Eros: «Fate come me cautela per far l'amore»

Eros: «Fate come me cautela per far l'amore» Ramazzotti testimonial della campagna anti-Aids Eros: «Fate come me cautela per far l'amore» TORINO. Eros Ramazzotti ancora in campo per una buona causa: interpreta uno spot contro l'Aids, raccomandando ai ragazzi di usare il preservativo. Da anni ormai il giovanotto romano, amatissimo da certo pubblico adolescenziale, dedica tempo ed energie alla Nazionale di calcio dei cantanti - di cui è presidente e ala sinistra - per raccogliere fondi a favore di iniziative benefiche d'ogni genere. E adesso il corrucciato Eros mette il suo appeal al servizio alla campagna del ministero della Sanità per la prevenzione dell'Aids. Gratis, ga va sans dire. Il fumato, curato dell'agenzia di pubblicità Armando Testa, è diretto da Stephen Frears, regista di Dustin Hoffman in «Hero». Gli esterni sono stati girati allo stadio delle Alpi di Torino. Lo spot andrà in onda su Rai e reti Fininvest a metà novembre. «Quando me l'hanno proposto, ho accettato subito - dice il bell'Eros. - Mi pare giusto: i ragazzi mi ascoltano, mi considerano uno di loro. E se posso fare qualcosa di buono... La storia? Be', si vede la preparazione di un concerto, montano le scene, sai, tutta l'atmosfera prima dello spettacolo, e intanto una voce fuoricampo spiega che far l'amore in modo responsabile è importante, e che usare il preservativo significa sicurezza. Alla fine c'è un primo piano mio, mentre sto per salire sul palco e cominciare a cantare: guardo la telecamera e dico "Io faccio così. E voi?"». Ma davvero? Insomma, è ufficiale? Eros Ramazzotti lo dice e lo fa, o è soltanto il testo di uno spot? «Partecipare a questa campagna, parlare ai ragazzi e spiegare certe cose, mi impegna personalmente. Se dico "uso il preservativo", lo devo usare davvero, è una questione di coerenza e onestà. E di rispetto per me stesso e per gli altri». Ma lei pensa che oggi i minorenni vivano la sessualità in modo diverso dai loro coetanei di una volta? «Be', ho quasi trent'anni, e non posso dire come vivono la sessualità i giovanissimi. Però la minaccia dell'Aids riguarda tutti, e tutti devono capirlo». Racconta Franco Carrer, il direttore creativo dell'Armando Testa, che ha seguito lo spot ramazzottesco: «Le riprese sono durate 16 ore e lui è stato sempre disponibilissimo. Non capita spesso, con le stelle dello spettacolo». E bravo Eros. Non ha nulla da invidiare, quanto a impegno sociale, ai celebri colleghi di lingua inglese. Nemmeno a Elton John, il quale nei giorni scorsi ha presentato il suo personale contributo alla lotta contro la «peste del Duemila». Ha infatti inciso un disco i cui incassi andranno a sei associa¬ zioni di ricerca e assistenza ai malati e domenica sera, insieme con Lionel Ritchie, Whoopi Goldberg e altri, ha partecipato a un megaconcerto newyorchese a sostegno dell'organizzazione di Liz Taylor per la lotta contro l'Aids. Proprio durante il concerto, fra l'altro, Elton ha dato uno schiaffo a una guardia del servizio d'ordine, e l'agente gli ha intentato causa chiedendo 100 milioni di dollari ( 120 miliardi di lire) per i danni. A parte l'incidente, il cantante è più impegnato che mai. «Ho visto morire troppi amici in questi anni, per restare insensibile», ha spiegato. E ha scritto «The Last Song», un brano dove si descrive il difficile rapporto fra un giovane malato di Aids e il padre. Oltre al disco, c'è anche un video, molto bello: è di Gus Van Sant, il regista di «Drugstore Cowboy» e di «My Own Private Idaho». Scorrono le immagini serene dell'infanzia, alternate con le scene strazianti dell'oggi: il malato si spegne in un letto d'ospedale, il padre lo guarda e non riesce a parlargli. Alla fine, tra il figlio morente e il padre torna la comprensione, la riconciliazione, «perché - ha spiegato Elton John - c'è sempre quel senso di vergogna, quasi una riprovazione sociale, che rende ancor più terribile e avvilente la solitudine di chi s'ammala». lg. fer.] Il regista è Frears Dice il cantante: «Questa malattia è una minaccia che ci riguarda tutti» Intanto per Elton John un disco, un concerto (e uno schiaffo) di beneficenza

Luoghi citati: Idaho, Torino