L'immensa manomorta

L'immensa manomorta PERSONE L'immensa manomorta UON segno? La gente spaventata comincia a riflettere su come intervenire attivamente nel disastro economico, a proporre allo Stato in bancarotta possibili risparmi o tagli di spese. «Non sarebbe ragionevole, utile - sostiene una lettrice -, bloccare, sospendere, far slittare la legge sull'istituzione di tante nuove province?». Questa legge, una delle ultime la cui approvazione è stata completata prima delle elezioni del 5 aprile dal governo Andreotti, attribuisce lo status di provincia a Biella, Crotone, Lecco, Lodi, Prato, Rimini, Verbania, Vibo Valentia: «Il che vuol dire nuove sedi, altri prefetti, questori e impiegati, ulteriori spese correnti, mobilia eccetera: un sacco di soldi che per adesso si potrebbero risparmiare. Non dico che quelle città non abbiano diritto a diventare provincia, ma proprio non potrebbero aspettare?». Aspettavano già da un pezzo e una legge, una volta approvata dal Parlamento, è legge, non può essere modificata che da una nuova legge. «Appunto. Non si potrebbe fare?». L'Unione Nazionale Consumatori ha scritto al presidente del Consiglio e ai ministri finanziari per esporre una sua proposta. L'Inps (come altri enti previdenziali pubblici) ha messo insieme, dicono, «una immensa manomorta», un grande patrimonio immobiliare valutato 40.000 miliardi che non serve alla liquidazione delle pensioni. Questi immobili, dicono, sono stati comprati in passato con le eccedenze dei contributi pagati dai cittarlini, e con quelle contribuzioni dello Stato dette «integrazioni»: sono perlopiù immobili di costruzione non recente posti nel centro di diverse città, rappresentano un enorme valore, sia reale sia catastale. Questo patrimonio dovrebbe dare una rendita, dicono, e invece non la dà: dai bilanci la rendita risulta minima, appena lo 0,06%, a causa della pessi gestione, del lassismo nell'esigere gli affitti, dei favoritismi. Argomenta Emanuele Piccali dell'Unione Consumatori: «Dal momento che questo patrimonio appartiene a quei cittadini ai quali si chiede ogni sacrificio, perché lo Stato non lo requisisce, non lo iscrive in attivo in bilancio, non lo vende, non ne cede quote di proprietà? Naturalmente non è un fatto automatico, ci vuole una legge: noi ne abbiamo già steso la bozza, vorremmo farne una proposta di legge d'iniziativa popolare. Piuttosto che continuare a protestare, scioperare o lamentarsi, meglio intervenire: suggerire certe soluzioni semplici alle quali il governo non pensa, o non vuol pensare». Troppo semplici? Che si tratti di buone idee oppure di proposte poco praticabili, certo fa impressione sentirle avanzare adesso: mentre - continuancHraL^ga-^ loppo cattivi esempi e incrirninazioni di ladri di Stato, mentre finiscono sotto inchiesta per tangenti persino massimi dirigenti di quel ministero delle Finanze che ci leva di tasca ogni lira, mentre la estensione, l'entità e la profondità della corruzione e dei furti allo Stato da parte di servitori dello Stato seguita ad apparire incredibile, provoca una nausea soffocante. Fa impressione e persino commuove che, in una simile situazione, ostinatamente, bravamente, ci sia chi pensa in positivo, immagina rimedi pratici, consiglia concreti risparmi: chissà, se lo facessero in tanti, ciascuno riferendosi al settore in cui lavora e di cui meglio conosce abusi e sprechi, magari sarebbe una rivoluzione. Lietta Tomabuoni 11

Persone citate: Andreotti, Lietta

Luoghi citati: Biella, Crotone, Lecco, Lodi, Prato, Rimini, Verbania, Vibo Valentia