C'è Martelli il psi si divide

C'è Martelli il psi si divide Al Lux neanche un dirigente socialista C'è Martelli il psi si divide Il vecchio militante socialista dà di gomito al compagno della sedia accanto: «C'è Franco, pensavo non venisse». Chissà dov'è Franco, perso tra i martelliani del cinema Lux. E' un sabato speciale per il Garofano. Riunione politica, certo, ma con un che di mondano. I cronisti annotano gli invitati eccellenti, a margine segnano le assenze di grido. C'è Gabriele Salerno, per un giorno uomo-ombra del ministro di Grazia e giustizia. E con Salerno il consigliere regionale Giancarlo Tappare e il direttore dell'Ispes Bruno Babando, vecchi amici di Nerio Nesi. Ecco gli ex dioscuri della sinistra, Cardetti e Fiandrotti, oggi divisi. Ecco il consigliere comunale Raffele Gìangrande, che si autoproclama socialdemocratico, per esteso, cioè né psi né psdi. Lo segue Luigi Piccolo, già Pensionato, recentemente attratto dall'orbita Borsano. Il presidente del Torino non si fa vedere, bloccato a Roma per la fiducia al governo. Un'occhiata in platea. I sindacalisti Persio e Marengo, la sovraintendente del Regio Elda Tessore. Gli osservatori interessati di altri partiti: il segretario pds Chiamparino, il capogruppo Carpanini, i responsabili cittadini del pri Marino e del pli Peveraro. «Anche molti laganghiani della base» afferma Salerno. «Per curiosità personale» ribatte al telefono il segretario Tigani. Tigani ha detto «no grazie» all'invito dei martelliani. Sancendo, con il segretario regionale Amato, il presidente del Consiglio regionale Spagnuole il vicesindaco Marzano, uno strappo difficile da ricucire. «Era una riunione di corrente, per questo non ci siamo andati» dicono gli uomini vicini a La Ganga. Pillole di questa mezza giornata martelliana. Il governissimo a Torino? «Può essere l'unica soluzione. Di certo non è un passo verso l'alternativa democratica». La Lega? «Penso alla mia Mantova. E' una città più vivibile, ad esempio più pulita di quanto non siano Milano e Torino. Eppure la gente vota Lega, perché si confronta con altre realtà europee. E si scopre un passo indietro». Il breve incontro con don Ciotti: «Positivo, su molti punti siamo d'accordo». Quali? Risponde il sacerdote: «Primo fra tutti la necessità di depenalizzare il consumo della droga». Alle 13,30 il ministro pranza al Cambio, saletta riservata. All'invito non hanno risposto, per impegni precedenti, Rusconi e Vattimo. Con Filippo Barbano c'è Saverio Vertono, grande affabulatore. Tra una portata di pesce e gli immancabili tagliolini ai funghi, il discorso torna ai partiti, alle regole, alle tangenti e alle polemiche sugli arresti. Si parla di Craxi, certo, e di uno scontro ormai inevitabile: «Speriamo che il congresso arrivi presto» ripete Martelli. Alle 14,30 è tutto finito, il corteo si muove verso Caselle: a Roma si decide la fiducia al governo Amato che, dice il ministro, «meriterebbe più voti di quelli che ha». [già, pav.] Il segretario psi Franco Tigani

Luoghi citati: Mantova, Milano, Roma, Salerno, Torino