Allarme Usa: è rivolta

Allarme Usa: è rivolta Allarme Usa: è rivolta Tutti gli indios sul piede di guerra Mendicheremo i nostri martiri» SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO Nelle capitali dell'America Latina, quella di domani sarà una giornata piena di inaugurazioni di monumenti e di discorsi grondanti di retorica in omaggio ai 500 anni trascorsi dall'arrivo di Cristoforo Colombo al «Nuovo mondo». Ma gli indios hanno deciso di rovinare la grande festa delle celebrazioni ufficiali. In Ecuador, quasi 20 mila indigeni in costume di guerra stanno marciando verso Quito e hanno annunciato che bloccheranno le principali strade del Paese. In Colombia, la grande autostrada Panamericana è già paralizzata da giorni, ed un gruppo guerrigliero ha espresso la sua solidarietà agli indios «invitando» le imprese di trasporto fluviale a tenere ferme le loro chiatte fino a mercoledì prossimo. La tensione aumenta di ora in ora anche in Perù, Bolivia e Repubblica Dominicana - dove venerdì è arrivato in visita il Papa - ed i preparativi per i cortei, le manifestazioni ed i sit-in di protesta si moltiplicano in Argentina, in Cile, in Messico ed in tutto il Centro America. «Il 12 ottobre non c'è proprio nulla da festeggiare: in questi cinque secoli almeno 70 milioni di nativi sono stati sterminati dai bianchi ed i diritti dei popoli indigeni vengono calpestati ancora oggi», ha detto Rigoberta Menchu, l'india guatemalteca candidata al premio Nobel per la pace, nel suo applaudissimo intervento nel corso del meeting internazionale sui «500 anni di resistenza» che la scorsa settimana ha riunito a Managua oltre 300 leader indigeni di tutto il continente. Le proteste di domani - è stato ripetuto durante l'incontro - saranno assolutamente pacifiche. Ma non tutti sembrano disposti a sotterrare l'ascia di guerra, e a Washington è già scattato l'allarme. «In diversi Paesi latinoamericani è possibile una recrudescenza del terrorismo antiUsa in occasione dell'anniversario di Colombo», ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Richard Boucher, invitando i cittadini statunitensi in viaggio a Sud del Rio Grande ad «essere prudenti» e a mantenersi in costante contatto con l'ambasciata più vicina. E pare davvero che la situazione stia diventando «calda». A La Paz, la polizia Boliviana ha arrestato giovedì un uomo ed una donna che trasportavano una bomba che sarebbe stata usata per far saltare in aria la statua dela regina Isabella, mentre il portavoce di una piccola organizzazione di contadini ha annunciato che nei prossimi giorni saranno date alle fiamme le fattorie di proprietà dei latifondisti spagnoli che vivono nel Paese. Nel vicino Perù, dove Sendero Luminoso è fortemente radicato tra gli indios, il timore è che le proteste contro i «500 anni» si mescolino con la nuova ondata di violenza scatenata dal gruppo guerrigliero dopo l'arresto e la condanna all'ergastolo del loro leader Abimael Guzman. Ieri, una carica di dinamite è esplosa davanti alla filiale di Lima della banca spagnola Extebandes, in pieno centro; l'attentato, rivendicato dai senderisti, secondo la polizia è legato all'anniversario della scoperta dell'America. Gianluca Bevilacqua

Persone citate: Abimael Guzman, Cristoforo Colombo, Gianluca Bevilacqua, Richard Boucher, Rigoberta Menchu