Longarini attacca: io ladro? Ho solo crediti verso lo Stato di Francesco La Licata

Longarini attacca: io ladro? Ho solo crediti verso lo Stato Longarini attacca: io ladro? Ho solo crediti verso lo Stato LA SFIDA DEL «RE» DI ANCONA ANCONA DAL NOSTRO INVIATO IL Ragioniere rimane in carcere. Il colloquio che ha sostenuto ieri mattina col giudice per le indagini preliminari non gli ha ridato la libertà. Il magistrato non ha cambiato idea circa la fondatezza delle accuse mosse all'imprenditore. E lui, Edoardo Longarini, duro e ostinato come sa essere un uomo che si è fatto da sé, ha insistito determinato: «Sono innocente, non ho colpe. Io ho rubato i soldi dello Stato? Per la verità, credetemi, sono io creditore nei confronti dell'amministrazione pubblica». No, non è stato un esordio sereno quello di Edoardo Longarini, «patron» dell'Ancona Calcio, editore delle Gazzette, costruttore, re degli appalti, adesso detenuto, insieme con altre sei persone, per lo scandalo legato alla «gestione allegra» del Piano di ricostruzione di Ancona. Quando è entrato nella sala colloqui del supercarcere di Montacuto, il Ragioniere appariva alquanto turbato. Fino a sembrare scostante. Barba lunga, giacca blu, camicia chiara col collo aperto, senza cravatta come prevede la regola carceraria, l'imprenditore affronta il giudice Marco Vincenzo D'Aprile. Accanto i legali: il professor Giuseppe De Luca e l'avvocato Antonio Squillace, più che difensore, essendo ormai l'uomo di fiducia di Longarini, dopo che nello scandalo è rimasto travolto anche Camillo Fiorini, braccio destro del Ragioniere. Il tono della voce di Longarini è tutt'altro che accomodante: «Non credo di meritarmi di stare in questo posto». Qualche attimo di imbarazzo, gli sguardi dei presenti si incrociano interrogandosi. Poi, il buonsenso prevale e il Ragioniere imbrocca la via della riflessione. «Ho sempre fatto - spiega - quello che decideva il ministero». «Ho preso il dovuto - aggiunge - come si può benissimo capire dai documenti ufficiali. Sono innocente, io». Certo, qualche contestazione il giudice l'avrà pure mossa al Ragioniere. Ma lui non si è scomposto. Del suo interrogatorio dicono che è stato «garbato, come nello stile e nell'educazione del magistrato, ma anche dell'indagato». La sua difesa è stata l'attacco. Alle domande ha risposto con altre domande. «Perché mi trovo qui?». «Per quale effettiva ragione sono in questa situazione?», ha chiesto al magistrato. E poi, con un velo di polemica ha ricordato che, per questa stessa vicenda, aveva ricevuto un avviso di garanzia già un anno fa. Quindi è tornato al suo cavallo di battaglia: «Dallo Stato ho preso meno soldi di quelli che mi erano dovuti». Una prova? Secondo il Ragioniere, sta nel contenzioso da tempo in piedi tra la «Adriatica Costru¬ zioni» e il ministero dei Lavori Pubblici. Una «lite» da 450 miliardi (lavori per la variante al Piano di ricostruzione) ancora pendente davanti al Tribunale amministrativo, ma già confortato dal giudizio favorevole (di primo grado) della pretura. Ha insinuato, il giudice, l'esistenza del reato di corruzione? Secondo l'avvocato Squillace «non ci sono gli elementi». Se è così possono tirare un sospiro di sollievo gli amici e protettori di Longarini. E poi, si sa: il Ragioniere non è uomo che abbandoni gli amici al loro destino. Pentimento? Collaborazione coi giudici? Improbabile: quando si verificò il primo suicidio per «Tangentopoli», il re di Ancona ebbe a dire: «Uomini senza co¬ raggio, io non mi arrenderò mai». E lo stesso avvocato Squillace, a cui Longarini ha passato il comando generale della società di calcio, delle Gazzette, delle imprese, di tutto in pratica, aggiunge che le risposte fornite al giudice dal Ragioniere difficilmente potrebbero inserirsi «nel filone negativo in voga in questo momento». E' amareggiato, il re di Ancona, per gli attacchi dei nemici e le prese di distanza di tanti ex amici? Ha saputo delle dichiarazioni di Forlani? L'avvocato Squillace glissa: «Non è una novità quella rivelata dal segretario della de». «L'ultima volta che è stato in Ancona - ricorda i due si incontrarono e, davanti ai redattori della Gazzetta, Forlani disse: "Longarini non mi ha mai chiesto nulla"». A sentire l'avvocato, però, il Ragioniere ha gradito molto gli attestati di solidarietà degli imprenditori, anche di parte avversa. E gli attacchi del pds, il «Libro bianco» di Eugenio Duca? Squillante taglia corto: «Avremmo potuto querelarlo dieci volte. Ma non crediamo che questi siano i sistemi giusti per appianare le polemiche». Francesco La Licata Il «re del cemento» Edoardo Longarini

Luoghi citati: Ancona, Montacuto