Sablich: Rai-San Paolo un futuro in Europa
Sablich: Rai-San Paolo un futuro in Europa Si apre domani la stagione sinfonica Sablich: Rai-San Paolo un futuro in Europa Iprogetti del neodirettore artistico concerti radio, in tv e videocassette TORINO. «Riporterò i grandi direttori a Torino? I grandi direttori a Torino sono sempre venuti: da Furtwàngler a Rossi, da Gui a Leitner, da Gavazzeni a Giulini, da Ahfonovitch a Ceccato, da Abbado a Muti, da Maazel a Piètre». Alla vigilia dell'inaugurazione della stagione sinfonica pubblica Rai 1992-93, abbiamo incontrato il nuovo direttore artistico Sergio Sablich. Quarantuno anni, nato a Bolzano, ma fiorentino d'adozione per avervi svolto gran parte della sua attività studentesca e professionale, Sablich, affronta «consapevole dell'enorme responsabilità» l'incarico, «ancor più gravoso se si pensa che succedo a Roman Vlad, Giorgio Pestelli, Mario Messinis ed Enzo Restagno». Sabhch, l'Orchestra Rai, grazie all'«accordo economico strategico» Rai-San PaoloOrchestra Filarmonica di Torino è salva. Si sente sollevato? «Direi proprio di sì. La proposta mi è stata fatta una trentina di giorni fa. Ho accettato con entusiasmo ma anche con preoccupazione. L'orchestra Rai ha un patrimonio inestimabile: quel repertorio sinfonico che deve essere mantenuto e arricchito, nel segno della continuità. Con un occhio alla musica del '900 portatrice di grandi fermenti. Abbiamo il dovere di coltivare il repertorio sinfonico, così come avviene nelle orchestre delle radio tedesca, francese e svedese. Io ho imparato ad amare la musica ascoltando i programmi sinfonici Rai. Voglio che Torino diventi esempio-pilota di come si possa gestire un'orchestra radiofonica. Ma una cosa è certa. Non farò stagioni a tema». Il Coro Rai dì Torino sembra Sergio Sablich destinato a scomparire. Come attuerà il suo programma? «Il coro è una presenza fondamentale. Ho chiesto garanzie affinché il problema sia risolto al più presto e con la massima attenzione. Il mio intento è di far diventare l'orchestra Rai di Torino punto di riferimento anche per i concerti radiofonici». I concerti in tv resteranno un pio desiderio? «No. Spero proprio che le mie richieste in tal senso siano accolte. Penso si possa lavorare ad un progetto artistico e didattico da realizzare con la produzione di videocassette». E con direttori di grande prestigio... «Bisqgna ritrovare antichità d'affetti.1! più celebri sono legati alle ' loro orchestre e viaggiano per il monijìo. Personalmente sono del parere che la vita ili un'orchestra | pubblica debbfc dipendere dallo Stato, ma in Iti ilia la cultura musicale di Stato latita. Ecco perché ho accolto ce i sollievo il sostegno finanziarie della Fondazione San Paolo. la decisione di investire nella, mlsica è una scelta consapevole the contribuisce alla cresciti culturale della società. Ecco terché oggi anche la presenza da grandi direttori dipende dall intervento dello sponsor». Ceccato lascia. Chi gli subentrerà come ! direttore stabile? «Bisogna fare una sciita di fondo. C'è già una rosa dinomi. Entro una quindicina di giorni sapremo chi sostituirà Cbccato». Si aspettava la nomina? «No assolutamente. Ni sono stato sorpreso e lusingati. Ed ora, ripeto, anche un po' preoccupato». Armandc Caruso
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