«Trentanni, colto, distinto» Ecco l'identikit del maniaco
«Trentanni, colto, distinto» Ecco l'identikit del maniaco delmahiaco «Trentanni, colto, distinto» Ecco l'identikit del maniaco COLTO, sui trent'anni, probabilmente di un'altra città. Questo l'identikit del «mostro» di Foligno che ha ucciso e permesso il ritrovamento del piccolo Simone Allegretti, scomparso domenica scorsa dalla sua casa, grazie ad un biglietto. Il profilo, mentre ancora non c'è alcun indizio per le indagini, è stato tracciato a botta calda dal professor Francesco Bruno, criminologo docente all'università di Roma «La Sapienza». Secondo Bruno, adesso vi è un grande pericolo. «Ci troviamo di fronte ad un mostro, nel vero senso della parola, ad una persona cioè che non è tanto un pedofilo, quanto un individuo che prova piacere ad uccidere. E ad uccidere in quel modo. Si tratta - spiega ancora il criminologo, che ha però precisato che è difficile stilare un identikit con i pochi elementi finora in mano - di una persona con un buon livello cultu¬ rale, e lo dimostrano anche le "precauzioni" prese, ha scritto il biglietto con un normografo. Questo caso si qualifica drammaticamente proprio per questa rivendicazione. Non siamo di fatti di fronte ad un pedofilo, che raramente uccide, o ad un debole di mente che lascia spesso indizi per incapacità». «Questo - aggiunge ancora il docente universitario - è un individuo che prova un piacere sadico sessuale ad uccidere. Ha come oggetto i bambini e quindi è più riprovevole e pericoloso. Il messaggio è una sfida, se potesse comparirebbe con nome e cognome, per questo diventa sempre più audace e potrebbe colpire di nuovo. E' un "serial killer", insomma. Come caso - conclude il criminologo - mi ha fatto pensare a Ludwig, che seminò terrore e morte nel Veneto, nei messaggi c'era la stessa ironia e anche lui aveva usato un normografo per non farsi identificare dagli inquirenti». Secondo il professor Bruno infine potrebbe essere lo stesso che ha compiuto l'omicidio in Puglia, «e purtroppo potrebbe colpire ancora». Sull'orribile fatto di Foligno è intervenuto subito anche il professor Ernesto Caffo, presidente del «Telefono Azzurro» di Bologna: «Non possiamo accettare che un bambino venga ucciso, non possiamo rassegnarci a queste violenze. Quando si arriva a livelli di tale orrore bisogna che tutti reagiscano». Il responsabile della linea telefonica in difesa dell'infanzia e dell'adolescenza ha anche annunciato che nei prossimi giorni si recherà a Foligno proprio per esprimere questa volontà di reagire e dare la sua solidarietà alla famiglia del bambino. «L'omicidio di Simone non deve restare impunito. Non è un mostro che va cercato e neppure una persona con tratti eccezionali - ha detto Caffo -, i responsabi- li di questi delitti sono persone in genere conosciute dalle loro vittime, inserite in una comunità. Spesso il "mostro" si nasconde nella porta accanto e purtroppo non è raro che si trovi nella stessa famiglia. Dobbiamo impedire che anche stavolta l'omicida possa rientrare impunito nella porta accanto per continuare la propria esistenza ordinaria». E magari uccidere ancora. Secondo il presidente di Telefono Azzurro, ancora, «in genere i responsabili di queste azioni hanno già precedenti specifici anche se mai così gravi. Sono persone che esprimono segnali di grande immaturità». Una «mezza pista» per le indagini, questa, un «consiglio» ai magistrati da parte di un esperto. «Certo - ha aggiunto Caffo - i segnali non sono mai delle vere e proprie prove. Ma con correttezza e capacità le prove vanno trovate ed è fondamentale la collaborazione di tutta la comunità». E su quest'ultimo fatto non c'è davvero alcun dubbio: tutti sono pronti a dare una mano per scovare il volto del maniaco assassino. [r. cri.] «Prova piacere ad uccidere e forse già pensa di colpire ancora» 1 Il professor Ernesto Caffo, presidente di «Telefono Azzurro»
Persone citate: Caffo, Ernesto Caffo, Francesco Bruno, Secondo Bruno, Simone Allegretti
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