E adesso mezzo Comune è sulle spalle dei sindaco

E adesso mezzo Comune è sulle spalle dei sindaco Dopo le dimissioni di 5 assessori psi e psdi la Cattaneo si occuperà del personale, degli sfrattati e del riscaldamento E adesso mezzo Comune è sulle spalle dei sindaco Palazzo Civico verso la paralisi, mentre si cerca una nuova maggioranza Socialisti, democristiani, psdi e pds lanciano un nuovo appello a pri e pli per dar vita a quella «grande alleanza» che dovrebbe risolvere la crisi. E' il risultato del vertice a quattro (de, psi, pds e psdi) che si è svolto ieri nella sala municipale delle Colonne, al termine della giunta nella quale gli assessori socialisti e del psdi si sono dimessi. Da quel momento Giovanna Cattaneo è diventata un sindaco «super assessore»: ha assunto ad interim le deleghe al Commercio, alla Casa, a Cultura, Sport e Tempo libero. Si dovrà occupare di riscaldamento e della gestione del personale, del Patrimonio municipale e delle Grandi opere, ossia di tutti i settori che prima erano del vicesindaco Marzano e degli assessori Matteoli, Lerro, Bonadio e Furnari. Il sindaco ha annunciato che si dimetterà lunedì in Consiglio comunale. Aprendo il conto alla rovescia dei 60 giorni entro i quali o la crisi si risolverà con la formazione di una maggioranza, oppure il Consiglio comunale sarà sostituito dal commissario prefettizio. Sino alla nuova giunta il sindaco e gli assessori rimasti (de, pri, pli, verdi-verdi) gestiranno l'ordinaria amministrazione. Che per Giovanna Cattaneo vorrà dire occuparsi anche degli sfrattati, delle licenze commerciali, del funzionamento della macchina comunale. Un carico di lavoro che potrebbe portare l'amministrazione alla paralisi, tanti saranno i problemi e le carte che si accumuleranno sul tavolo del primo cittadino. «La situazione è difficile, ce ne rendiamo conto - dice il segretario del pds Sergio Chiamparino -. Per questo abbiamo lanciato un nuovo appello ai partiti laici. Hanno tempo sino a lunedì per pensarci. In Consi¬ glio dovranno chiarire, diversamente si assumeranno la responsabilità di non dare una rapida soluzione alla crisi». De e psi domandano: «I repubblicani a Roma, in nome dell'emergenza, chiedono una grande alleanza. Perché a Torino la rifiutano?». Il pri (lo stesso Giorgio La Malfa che lunedì sera ha avuto un lungo colloquio con il snida¬ co) e i liberali fino a ieri hanno respinto gli inviti a sedersi al tavolo della trattativa. Cambieranno idea dopo il Consiglio di lunedì? La risposta della Cattaneo è netta: «Questa crisi non nasce dal disaccordo tra gli assessori su particolari questioni. Non possono accusare i laici di non voler risolvere la crisi. La giunta c'era. Ne vogliono una nuova? Se la facciano». Le dimissioni degli assessori socialisti e del socialdemocratico Furnari dall'esecutivo è stata accolta «con soddisfazione» dai gruppi di minoranza. I Comunisti e indipendenti (una parte fa capo a Rifondazione) osservano che «dopo mesi di paralisi sono un punto di chiarezza necessaria per un minimo di rispetto dei cittadini e dell'elettorato». Il missino Martinat si spinge più in là e annuncia che in Sala Rossa chiederà al Consiglio di sciogliersi «per porre termine al vergognoso balletto e dar voce e voto ad una città che ha bisogno di essere amministrata». Analogo il messaggio dei verdi, i quali, nell'eventualità che non sia possibile una maggioranza di sinistra con la de all'opposizione, suggeriscono d'imboccare la strada delle elezioni anticipate. Giuseppe Sangiorgio li sindaco Giovanna Cattaneo dovrà occuparsi anche della Cultura che sino a ieri era del dimissionario Marziano Marzano

Luoghi citati: Furnari, Rifondazione, Roma, Torino