«Contro la mafia 55 nuovi pentiti»

«Contro la mafia 55 nuovi pentiti» Martelli incontra i magistrati a Palermo e fa un bilancio della lotta alle cosche «Contro la mafia 55 nuovi pentiti» Hanno fatto catturare latitanti comeMadonia e Alfieri Proposta sottoscrizione per monumento alle vittime dei clan PALERMO. Ci sono 55 nuovi pentiti delle cosche che hanno iniziato a collaborare con i magistrati dal varo del decreto antimafia dell'8 giugno scorso: pentiti che hanno permesso la cattura di latitanti come Madonia, i Cuntrera, Alfieri e Abbatino, e l'operazione antidroga e antiriciclaggio «Green Ice». A far questo consuntivo è stato il ministro della giustizia, Claudio Martelli, volato ieri a Palermo per incontrare i magistrati di Palermo e Caltanissetta e fare il punto dei risultati della nuova strategia del governo nella lotta a Cosa Nostra. Era accompagnato dal direttore degli affari penali del ministero Liliana Ferrara, da quello per gli istituti di pena Nicolò Amato e dal superprocuratore reggente Giuseppe Di Gennaro. L'incontro si è svolto nell'aula bunker dell'Ucciardone. Martelli ha fatto un bilancio del suo dicastero in tema di lotta alla mafia: dal marzo 1991 al giugno di quest'anno sono ben quattro i decreti legge in termini di normativa antimafia che hanno segnato una svolta nella battaglia contro gli uomini delle cosche. Il ministro ha quindi sottolineato la validità, soprattutto in prospettiva, della Direzione investigativa antimafia e delle direzioni distrettuali per le indagini sui delitti della criminalità organizzata. Il titolare della giustizia si è poi sofferma- to sul «pentimento», quel fenomeno che vari analisti hanno giudicato come tra i più producenti per scardinare dall'interno le organizzazioni mafiose. «E' presto per dire quali effetti abbiano prodotto le modifiche processuali» introdotte, ha riconosciuto Martelli, che tuttavia ha sottolineato come, negli ultimi 6 mesi, 1700 persone siano state arrestate per reati di mafia (617 dall'entrata in vigore del decreto di giugno), e come il 45 per cento dei nuovi ingressi in carcere sia costituito da presunti mafiosi, mentre la popolazione carceraria è cresciuta da 31 mila a 47 mila persone. Il guardasigilli ha insistito sulle sanzioni patrimoniali, osservando che «il sistema vigente è inefficace e inadeguato», tanto che «i Salvo e i Ciancimino conservano tuttora l'integrità del loro patrimonio»: occorre allora recepire le indicazioni di altri sistemi e si deve prevedere con la pronuncia di condanna che l'imputato subisca la confisca obbligatoria del controvalore dei profitti frutto di reato. Sul fronte del riciclaggio, Martelli ha auspicato una maggiore cooperazione internazionale con l'obiettivo di una «continua operazione processuale con altri Stati». Ha detto che «nessuna piazza finanziaria del mondo può oggi ritenersi pura». «Bisogna formare le professionalità dei magistrati - ha aggiunto - adeguandole a questa nuova dimensione internazionale: ospiteremo un magistrato francese e un giudice italiano andrà in Francia». Il ministro ha poi lanciato la proposta di una sottoscrizione internazionale per la costruzione a Palermo di un mausoleo, o meglio di un memorial, un luogo di storia e conoscenza, un centro spirituale, dedicato a Falcone, a Borsellino e a tutte le vittime della mafia. Ha quindi fornito altri particolari dell'azione antimafia, annunciando che, in stretto rac- cordo con la Sip e la Rai, si sta realizzando la possibilità, nei processi di mafia, di interrogare a distanza i testimoni, e che inoltre sta per diventare esecutivo il fondo di solidarietà previsto dalla legge per le vittime delle estorsioni. Dal canto suo Di Gennaro ha affermato che se lo Stato vorrà davvero combatterla e i magistrati accetteranno di «subordinarsi ad un progetto comune», la mafia «si può vincere in uno, due anni». Ha detto di ritenere che «se la mafia è vissuta fino ad ora è perché è mancata la volontà di contrastarla» e, quanto al legame tra mafia e politica, il «superprocuratore» ha sostenuto che ci sono uomini politici che «per avidità si sono serviti dei voti della mafia per diventare sindaci, entrare nei consigli elettivi, nel Parlamento, e dalla mafia si sono così fatti condizionare». Dopo i discorsi Martelli si è incontrato con i parenti dei poliziotti uccisi negli attentati di Capaci e via D'Amelio: Antonino Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani (scorta Falcone); Emanuela Loi, Vincenzo Limuli, Valter Casina, Agostino Catalano e Claudio Traina (scorta Borsellino). Poi ha avuto un colloquio riservato con Maria Falcone e Alfredo Morvillo, sorella e cognato del giudice Falcone, e con Agnese Borsellino, vedova di Paolo. [a. r.] Giuseppe di Gennaro «Lo Stato può vincere Cosa Nostra in 2 anni ora che è spezzata l'alleanza coi politici» I ministro della Giustizia, Martelli, ieri ha incontrato i parenti delle vittime di Capaci e via D'Amelio

Luoghi citati: Capaci, Falcone, Francia, Palermo