Sui Bot tutti in campo contro Bossi di Alberto Rapisarda

Sui Bot tutti in campo contro Bossi E Scalfaro manda a dire: i partiti devono tornare in sintonia con la società civile Sui Bot tutti in campo contro Bossi Croxi va al Quirinale: bloccare la disgregazione ROMA. Alla fine Scalfaro risponde, anche se in modo indiretto, alla sollecitazioni pressanti perché prendesse posizione contro la Lega di Bossi. Bettino Craxi gli aveva addirittura chiesto udienza per esporgli di persona la necessità di «bloccare la disgregazione». Quell'attacco ai Bot e la tempesta scatenata alla Camera dalla richiesta del governo del voto di fiducia sulla delega su sanità e pensioni avevano arroventato la giornata. E allora, il Presidente della Repubblica ha risposto a tutti attraverso il messaggio inviato al pli che festeggia i 70 anni del partito. «E' assolutamente vitale che i partiti tornino in piena sintonia con la società civile e infondano nei cittadini la consapevolezza della comune responsabilità e l'indispensabile fiducia nella gestione della cosa pubblica» ha scritto Scalfaro. E quest'ultimo invito pare rivolto proprio alla Lega. Il Presidente della Repubblica non ha detto altro, forse per non riattizzare polemiche che erano ieri già violentissime. Le tensioni a lungo covate sono esplose con violenza quando Giuliano Amato ha chiesto ai deputati la fiducia. I sindacati gli hanno subito mandato a dire che lo sciopero generale di martedì prossimo cambia di segno: era stato proclamato, con un qualche imbarazzo, come sciopero contro la manovra economica ma non contro Amato, e ora diventa proprio un'arma puntata contro il governo. Lo stesso pre- sidente della Camera, Napolitano, non ha nascosto il suo disappunto per una procedura che impedisce al Parlamento di correggere il testo del governo. «La Camera aveva fatto la sua parte per garantire tempi certi col voto finale entro sabato 10 alle ore 15» ha detto. Ovvero, la fiducia non era proprio necessaria. Anzi, finirà per allungare i tempi. Ma Amato ha scelto la via spiccia del voto di fiducia (si comincia da oggi e si potrebbe finire domenica) non solo per fare presto, ma soprattutto per impedire che la legge delega venga modificata. E intanto il presidente del Consiglio va avanti per la sua strada incurante della tempesta che soffia fuori da Palazzo Chigi. Probabilmente Amato sa che la tanto discussa soluzione di ricambio al suo go¬ verno è ancora lontana e che quindi non ha nulla da perdere ad osare. Forse la sua ora non è ancora venuta. Certo, lo sciopero generale di martedì (al quale partecipano anche i giornalisti) diventa ora un appuntamento molto più preoccupante per il governo. Dalla sua, Amato ha la migliorata salute della lira e della Borsa malgrado gli inviti della Lega a vendere i titoli dello Stato italiano per acquistare quelli esteri. Contro questa provocatoria sortita ieri c'è stato un coro compatto di condanna contro la Lega alla quale tutti hanno dato, come minimo, dell'«irresponsabile». «Intervenga la magistratura», ha deto Antonio Gava, presidente del gruppo de al senato; «Avventurieri», ha rincarato Gerardo Bianco. I socialisti sono andati oltre e Craxi ha parlato di «attentato alla Costituzione». Non si tratta solo di grida di scandalo. Dietro le accuse di tradimento rivolte a Bossi c'è, trasparente, la discussione aperta sul possibile ingresso anche della Lega (oltre che del pds) nel «governo istituzionale» che sarebbe nella mente di Scalfaro. Ingresso auspicato, ancora ieri, dal repubblicano La Malfa ma avversato con veemenza dai socialisti ed anche da una buona parte dei repubblicani. Bruno Visentin!, dopo mesi di ostentata assenza, è andato ieri alla direzione del pri proprio per dire che a lui un governo con Bossi non piace. E Giovanni Spadolini ha marcato il suo dissenso, con discrezione, disertando la riunione. In effetti, La Malfa è stato l'unico politico benevolo con la Lega, definendo l'operazione contro i titoli di Stato «una gaffe dalla quale sarebbe assai bene che Bossi prendesse le distanze». I socialisti hanno preteso una dichiarazione da Scalfaro. «Sono stupito che non ci sia una risposta al massimo livello» ha detto il capo dei deputati del psi, La Ganga. Di fatto il psi chiede di tener fuori Bossi dalle ipotesi di futuri governi. Resta però da capire se i leghisti alzano ogni giorno il volume delle loro provocazioni proprio per non correre il rischio di essere invitati in un «governo istituzionale». Alberto Rapisarda La Malfa parla di «gaffe». Ma la de è più dura «Intervenga il magistrato» Accanto il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

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