Milano, caccia al latitante eccellente di Susanna Marzolla

Milano, caccia al latitante eccellente Inchiesta Tangentopoli: nuovi ordini cattura mentre comincia il processo per l'Ipab Milano, caccia al latitante eccellente E' l'ex vicepresidente socialista delle Ferrovie Nord Dall'inchiesta romana emerge il nome di Formica MILANO. Un latitante, tre arresti: le varie inchieste sulle tangenti in Lombardia, dopo una relativa tregua, vanno di nuovo avanti come rulli compressori. E da Roma, intanto, rimbalzano le notizie sulla «trasferta» del pm Di Pietro: il nome dell'ex ministro Rino Formica sarebbe emerso più volte (non si sa esattamente a quale titolo) durante l'interrogatorio di Zeferino Petrecca, ex direttore generale del ministero delle Finanze, sentito sull'acquisto di due palazzi di Ligresti. Il latitante è uno di quei personaggi di poca apparenza ma di sostanziale potere, almeno nel giro degli appalti pubblici. Si chiama Gianfranco Troielli, è socialista, agente generale dell'Ina a Milano, consigliere di amministrazione delle Ferrovie Nord di cui, fino a pochi mesi fa, era anche vicepresidente. Poprio le tangenti pagate dalle ditte che lavorano per le «Nord» sono alla base del mandato di cattura, emesso due giorni fa e a cui Troielli è riuscito finora a sottrarsi. Seguendo così nell'ordine i suoi due compagni di partito Silvano Larini, architetto, e Giovanni Manzi, ex presidente della Sea. Tre personaggi che facevano tutti parte dello stretto entourage di Bettino Craxi. Un rapporto, quello con il segretario psi, di cui si parlò ampiamente già sette anni fa, quando Troielli finì in carcere accusato di concussione nell'ambito dell'inchiesta sull'Icomec. Da quell'inchiesta, a dire il vero, ne è poi uscito pulito: condannato a sei anni in primo grado è stato infatti assolto in appello, nel giugno dell'anno scorso. Secondo l'accusa, poi respinta in secondo grado, aveva ottenuto tangenti per la ristrutturazione dell'ospedale di Legnano, di cui era presidente. Se la vicenda Icomec gli ha impedito di diventare presidente nazionale dell'Ina, carica cui era stato «designato» dal suo partito, non gli ha impedito di restare ai vertici degli enti pubblici, diventando il vice di Patrizio Sguazzi alle Ferrovie Nord. Quando questi è stato arrestato, il 2 luglio scorso, il vertice è stato azzerato ma Troielli è rimasto in carica come consigliere: un consigliere latitante. Di minore risonanza sono invece i tre arrestati. Il primo è Antonio Colombo, titolare di un'omonima ditta di costruzioni a Lecco, Su ordine della magistratura milanese è finito in carcere per corruzione: avrebbe pagato tangenti a diversi esponenti politici nell'ambito della costruzione dell'ospedale di Lecco, un appalto vinto insieme alla Cogefar-Impresit. Per questa vicenda avevano già ricevuto avviso di garanzia due parlamentari de (Cesare Golfari, Severino Citaristi) e due psi (Pier¬ luigi Polverari e Sergio Moroni, morto suicida). Gli altri due sono stati arrestati a Monza, nell'ambito della locale inchiesta: sono Antonio Basile, consigliere comunale del psi ed ex assessore all'urbanistica, e Stefano Stefanati, architetto ed ex funzionario comunale. Tutti e due sono accusati di concussione. Ma le notizie che potrebbero portare nuovi sviluppi arrivano da Roma, dove Di Pietro martedì aveva interrogato a lungo Petrecca. Il pm milanese si era dimostrato molto informato sull'acquisto da parte delle Finanze di quei due palazzi in via Ripamonti. Era un acquisto che a Milano aveva suscitato non poche polemiche (i palazzi si trovano infatti all'estrema periferia della città e non è certo il luogo più comodo per quanti vogliano accedere alla conservatoria dei registri immobiliari) e su cui i magistrati avevano puntato la loro attenzione indagando sulle attività di Ligresti. Petrecca però non avrebbe saputo rispondere alle precise domande di Di Pietro, spiegando che l'accordo per un tale acquisto doveva essere perfezionato «a livello ministeriale». Da qui il nome di Rino Formica, sotto il cui dicastero la pratica è stata seguita. A quanto si è saputo Petrecca si sarebbe limitato a una spiegazione generale sui meccanismi di acquisto e sui vari ruoli operativi nel ministero: date e cifre, per ora, sono rimaste al di fuori. Ma non è escluso, anzi, che i magistrati milanesi vogliano nuovamente interrogare l'alto funzionario. Mentre prosegue l'inchiesta, si avviano i processi: per la vicenda Ipab sono stati rinviati a giudizio cinque imputati, tra cui l'ex presidente dell'ente, Matteo Carriera. Molti altri invece non andranno al processo, già fissato per il 7 gennaio. Due saranno giudicati con il rito abbreviato mentre undici hanno chiesto e ottenuto il «patteggiamento». Proprio oggi il gip dovrebbe pronunciare la sentenza: saranno queste le prime condanne dell'inchiesta milanese. E intanto nelle banche milanesi si aprono libretti intestati a Comune e Regione con i soldi dei risarciménti danni pagati dagli imputati che hanno patteggiato. Susanna Marzolla Gli imputati risarciscono il Comune e la Regione I loro avvocati aprono i primi libretti in banca A fianco l'ex presidente dell'lpab, il socialista Matteo Carriera rinviato a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sull'ente di assistenza A sinistra il giudice Gherardo Colombo del pool Mani Pulite

Luoghi citati: Lecco, Lombardia, Milano, Monza, Roma