprire un'agenzia di viaggi. Un altro figlio di Bo Ybo è sindaco di Dalien, la vecchia Port Arthur, città in questi ulti- mi tempi in pieno sviluppo grafie a investimenti giapponesi. La figlia di Nie Rongzhen, defunto eroe della Lunga Marcia, è generale dell'esercito ed è uno dei maggiori responsabili per la creazione di joint-ventures dei militari, presenti in vari settori, con gli stranieri, per attrarre investimenti e tecnologia. Il figlio di Liu Shaoqi, il primo presidente della Repubblica contro il quale Mao lanciò nel '66 la rivoluzione culturale e che morì in carcere, era fino a pochi mesi fa vicegovernatore della regione di Henan. Da qualche tempo è stato nominato commissario politico della polizia, col grado di generale. Sarebbe lunga, e di difficile lettura, la lista di figli o parenti di dirigenti in posizioni di potere o lanciatisi sulla strada del capitalismo, magari essendo stati guardie rosse in gioventù. Due dei figli di Deng sono stati eletti tra i delegati al congresso: Deng Nan e Deng Pufang. La prima ha rango ministeriale quale vicepresidente della commissione per la scienza e la tecnologia; il secondo, ridotto alla sedia a rotelle da quando le guardie rosse lo buttarono da una finestra nel '66, è presidente dell'associazione degli invalidi. Degli altri tre, una fa da segretaria al padre, una è pittrice di notevole talento, uno è medico, specializzatosi in America. Fernando Mezzetti Solo la famiglia di Deng non segue la direttiva di sfruttare l'economia libera L'anziano leader cinese Deng con la figlia Deng Rong [foto api

Luoghi citati: America, Canton, Cina, Hong Kong, Liu Shaoqi, Pechino