E' BUSH IL PROBLEMA DI BUSH di Gaetano Scardocchia

E' BUSH IL PROBLEMA DI BUSH DOPO LA SFIDA IN TV E' BUSH IL PROBLEMA DI BUSH UNEW YORK N Presidente degli Stati Uniti che, tre settimane prima delle elezioni, annuncia all'improvviso che intende licenziare i suoi ministri e affidare il governo dell'economia all'ex segretario di Stato James Baker è un Presidente in preda al panico. Ancora una settimana fa, Bush aveva dichiarato che Baker, il quale ora dirige la campagna elettorale della Casa Bianca, sarebbe tornato a occuparsi della politica estera. Perché ora cambia programma? Il commento più velenoso (ma anche il più appropriato) è venuto dal suo rivale Bill Clinton, il quale ha osservato che il comportamento del Presidente gli fa pensare a un allenatore che, avendo accumulato molte sconfitte e temendo di perdere il campionato, «decide di licenziare la squadra». In effetti, la sola plausibile spiegazione per la nuova e imprevista mossa di Bush è che il Presidente non riesce a recuperare il distacco da Clinton e cerca con gesti clamorosi, e dunque disperati, di comunicare all'elettorato che, se cambiamento deve esserci, sarà lui, l'attuale titolare della Casa Bianca, a promuoverlo e guidarlo. Bush ha insomma bisogno di gridare e di agitarsi, anche con segnali inconsulti, perché non riesce più a farsi ascoltare dal suo popolo. Si è visto nel dibattito di domenica sera che il Presidente sa essere all'altezza del suo ruolo, appare combattivo, lucido, insolitamente bene articolato. Ma il dibattito non ha cambiato il dato fondamentale dell'equazione elettorale, e cioè che Clinton mantiene inalterato il suo vantaggio, che è - facendo una media tra i vari sondaggi - di oltre 10 punti percentuali. Bush aveva bisogno di portare un affondo decisivo, di vibrare un colpo che riaprisse la partita. Non ci è riuscito. Si può dire che per il solo fatto di non aver vinto, il Presidente ha perduto. Così come Clinton, non avendo perduto, ha vinto. Il pareggio, in casi come questi, favorisce chi è in testa alla classifica. Domenica sera il solo vincitore è stato Ross Perot. Parlava un linguaggio fresco e croccante, che è piaciuto al pubblico assai Gaetano Scardocchia CONTINUA A PAG. 2 QUARTA COLONNA

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