Craxi, nuove bordate contro i giudici di Augusto Minzolini
Craxi, nuove bordate contro i giudici Nel mirino gli arresti in Abruzzo. Il segretario socialista ne ha parlato con Scalfaro Craxi, nuove bordate contro i giudici «Certi fatti non si verificano neppure nelle dittature» ROMA. «Ci sono stati episodi ad opera di magistrati che non si verificano neppure in regimi dittatoriali»: quando i membri dello stato maggiore del psi ieri mattina hanno sentito Bettino Craxi pronunciare queste parole, hanno capito che c'era nell'aria l'ennesima scaramuccia tra il leader psi e i giudici. I «casi» in questione sono stati gli arresti in massa della giunta regionale abruzzese e i mandati di cattura spiccati dalla magistratura napoletana nell'inchiesta sul «voto di scambio». Craxi ha messo l'argomento al centro di una lunga disquisizione sui fenomeni che stanno portando il paese alla rovina, alla destabilizzazione. E dopo aver parlato di quei «forsennati» delle leghe è arrivato al solito punto dolente «dei giudici», ponendo un interrogativo: che fare? Quasi un grido di allanne quello di Craxi, lanciato anche alle altre forze politiche per un fenomeno che, secondo lui, può stravolgere il sistema. Un'analisi che i suoi interlocutori hanno condiviso in buona parte. Qualcuno in quella riunione è arrivato anche a commentare con parole ironiche i diversi raids che i magistrati milanesi, specie Di Pietro, hanno fatto in altre città come Roma: «Agiscono - ha detto - come una superprocura». Ma poi, proprio sul che fare, il discorso si è arenato sulla constatazione, fatta dallo stesso Craxi, che le forze politiche sembrano poco sensibilizzate sui ri¬ schi che si nascondono dietro a queste vicende. «C'è poca coscienza - ha detto il segretario socialista, vestendo i panni del profeta che predica nel deserto nelle forze politiche su questi fatti degenerativi. Che fa ad esempio il pds? Si illude quando pensa di poter approfittare di quello che sta avvenendo. Io sarei disposto a combattere da solo la battaglia per difendere la legalità. Sono pronto a scendere in campo da solo». Ma mentre il segretario socialista ha cominciato a rimuginare sull'ipotesi di un suo intervento in prima persona, sull'idea di una dichiarazione, sulla falsariga dei corsivi scritti quest'estate sull'Avanti che scatenarono mille polemiche, più di qualcuno dei suoi colonnelli ha avuto il coraggio di trattenerlo. «Tutto quello che dici, Bettino, è giusto - ha detto, ad esempio, il vicesegretario Gianni De Michelis - ma non ti puoi muovere da solo. Se lo fai anche questa volta, saremo tutti perduti». Così, almeno per ieri, il nuovo duello tra il segretario socialista e le procure di mezza Italia ha subito un rinvio. Lo stato maggiore socialista ha adottato una strategia alternativa a quella dello scontro isolato: nelle prossime settimane attraverso i gruppi parlamentari saranno sondati gli altri gruppi politici sul problema, per verificare se è possibile una presa di posizione, non si sa'in quali forme, comune. La questione principale che gli ambasciatori del psi porranno sarà quella dei pericoli che possono derivare dall'assenza di una risposta delle forze politiche alla magistratura su casi come quello dell'arresto della giunta regionale abruzzese. Un caso su cui il psi sa di poter contare sull'appoggio della de. Dell'argomento, comunque, il segretario socialista ha parlato già ieri sera con Oscar Luigi Scalfaro, non si sa con quale esito. Un fatto è certo, a questo punto, la questione diventerà uno dei «leit-motiv» di Craxi da qui al congresso. Ieri i fedelissimi del segretario hanno parlato anche di questa scadenza. Giovedì prossimo la direzione del partito deciderà la data dell'assise, che tutti comunque ipotizzano per la prossima primavera. Un punto, però, non è ancora chiaro: il tipo di riforma del tesseramento da adottare. Ieri sulla proposta di legare l'iscrizione al partito ad un contributo che gli aderenti dovrebbero effettuare versando una quota in percentuale calcolata sul «740», non tutti sono stati d'accordo. Capria, rappresentante dell'opposizione in segreteria, si è mostrato piuttosto scettico. «C'è il rischio - è stata la battuta che ha fatto - che si iscrivano solo pensionati e disoccupati, cioè persone che non possono avere il "740"». Osservazioni che hanno consigliato a tutti una pausa di riflessione. Augusto Minzolini Ma De Michelis lo avverte: questa battaglia non puoi condurla da solo Qui a fianco: Bettino Craxi A destra: Il giudice Italo Ghitti Nella foto sotto: Gianni De Michelis
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