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IL RITORNO DI MAGALOFF Unione musicale IL RITORNO DI MAGALOFF Mercoledì in un concerto pieno di belle sorprese IECCO a Torino uno degli pianisti più amati dal pubblico. Nikita Magaloff da decenni delizia gli appassionati di musica e a ottant'anni suonati non finisce di stupire. L'eleganza e il senso della misura, da sempre le sue peculiarità più spiccate, si insinuano in ogni pagina con naturalezza, dissimulando in modo assai intelligente il lungo e sapiente lavoro cbe è alla base di ogni grande esecuzione musicale. Magaloff risponde ancora una volta all'invito dell'Unione Musicale e mercoledì 7, alle 21, nell'Auditorium Rai presenta alcune pagine non molto frequentate, in un itinerario che appare disseminato di belle sorprese. Il «grande vecchio» comincerà con una trascrizione che Dinu Lipatti fece della «Pastorale» di Bach. Questo esordio accattivante spianerà la via alla successiva «Grande Sonata in do maggiore op. 24» di Cari Maria von Weber, che comprende un «moto perpetuo» nel movimento conclusivo. Sarà interessante ascoltare in che modo Magaloff risolverà i problemi di colore che, come sottolinea Fiero Rattalino, contrassegnano il pianismo weberiano. Seguiranno le «Tre romanze op. 28» (in si bemolle minore, in fa diesis maggiore, in si maggiore) di Robert Schumann, il cui carattere contrastante forma un collage perfetto, di sicura presa sul pubblico. Interessante fra l'altro la soluzione tecnica proposta dalla seconda, a causa del tema eseguito con i pollici. Ed ecco, per chiudere la serata nella marnerà migliore, una bella escursione nel pianismo francese. Prima sarà proposto Debussy, con «La plus que lente», un valzer volutamente scanzonato, una sorta di «divertissement»: tale carattere del brano trova riscontro anche nel fatto che l'editore Durand ne commissionò una trascrizione per orchestrina da «caie chantant». E poi, come ciliegina sulla torta, lo «Scherzo-valse» di Emmanuel Chabrier, tratto dalle belle «Pièces pittoresques». Leonardo Osella