«Alla Rai propaganda israeliana» di Pierluigi Battista
«Alla Rai propaganda israeliana» POLEMICA NEL GIORNO DEL KIPPUR «Alla Rai propaganda israeliana» Gli ebrei indignati per l'attacco dell «Indipendente» LA pugnalata arriva in seconda pagina. Ed è un colpo che evoca antichi stereotipi, accostamenti maliziosi ed una massiccia dose di ostilità nei confronti degli ebrei e del focolare ebraico: dello Stato d'Israele, insomma, di cui si sottolinea la somiglianza nientemeno che col nazismo, Ce n'è abbastanza perché da parte degli ebrei italiani sia messo sotto accusa il fondo pubblicato ieri dall'«Indipendente» diretto da Vittorio Feltri. Un articolo dedicato alle traversie della Rai dove però, a parere della Unione delle comunità israelitiche italiane, si annida il fantasma dell 'antisemitismo. L'articolo incriminato, a firma di Enzo Carnazza, è un ritratto al vetriolo dei tre canali Rai. «Tre bordelli», come li definisce senza peli sulla lingua l'editorialista. Poi però, inaspettatamente, arriva la digressione dedicata espressamente alla trasmissione curata dall'Unione delle comunità e che Raidue manda in onda ogni due domeniche in seconda serata: «Sorgente di vita». «Una domenica sì e una no», scrive infatti Carnazza, «sui Raidue mandano in onda una reclame filoisraeliana degna dell'Istituto Luce». Robaccia propagandistica, insomma. Materiale buono per volantini e manifesti pubblicitari. Ma il piatto forte arriva subito dopo: «"Sorgente di vita", non l'avete mai vista?», chiede retoricamente Carnazza. Ecco- ne allora una sintesi in versione «Indipendente»: «Che bello, Israele: i campi irrigati, le città ordinate, sembra la Berlino dell'architetto Von Speer, stupenda, tanto i campi di concentramento li mettevano in Polonia». La «Berlino di von Speer», per chi non lo avesse capito, è la Berlino di Adolf Hitler. E' la Berlino immaginata, fantasticata come capitale del Reich millenario da Albert Speer, l'architetto principe del nazismo, il seguace intransigente dello stile neoclassico che progettò il Campo per le adunate Zeppelin a Norimberga, l'uomo che nel 1942 diventò ministro degli armamenti di Hitler e che fu condannato a Norimberga a vent'anni di reclusione. Israele come la Germania nazista, dunque? Gerusalemme dipinta dai curatori della trasmissione di Raidue esattamente come Berlino lo fu dagli apologeti del regime hitleriano? E quel riferimento ai «campi di concentramento» polacchi che conoscerebbero una nuova vita in Israele non è forse un insulto ai figli delle vittime di Auschwitz? Ieri, giorno dello Yom Kippur, gli ebrei italiani erano impegnati a celebrare una delle ricorrenze più solenni del calendario ebraico. Colpito e «offeso» dalla parole di Carnazza, il responsabile della trasmissione «Sorgente di vita» Emanuele Ascarelli ha rimandato a domani, concluso il raccoglimento e la clausura del Kippur, una durissima replica all'articolo ritenuto «antisemita» dell'«Indipendente». «Sbigottita» anche Tullia Zevi, presidente dell'Unione deile comunità israelitiche: «Non è il caso neanche di commentare, non mi metto a discutere proprio oggi con chi usa questo linguaggio». Reagisce invece con durezza Arrigo Levi, editorialista dell'«Indipendente» fino a quando non è diventato direttore Vittorio Feltri: «Che disgusto e che vergogna», commenta Levi, «per chi finanzia e per chi dirige questo Indipendente». E poi: «Se questo è lo spirito leghista, Dio protegga l'Italia». Cosa risponde il direttore Feltri chiamato in causa da Levi? «Car¬ nazza è un uomo la cui fede democratica mi sembra inattaccabile», dice Feltri, «forse avrà usato qualche espressione leggermente disinvolta, ma da qui ad attribuirgli uno spirito antisemita ce ne corre. Mi pare proprio che stavolta gli ebrei abbiano mostrato un eccesso di suscettibilità». «Chiedo scusa a nome del giornale se qualcuno si è offeso, ma voglio ricordare», prosegue Feltri, «che come direttore dell'Europeo feci allegare al settimanale un libro intitolato "Dalla parte di Israele"». Per molti ebrei italiani quest'autodifesa non è sufficiente. Ne riparleranno al termine del Kipppur. Pierluigi Battista
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