Canone tv

Canone tv Canone tv Gli evasori sono 3,5 milioni ROMA. Ecco i «portoghesi» della Rai. Circa tre milioni e mezzo di italiani guardano primo, secondo e terzo canale a sbafo, senza pagare il canone di abbonamento, con una perdita di introiti per la Rai ed il fisco di quattrocento miliardi di lire. La stima è riportata nel referto della Corte dei conti sui bilanci dell'ente televisivo relativo all'anno 1989-90. Gli abbonati sono circa 15 milioni. La Corte dei conti ha quantificato il numero degli evasori parziali: sono il 3,78 per cento, in pratica mezzo milione di cittadini è moroso nei pagamenti. Il problema, dunque, è quello dell'evasione totale: la Corte osserva «come la massiccia evasione dei canoni di abbonamento arrechi un notevole pregiudizio oltre che alla concessionaria anche alla finanza pubblica per le quote di propria spettanza». I magistrati contabili, quindi, sottolineano «la necessità dell'adozione di misure idonee a fronteggiare questa situazione da parte della competente amministrazione finanziaria». La Corte dei conti poi richiama i suoi precedenti rilievi sul massiccio indebitamento della Rai che giudica essere il problema più urgente. Nel 1990 l'esposizione debitoria media aveva raggiunto i 1400 miliardi di lire (nel bilancio 1991, tuttavia, si indicava un indebitamento medio in calo al livello di 1180 miliardi di lire). L'organo di controllo insiste poi sul rispetto delle sue raccomandazioni «in ordine alla ristrutturazione e razionalizzazione organizzativa ai fini del contenimento dei costi di esercizio». La Corte, che parla relativamente al biennio 1989-90 di «allarmante precarietà economico finanziaria», rimarca «la necessità, non ulteriormente rinviabile, della completa riorganizzazione e ristrutturazione aziendale con recuperi di efficienza richiamando la società ad un efficace e continuo controllo di tutte le componenti dell'indebitamento e dei costi di gestione, all'eliminazione della eccessiva frammentarietà dei numerosi centri di spesa (circa cinquantadue) e al rigoroso rispetto da parte di tali centri dei budget assegnati. Sul fronte costi, i magistrati contabili sottolineano la consistenza «decisamente sovradimensionata» del personale, invitando l'azienda a tutte le opportune iniziative per contenerne l'onere». [Ansai 4

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