Eltsin si vendico, sfratto a Gorbaciov di Foto Ap

Eltsin si vendico, sfratto a Gorbaciov L'ex presidente non va al processo del pcus. Una voce a Mosca: per lui un passaporto Onu Eltsin si vendico, sfratto a Gorbaciov Espropriate la Fondazione e la dacia MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Aveva detto: non vengo. E non c'è andato. E la Corte Costituzionale, che non sa più che pesci pigliare, ha ascoltato altri testimoni, prendendo tempo. «Vedremo più avanti cosa farne di questo testimone», ha detto il presidente Valerij Zorkin, riferendosi a Gorbaciov. Ma Eltsin preparava la sua ennesima vendetta. A sera un succinto comunicato della Itar-Tass rendeva noto che Gorbaciov era stato «espropriato». Il complesso di edifici che, con un decreto presidenziale, lo stesso Eltsin aveva assegnato alla Fondazione Gorbaciov, «diventa di totale proprietà dell'Accademia Finanziaria presso il Governo di Russia». Inclusa la dacia di campagna. Il decreto invita l'Accademia ad «affittare alla Fondazione Gorbaciov uno degli edifici», all'incirca 1000 metri quadrati. Così, con questo incredibile gesto, il Presidente russo ha deciso di far esplodere definitivamente un «caso» che era già fin troppo spinoso. A complicare le cose si è aggiunta la voce secondo cui un emissario di Boutros Ghali arriverebbe questa mattina a Mosca per offrire un passaporto Onu a Gorbaciov. Ma il suo passaporto russo resta chiuso nei cassetti del ministero degli Esteri e per ora non sembra che qualcuno intenda tirarlo fuori e riconsegnarlo al suo legittimo proprietario. Come uscire dal vicolo cieco in cui si sono gettati tutti a testa bassa? Fedotov, uno degli avvocati di Eltsin, ha detto ieri mattina nei corridoi che la sua parte «non è poi così interessata» alla testimonianza di Gorbaciov. Uno dei giudici ha ammesso a mezza voce che la Corte, in fondo, «ha ben poco da chiedere» al testimone. Ma allora perché tanto accanimento? Silenzio. Chi fa la voce grossa è invece Ghennadij Ziuganov, uno degli ex segretari del pc russo: «Noi Gorbaciov lo vogliamo qui, in quest'aula, a tutti i costi. Anche in manette. Se il regolamento della Corte è insufficiente, allora chiederemo di usare il codice penale, per analogia. E se non basterà assedieremo la Fondazione Gorbaciov e lo trascineremo qui con la forza». Hanno il dente avvelenato i comunisti, ma non scoprono niente di nuovo. L'analogia è già stata applicata. Infatti è in base al codice penale di Russia (quello sovietico) che, all'articolo 118, si legge che il rifiuto di testimoniare davanti alla giustizia (ma a quella penale, non davanti alla Corte Costituzionale) prevede oltre alla condanna morale della società - un'ammenda di 100 rubli (già comminata) e, in seconda istanza, i lavori forzati fino a sei mesi. Sembra improbabile che si arrivi a tanto, ma tutto è possibi¬ le, in questo clima da basso impero, usando l'«analogia». Che, per altro, contraddirebbe il nuovo progetto di codice penale ora in discussione davanti al parlamento, dove si ammette il diritto del testimone di non apparire in un processo (penale) in cui è parte in causa. E a proposito di confusione tra leggi e progetti di legge ancora da approvare, c'è da segnalare la sarcastica risposta dell'ufficio stampa di Gorbaciov alle dichiarazioni di ieri del portavoce del ministero degli esteri: «A quale legge si riferiva il signor Jastrzhembskij (per spiegare perché hanno tolto il passaporto a Gorbaciov, ndr)? Alla "legge" sull'ingresso e l'uscita dal Paese, che non è una legge, ma solo un progetto all'esame delle commissioni del parlamento. Non sarebbe meglio riconoscere l'errore, e correggerlo, piuttosto che girare intorno?». E la vicenda si tinge si giallo. Alle richieste di chiarimento di Gorbaciov la Corte Costituzionale risponde con una letterina di poche righe: «Le copie di tutte le risoluzioni della Corte che la riguardano le sono state inviate». Ma tra queste non c'è alcun cenno al divieto di espatrio temporaneo. Chi ha preso allora la decisione? L'ufficio stampa di Gorbaciov dichiara: «Non resta che I concludere che essa è stata presa dal potere esecutivo». Infatti Eltsin ha reso noto, parlando con i giornalisti, di «essere stato informato dai ministeri competenti». Secondo Eltsin, però, il punto di partenza sarebbe stata una richiesta del presidente Zorkin di bloccare Gorbaciov, inviata ai ministeri degli Esteri e della Sicurezza nazionale. Qualcuno non dice il vero. Ma il passaporto rimane «arrestato». Eltsin ha duramente avallato la decisione: Gorbaciov non deve uscire dalla Russia «finché non ritornerà ad essere un cittadino di Russia». Ma la dichiarazione più bellicosa (dopo quella del citato Ziuganov) l'ha rilasciata il ministro della Giustizia di Russia, Fiodorov. Secondo lui l'ex presidente non solo «è rimasto in fondo all'animo un primo segretario regionale del partito, cioè un cinico e un nichilista legale», ma è diventato «un reale malfattore in territorio russo». L'imminente viaggio di Gorbaciov in Italia rischia di saltare: preoccupate le reazioni di molti leader politici italiani tra cui Occhetto, Andreotti e Spadolini, che hanno chiesto azioni diplomatiche di protesta. La Farnesina ha fatto sapere che fin da lunedì l'ambasciatore italiano a Mosca aveva comunicato al governo russo l'auspicio italiano che il viaggio di Gorbaciov potesse avvenire come previsto. Giulietta Chiesa L'ex presidente dell'Urss Mikhail Gorbaciov [foto ap]