Truffati i carabinieri di Claudio Cerasuolo

Truffati i carabinieri Un consorzio acquista due «castelli fantasma» per oltre due miliardi Truffati i carabinieri Un edificio era ipotecato, l'altro diroccato, dovevano diventare case di riposo per militari in congedo. Scomparsi i venditori, un esposto alla Procura Truffa miliardaria ai danni del consorzio cooperative edilizie «Chiaffredo Bergia», che conta tra i suoi soci carabinieri in congedo. Il consorzio ha acquistato per due miliardi e 311 milioni da una fantomatica società, la «Cirs» di Fulvio Massabò, due castelli da trasformare in case di riposo per carabinieri in congedo. Ma, dopo aver sborsato centinaia di milioni, il presidente del consorzio ha scoperto di aver comprato due «scatole vuote». Il «Country Club» di Castelnuovo Bormida, che doveva valere un paio di miliardi, è un fabbricato in stato di completo abbandono e vale qualche decina di milioni. Il castello di Cortanze d'Asti di proprietà della «Reme» (controllata dalla Cirs) è gravato da ipoteche per 470 miiloni. Il presidente del consorzio, Antonino Settineri, 34 anni, via Vandalino 138, ha presentato alla procura un esposto contro Fulvio Massabò, 47 anni, di Imperia, corso Garibaldi 13, titolare della Cirs (Compa¬ gnia italiana di ricerche e sviluppo) con sede «fittizia» in corso Marconi 39 a Torino. Settineri era entrato in contatto con Massabò tramite i buoni uffici dei presidenti di due cooperative del consorzio: Giuseppe Belletti, 47 anni di Burolo di Ivrea, della Unione Cooperative e Gatti, della Cooperativa S. Rafael. Belletti avrebbe prospettato a Settineri la possibilità di acquistare il patrimonio della Cirs. A dissipare gli ultimi dubbi sulla bontà dell'affare era intervenuto un commercialista, Nicola Cavallo, nello studio del quale Settineri aveva incontrato Gatti, con il quale aveva poi stipulato un accordo. Massabò avrebbe venduto alla Cooperativa S. Rafael il pacchetto azionario della Cirs, che sarebbe così entrato nella disponibilità del consorzio Chiaffredo Bergia. Per rilevare il pacchetto azionario della Cirs, tra ottobre '91 e febbraio 92', Settineri staccò assegni per 133 milioni, firmò cambiali per 2 miliardi e 177 milioni. Le prime difficoltà sorsero quando Settineri chiese a Massabò di poter esaminare i libri sociali della Cirs. Visto che Massabò non si faceva trovare, il presidente del consorzio si rivolse al suo commercialista, il dottor Dentis, e si sentì dire: «I libri sono alla Guardia di Finanza». Nel maggio scorso, quando Settineri aveva già onorato cambiali per centinaia di milioni, arrivò la relazione delle Fiamme Gialle: «La Cirs è una scatola vuota. Il Castello di Cortanze è ipotecato per quasi mezzo miliardo. L'altro castello è un edificio abbandonato sul quale Massabò ha fatto lavori per una cinquantina di milioni e che ne vale pochi di più». Inutili i tentativi di rintracciare Massabò e Belletti. Nei giorni scorsi, quando Settineri ha ricevuto un decreto ingiuntivo della Banca nazionale del lavoro per 640 milioni si è deciso a fare denuncia. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Burolo, Castelnuovo Bormida, Cortanze, Cortanze D'asti, Imperia, Ivrea, Torino