Scoperto l'atelier dei «topi d'auto» di A. Con.

Scoperto l'atelier dei «topi d'auto» In un garage le vetture fatte a pezzi: 2 arresti Scoperto l'atelier dei «topi d'auto» Una lunga, paziente indagine partita dal ritrovamento, in un garage di via Fattori 50, di centinaia di parti d'auto smontate, tutte di provenienza furtiva. I carabinieri della compagnia Mirafiori lavorando su motori, volanti, scappamenti, specchietti, ruote e pneumatici sono riusciti a risalire ad una parte delle vetture rubate e smontate. Ed hanno così tracciato una «mappa» dei furti, quasi tutti nella zona Sud della città. Una Thema di provenienza furtiva ha poi permesso di «legare» un topo d'auto, Marco D'Incaici, 24 anni, Rivoli, via Assisi 13, (già arrestato lo scorso maggio, quando fu colto in flagrante mentre si stava impossessando della Renault Clio di un poliziotto) all'organizzazione che operava a Mirafiori. I carabinieri del capitano Ferlito hanno così preparato un rapporto, sulla base del quale il magistrato, dottor Giorgio Martincich, ha amesso ordini di cu¬ stodia cautelare per lo stesso D'Incaici e per Matteo Tritto, 37 anni, via Pralungo 2. Quest'ultimo è considerato la mente dell'organizzazione: era infatti lui che affittava il garage utilizzato come sala di smontaggio e sarebbe stato lui a dirigere la parte «commerciale» dell'attività, rivendendo i pezzi sul mercato alternativo. I furti venivano compiuti in proprio (dal D'Incaici) ma anche commissionati a tossicodipendenti. Preferite Golf, Thema, Y 10 e Delta. Il ladro riceveva un compenso (spesso meno di un milione) e spariva. Nel garage di via Fattori l'auto veniva smontata completamente: i motori e le sellerie venivano trattenuti, mentre le parti di carrozeria prendevano la strada di sfasciacarrozze compiacenti. I guadagni più forti della banda avvenivano sui motori, soprattutto diesel, rivenduti fino a un milione e mezzo l'uno. [a. con.]

Persone citate: Ferlito, Giorgio Martincich, Marco D'incaici, Matteo Tritto

Luoghi citati: Rivoli