Versace veste la donna da soldato di Antonella Amapane

Versace veste la donna da soldato Lo stilista ha chiuso insieme con Armani le sfilate per la moda primavera-estate '93 Versace veste la donna da soldato E a Milano collezioni debuttano le sorelle Bolkan MILANO DAL NOSTRO INVIATO Siamo all'ultimo round. Le giornate milanesi si sono concluse ieri notte con i due grandi della moda a confronto: Gianni Versace e Giorgio Armani. Nel pomeriggio si è saputo che Versace ha invitato la figlia del presidente argentino Menem e una schiera di campioni: dai calciatori del Milan Gullit, Maldini, Lentini allo sciatore Alberto Tomba. La possibilità che arrivi anche Elton John, suo affezionato cliente, è molto remota. In compenso non mancano le top model al completo: dall'astro nascente Eva Erzegova alle famose Carla Bruni, Linda Evangelista, Naomi Campbell. Nella lista degli invitati di Armani spiccano i nomi di Tiziana Fabricini, Claudia Cardinale, Ornella Muti, Gae Aulenti, Inge Feltrinelli, Valentina Cortese, Giorgio Forattini e Rosellina Archinto. Con questo ristretto gruppo è prevista dopo, in forma privata, una cena a casa dello stilista. Sugli abiti trapelano poche notizie. Versace s'ispira alle vacanze esotiche Anni Settanta, a certe uniformi militari del 1600 e del 1700, alle tenute da amazzone, mentre le linee e i tagli assumono un aspetto contadino, quasi primitivo. Da Armani la volontà di uscire dagli stereotipi si traduce in modelli che hanno il sapore delle etnie nordafricane e orientali, dove si usa l'abito per incorniciare il viso femminile. La giacca a triangolo si indossa col pigiama di seta a righe, oppure con pantaloni affusolati e gilet morbidi. Il gioco sta nella rivoluzione delle proporzioni, nel contrasto dei tessuti e delle sfumature dei beige duna. Fra le tante collezioni, una in particolare ha entusiasmato compratori e giornalisti. Quella di Fendi, disegnata dal geniale Karl Lagerfeld, a cui va anche il merito di aver rilanciato la Maison Chanel. Per Fendi lo stilista ha immaginato una donna in abiti popolani, cupi e svasati, ma soprattutto trasparenti. E sempre di trasparenze si parla per i pantaloni di velo, portati sotto lunghe giacche. Mentre al fondo di certi calzoni spicca una punta di tessuto come fosse uno strascico. La pelle e gli Anni Settanta sono i due filoni più ricorrenti. Persino una griffe come Gucci si è fatta coinvolgere dalle atmosfere hippy, proponendo pantaloni in camoscio a vita bassa e zoccoli a zeppa con tomaia impreziosita dal suo morsetto dorato. Nazareno Gabrielli punta su sahariane in daino e giubbotti in lucida nappa per accostarli a pantaloni cavallerizzi e chemisier lunghi e scollati. Da Trussardi invece arrivano le giacche in pelle sagomate, con due borsette antiscippo. Alle sfilate di Milano collezioni anche due nomi famosi: Sonia Bogner - sorella di Florinda Bolkan e moglie dell'industriale tedesco Willy Bogner - e Laudomia Pucci. La figlia di quel mitico Emilio che rivoluzionò l'abbigliamento negli Anni Sessanta con le sue fantasie caleidoscopiche. Entrambe hanno scelto Milano come trampolino di lancio nel mondo della moda. Sonia Bogner è in compagnia di Florinda che le somiglia in modo impressionante. «Le faccio da balia», dice scherzando l'attrice. Tutte e due vestono allo stessa maniera: tailleur pantaloni e giacca a doppiopetto. Ma non è una divisa. «Creo abiti per donne che lavorano. Cerco di far convivere eleganza e praticità. Uso soltanto tessuti italiani fra i più raffinati. Le idee mi vengono proprio parlando con Florinda delle nostre esigenze», racconta con un vago accento brasiliano la stilista quarantenne. La Bolkan conferma: «Ero sempre alla ricerca di un'abbigliamento internazionale, ricercato, ma semplice al tempo stesso. E lo trovavo soltanto in America. Ora con i vestiti di Sonia ho risolto i miei problemi. E, come me, tante altre donne», spiega la famosa protagonista di «Anonimo Veneziano» che a giorni vedremo sugli schermi di Canale 5, mentre con Carol Alt interpreterà il film di Risi «Missione d'amore». Antonella Amapane Florinda Bolkan (a sinistra) con la sorella Sonia Bogner, stilista

Luoghi citati: America, Milano