Meliga Trekking

Meliga Trekking Meliga Trekking La legge è uguale sia per uno Sheraton che per una trattoria con alloggio. Geniale. Quindi le locande della provincia, con poche camere per pas seggeri occasionali con poche pretese, sono spa rite. E' il progresso. Il percorso ferroviario da Villafranca Piemonte a Moretta e assolutamente impraticabile, sepolto da gaggie e piante di more perfettamente parallelo alla strada. Quindi asfalto, orribile. Moretta ha un centro delizioso, ben sistemato, con castello, parrocchia barocca, portici, canali tra le case. Magnifico il grande santuario di Nostra Signora del Pilone, all'ingresso del paese. Nei bar si parla della caccia. A proposito della politica sono spicci: «Mah, tanto è tutta una mafia». In quasi tutti i paesi organizzano un palio dei borghi. Una pestilenza. Manifesti con serate di liscio dappertutto, insieme alle ordinanze del sindaco che impone la pulizia dei fossi e il taglio di «siepi, cespugli e rosai che sporgano sulla pubblica via». Dopo Moretta, superata la magniloquenza degli stabilimenti della Polenghi Lombardo, immane caseificio, la ferrovia è quasi pulita. Si vede che qualcuno ha tagliato i rovi. Forse i guardiacaccia o i cacciatori (cartucce a terra), visto che la zona è un'«Azienda Faunistico Venatoria». Grandi campi di soia, quasi gialla, melighe, prati di trifoglio, gli ultimi fieni. Poche le vacche al pascolo. Ogni tanto cespi di uva americana inselvatichita con grappoli asprigni. Riposo all'ombra di un piccolo filare di noci. Alla lunga la ferrovia diventa noiosa. In territorio saluzzese cominciano le piantagioni di mele, pere, pesche, kiwi, pianta maleodorante, antipatica. Impianti di irrigazione a goccia, come nel Negev. Vicino ai grandi allevamenti bovini, minacciati dalla Cee, immensi letamai sono alimentati dagli elevatori che escono direttamente dalle stalle. La frutta caduta tra l'erba, non raccolta, marcisce e fermenta con odori penetranti. Passano trattori turbodiesel 150 cavalli, condotti da ragazzotti con lo stereo a tutto volume. I camionisti (non tutti si capisce), che trasportano frutta o trinciato di mais hanno il telefonino. Dopo Saluzzo procedere fuori dall'asfalto è un problema, nel dedalo di proprietà e piantagioni. Si scopre tra l'altro la complicata rete di irrigazione, il mondo vitale delle acque, organizzato meticolosamente da secoli, con orari precisi per ognuno, una rete immensa di fossi, canali, bealere, con centrali di smistamento, saracinesce da chiudere e aprire alla data ora, pozzi, pompe. Il fragore della cartiera di Verzuolo si sente a chilometri di distanza. Questa non è più campagna, è industria agricola, con enormi magazzini frigoferi, esportazioni in tutta Europa, investimenti, ville, Mercedes. La trattoria Ceretto, è tradizionale sosta tra Cuneo e Saluzzo, da quasi un secolo. Prima era anche stallaggio, adesso è un buon albergo dove si mangia bene, e si beve Quagliano, vino dolce a bassa gradazione alcolica prodotto sulle colline di Costigliele. I carrettieri che andavano al mercato di Saluzzo partivano a mezzanotte da Cuneo e a metà strada il cavallo si fermava da solo a Ceretto per la colazione. Bellissimo il centro storico di Busca, case patrizie, il convento, il Municipio con la sua bizzarra torretta neogotica. Bella stra¬ da sterrata di fianco al torrente Grana che scorre in una forra profonda venti metri più in basso. La campagna è cambiata. Meno frutta, più mais, prati irrigui, soia e tanti fagioli borlotti. Cuneo è a 17 chilometri. Ospitale l'Osteria d'Oriente a Castelletto di Busca, vecchia di 70 anni. Dopo il Bosco di Busca, le frazioni San Pietro del Gallo ePassatore sono già Cuneo. All'improvviso, dopo dieci chilometri d'asfalto e uno che chiede «Ma perché va a piedi a Cuneo? Ha fatto un voto?», si sbuca sulla provinciale che viene da Caraglio, quasi sul viadotto Soleri, intasato di traffico, saturo di gas di scarico. E finalmente il caffè tra gli stucchi dorati di Arione, in piazza Galimberti. Le camerierine guardano un po' storto il viandante male in arnese. Renato Scagliola g ti li P La legge è uguale sia per uno Sheraton che per g una trattoria con alloggio. Geniale. Quindi le locande della provincia, con poche camere per pasti seggeri occasionali con poche pretese, sono spali rite. E' il progresso. Il percorso ferroviario da Villafranca Piemonte a Moretta e assolutamente impraticabile, sepolto da gaggie e piante di more perfettamente parallelo alla strada. Quindi asfalto, orribile. Moretta ha un centro delizioso, ben sistemato, con castello, parrocchia barocca, portici, canali tra le case. Magnifico il grande santuario di Nostra Signora del Pilone, all'ingresso del paese. Nei bar si parla P della caccia A proposito della politica sono spictrattori turbodiesel 150 cavalli, condotti da ragazzotti con lo stereo a tutto volume. I camionisti (non tutti si capisce), che trasportano frutta o trinciato di mais hanno il telefonino. Dopo Saluzzo procedere fuori dall'asfalto è un problema, nel dedalo di proprietà e piantagioni. Si scopre tra l'altro la complicata rete di irrigazione, il mondo vitale delle acque, organizzato meticolosamente da secoli, con orari precisi per te imesa di fiMeliga Trekking )RETTA ,q pche qualcuno ha tagliato i rovi. Forse i guardiacaccia o i cacciatori (cartucce a terra), visto che la zona è un'«Azienda Faunistico Venatoria». Grandi campi di soia, quasi gialla, melighe, prati di trifoglio, gli ultimi fieni. Poche le vacche al pascolo. Ogni tanto cespi di uva americana inselvatichita con grappoli asprigni. Riposo all'ombra di un piccolo filare di noci. Alla lunga la ferrovia diventa noiosa. In territorio saluzzese cominciano le piantagioni di mele, pere, pesche, kiwi, pianta maleodorante, antipatica. Impianti di irrigazione a goccia, come nel Negev. Vicino ai grandi allevamenti bovini, minacciati dalla Cee, immensi letamai sono alimentati dagli elevatori che escono direttamente dalle stalle. La frutta caduta tra l'erba, non raccolta, marcisce e fermenta con odori penetranti. Passano ,qanche stallaggio, adesso è un buon albergo dove si mangia bene, e si beve Quagliano, vino dolce a bassa gradazione alcolica prodotto sulle colline di Costigliele. I carrettieri che andavano al mercato di Saluzzo partivano a mezzanotte da Cuneo e a metà strada il cavallo si fermava da solo a Ceretto per la colazione. Bellissimo il centro storico di Busca, case patrizie, il convento, il Municipio con la sua bizzarra torretta neogotica. Bella stra¬ p pe uno che chiede «Ma perché va a piedi a CuneoHa fatto un voto?», si sbuca sulla provinciale chviene da Caraglio, quasi sul viadotto Soleri, intasato di traffico, saturo di gas di scarico. E finamente il caffè tra gli stucchi dorati di Arione, ipiazza Galimberti. Le camerierine guardano upo' storto il viandante male in arnese. Renato Scagliola