LA SALLE
LA SALLE LA SALLE Fischietto, castagnaccio e palle di neve, poi venne la guerra La rubrica è aperta a chiunque, voglia inviare una vecchia fato di scuola. L'indirizzo è «Compagni di scuola» - Torino Sette, La Stampa, via Marenco 32, 10126 Torino. CI scrive Peppino Cassinelli, classe 1926, torinese, di genitori albesi, (abita in corso Quintino Sella 9), che andava a scuola all'Istituto La Salle, di via Ludovica 14, in collina. L'istituto c'è ancora, allo stesso indirizzo. Cassinelli, dopo il diploma di geometra ha fatto sempre il rappresentante di legnami per mobili e edilizia. «Per un soffio, nel dopoguerra non partii per la Terra del Fuoco con l'impresa Recchi. Ma ci pensai su e dissi no. Di avventure ne avevamo avute abbastanza durante cinque anni di guerra. Di quelli delia foto siamo rimasti in tre a lavorare ancora. La fotografia, è della turbolenta classe la B (media), del lontano anno 1938, che contava ben 44 allievi (4 gli assenti) magistralmente diretti da fratel Savino, sotto lo sguardo vigile del nostro direttore fratel Florido, di nome e di «figura». Iniziamo con l'appello: Acchiardi: presente! Aghemo: presente! Bernardi... Berta... Bertone, Benerecetti, Bianco, Biffi, Brunatti, Cibrario, Crivello, Del Mastro, Di Lorenzo, Fagiotti, Ferrerò, Gallizio, Gribaudi, Gilardi, Giustetto, Maffeto, Martano, Maserati, Montarla, Pugno, Raule, Remogna, Robbiano, Ronco, Rosino, Rosso Giovanni, Rosso Francesco, Sanvito, Stalla, Taroni, Tos... Vannini: presente! Vigna: presente! Guanti eravamo... Ogni giorno un viaggio di un'oretta suddivisa in due scarrozzate in tram: il 9 dalla Stazione Dora al Centro, quindi trasbordo sul 20 che mi lasciava al capolinea su in cima a via Villa della Regina. Orario di scuola: ore 7 Santa Messa, ore 7,30 ricreazione, quindi al colpo di un fischietto, tutti in classe per mezz'oretta di catechismo, poi lezioni fino alle 17,30. D'inverno, a quell'ora era già buio, eppure dopo le nevicate, riusciamo ad organizzare una battaglia a palle di neve, oppure una gara di slittini, con sotto il sedere la cartella di cuoio. Il sabato poi, la scuola terminava alle dodici e fuori ci attendeva l'omino della farinata, del castagnaccio e, dolci tentazioni, i cannoli ripieni di crema e cioccolato: sedici soldi... ma chi li aveva? E venne la guerra che ci disperse come gregge colpito dalla folgore: sfollamento, bombardamenti e drammi personali raccontati nel corso della prima Agape post bellica, increduli e felici di ritrovarci ancora insieme dopo lo scampato pericolo. Queste riunioni continuarono nel tempo e segnarono come un calendario, anno dopo anno, le nostre tappe felici ed ahimè anche quelle infelici. Già allora la sofferta ricerca di un posto di lavoro ha condizionato le nostre aspirazioni intrufolandoci qua e là nelle aziende più disparate: alla Fiat Auto, Fiat Lubrificanti, Agenzia di Viaggi, Michelin, studi professionali e anche un bookmaker con tanto di sala corse! In sintesi al termine degli studi potevamo contare: due ingegneri, un medico ospedaliero, un dottore in scienze commerciali, una dozzina di ragionieri e gli altri geometri». I vecchi compagni - dopo La Salle passati al San Giuseppe - si trovano a cena, tre volte l'anno da sempre. «Quest'anno celebriamo i 50 anni dalla fine del primo ciclo di studi nel '42. Ma abbiamo deciso che quando saremo solo più in quindici, smetteremo gli incontri, per non intristirci per i troppi assenti». Renato Scagliola
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