Altissimo: troppi gattopardi in giro di Fabio MartiniRenato Altissimo
Altissimo: troppi gattopardi in giro Il segretario liberale vede nelle forze popolari «tentazioni di fìnto cambiamento» Altissimo: troppi gattopardi in giro «Il governo? Amato non si cambia» PICCOLI PARTITI DI FRONTE ALLA CRISI SROMA OTTO la bufera, la de accarezza di nuovo l'idea di cambiar nome, il pei lo ha già fatto, mezzo psi pensa all'Alleanza democratica, La Malfa è in feeling con Segni. E il piccolo partito liberale? Onorevole Altissimo, tutto cambia, tranne il pli? «Stiamo attenti a non buttare il bambino insieme con l'acqua sporca. Il pli non è mai stato un partito-Stato, come la de, come il pei, come altri partiti di governo, ma un comitato elettorale, non molto diverso dai partiti americani». Ma si sta marciando verso aggregazioni più ampie. Che ne sarà di voi? «Quello che è accaduto in Francia è esemplare: a seguito della nuova legge elettorale, che poi è simile a quella che propone il pli, si costituì l'Udf, dove confluirono i radicali, i repubblicani di Giscard (che all'inizio avevano il 2%), i cattolici di Lecanuet. I partiti sono rimasti, non necessariamente li devi cancellare». Già, ma in questo possibile rimescolamento non rischiate di sparire? «La funzione dei liberali oggi, per dirla con una battuta, è quella della "Vespa". La Piaggio costruiva motori per aeroplani che avevano bisogno, per essere messi in moto, di motorini di avviamento. Finita la guerra, di questi motorini non sapevano che farsene, gli hanno messo due ruote e così nacque la "Vespa". Il compito dei liberali è di promuovere una forte aggregazione della cultura liberal-democratica, una cultura più ampia del pli e del vecchio simbolo». Per la riforma elettorale è arrivata l'ora X: saia l'ora dei gattopardi o dei riformatori veri? «Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una giornata tremenda quella che sta arrivando. Davanti a questo clima generale di sfiducia c'è la tentazione dei tre partiti popolari di un'operazione di finto cambiamento». Ma tra i gattopardi non ci sono i due vostri principali alleati, Craxi e la de? «Il paradosso sta che nell'alleanza sulla riforma c'è anche il pds e nei governo stiamo con quelli che vogliono fare gattopardismo. Ma io non posso andare da Amato e dirgli: faccio la crisi perché sulla riforma i socialisti hanno una posizione diversa...». Eppure, avete imboccato strade diversissime. «Se si andasse sulla strada di De Mita, psi e pds faremmo un disastro. Avremmo qualche vantaggio, col premio di maggioranza, sul piano della governabilità, ma non ricuciremmo lo strappo che esiste tra Paese e Palazzo. Il vero scontro è tra i sostenitori del proporzionale e dei collegi uninominali. Il cittadino deve poter scegliere, in un distretto di 6070 mila abitanti, sapendo che il deputato è Giuseppe Pautasso e se sbaglia lo caccia a calci nel sedere. Così si rompe il sistema di mediazione fatto dai partiti». Come si sblocca l'impasse? «C'è una ribellione in corso nel Paese, ma c'è il rischio di un'operazione di colossale gattopardismo. E allora si devono utilizzare strumenti di emergenza: siano i cittadini a scegliersi il modo in cui vogliono organizzare la loro Repubblica. Non sarà il sistema a gestire la propria autoriforma». La vostra proposta di riforma elettorale - uninominale a doppio turno - è la più vicina a quella di Segni. Perché con lui non siete così affettuosi come La Malfa? «Questo non è vero. Segni immagina una contrapposizione tra un blocco moderato (cattolici popolari, laici) e i laboristi. La Malfa immagina una cosa diver' sa: Segni, ma anche Rodotà, pezzi di pds. Il trasversalismo è praticabile in vista di specifici obiettivi, non sulle grandi opzioni». La de di De Mita e Gava pencolava verso pds e pri, ma Martinazzoli dice subito no al governissimo. Cosa c'è dietro l'angolo del governo Amato? «Finalmente dalla de un'indicazione chiara. Il problema nazionale è l'emergenza della finanza pubblica. Sulle amare ricette che servono vedo soltanto i repubblicani che però suggeriscono condizioni impossibili. Dopo Amato vedo ancora Amato». Fabio Martini «La funzione del pli è come quella di una Vespa» Il segretario dei pli Renato Altissimo
Luoghi citati: Francia
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