«Per banche e notai controlli più severi»

«Per banche e notai controlli più severi» Il ministro Mancino all'Antimafia «Per banche e notai controlli più severi» «Così conosceremo tempestivamente compravendite e società sospette» ROMA DALLA REDAZIONE Notai e banche, affari e atti patrimoniali, nel mirino del ministro dell'Interno. Nicola Mancino propone, come misura importante di contrasto antimafia, «l'introduzione normativa dell'obbligo, per notai e pubblici ufficiali roganti, di notifica ad un organo da definire di ogni atto di disposizione patrimoniale e di costituzione di società, per avere la possibilità immediata di controllo e di verifica». L'intento del ministro è palese: snellire un sistema di controllo per consentire agli organi investigativi e alla magistratura di conoscere tempestivamente particolari di transazioni d'affari, atti di compra-vendita e costituzioni di società. L'obbligo della notifica, infatti, consentirebbe un'agile consultazione del panorama generale degli atti, non vincolata all'esistenza preventiva di un'inchiesta. Poi, il ministro ha specificato che questo organo da definire non sarebbe una nuova autorità, ma un organismo già esistente. L'occasione è stata offerta al ministro dalla seduta d'insediamento della nuova commissione parlamentare antimafia. Nel corso dell'incontro Mancino ha anche chiesto la collaborazione «finora fievole ed estremamente sporadica» del sistema bancario. ((Anche in questo campo - ha detto Mancino - sarà opportuna una riflessione per un eventuale adeguamento normativo». Secondo il ministro è opportuno «superare difficoltà interpretative e mobilitare nuove energie». E per coinvolgere profondamente gli operatori finanziari «nell'azione volta ad individuare modalità, procedure adeguate e strumenti adatti a colpire la ricchezza di dubbia provenienza», Mancino intende organizzare un convegno nazionale d'intesa con la Banca d'Italia, l'Abi e il Banco di Napoli. A San Macuto, sede dell'Antimafia, è intervenuto anche il presidente del Consiglio. Il suo è stato un invito alla commissione ad occuparsi di legge elettorale. «Mi permetto sommessamente - ha detto Giuliano Amato, rivolto ai parlamentari - di darvi il suggerimento di interessarvi di meccanismi di elezione del sindaco ed anche della legge elettorale nazionale». Secondo il presidente è questo uno dei temi più importanti del momento: quello di affrontare «dal vostro particolare punto di vista» ciò che si sta facendo in Parlamento per rivedere le leggi elettorali e l'assetto istituzionale, al fine di «verificarne la maggiore o minore idoneità a sterilizzare le infiltrazioni mafiose». Amato ha esortato la commissione a valutare «le soluzioni delle quali si parla per esprimersi circa il potenziale di difesa che una soluzione può dare rispetto ad un'altra». Tale precauzione, secondo il presidente, non vale solo per l'elezione diretta del sindaco ma «anche per le leggi elettorali nazionali». «Perché è sbagliato - ha aggiunto Amato - che si rivedano meccanismi istituzionali che poi sono quelli che sono, e ci si debba mettere dentro, ex post, una pezza antimafia, che finisce per creare problemi». Amato, infine, ha affrontato il tema «delicatissimo» dell'applicazione delle misure di prevenzione. Il presidente ha ricordato di essere stato «in punta di diritto contrario a queste normative e di averle dovute accettare». Secondo Amato, visto che i giudici decidono ormai esclusivamente sulla scorta di prove certe, c'è la necessità di rivedere e riconsiderare questo istituto. «Noi - ha concluso - come governo lo vogliamo fare, ma vorrei una valutazione della Commissione antimafia». L'idea di Amato, ma soltanto a livello di ipotesi, è quella di ricondurre le misure di prevenzione ad atti «motivati di polizia».

Persone citate: Giuliano Amato, Mancino, Nicola Mancino

Luoghi citati: Napoli, Roma, San Macuto