Milano va alla gogna su Raitre

Milano va alla gogna su Raitre SATIRA E TELEVISIONE Milano va alla gogna su Raitre Poesie e canzoni per irridere i tangentomani AROMA sorpresa, domenica sera su Raitre, Tangentopoli è andata in onda sotto forma di show televisivo, con la prima puntata dello spettacolo «Su la testa!» condotto da Paolo Rossi (anche autore, con Gino e Michele, dei crudissimi testi). Partito in sordina, schiacciato dalla promozione d'altre (sulla carta) più minacciose trasmissioni, «Su la testa!» ha picchiato duro, con una puntata monografica, ai limiti del tormentone, interamente dedicata alla Milano degli assessori e dei politici inquisiti, degli stilisti e delle leghe. Dentro un tendone da circo, tra arredi di ricercatissima desolazione, sotto l'occhio perfido di Malcom X, John Belushi e Stanlio ed Ollio riprodotti in gigantografia, monologhi particolarmente efferati, altissimo tasso di turpiloquio, una sgangheratezza voluta e cercata al punto di risultare leziosa. E alla fine, beffarda e riassuntiva, una canzone di Cochi Ponzoni, ospite della trasmissione, che suona come un ineluttabile «tiè» ai politici sotto inchiesta: «E così, a un bel momento, ole/ c'è lo sputtanamento, ole». Ecco alcuni stralci dai monologhi e dalle canzoncine offerti al pubblico. Bobo Craxi (monologo di Paolo Rossi). «Bobo...è venuto a vedere un mio spettacolo, e ha detto "quello lì è un drogato (che detto da lui poi...) e prima o poi va in galera". Io sono qui, ■ tranquillo, e vorrei ricordare a Bobo il vecchio motto di Zara- thustra: non augurare agli altri quello che potrebbe capitare a te e a tutta la tua famiglia». In Cina (Cochi). «Nel primo mistero gaudioso e generoso di Milano... contempliamo il fatto che non si capisce come s'è visto un sindaco che portava gli amici del bar in Cina a spese del disgraziato contribuente, per stabilire rapporti culturali finalizzati alla propagazione del risotto alla milanese e dell'ossobuco alla metropoli». (Ma questa, a dire il veru, non sembra che la versione più slabbrata di una vecchia battuta andreottiana: «Siamo qui in Cina con Craxi e i suoi cari»). Quiz (di Paolo Rossi). «E' vero o falso che il Comune di Milano affitta appartamenti di sua proprietà in piazza del Duomo alla cifra di favore di un milione al mese? Falso: a degli amici li affitta a 280 mila lire. E' vero o falso che quando i politici sono stati arrestati per le tangenti, e passavano per i corridoi di San Vittore, i detenuti gridavano: bastardi, avete rubato tutto, quando usciamo noi cosa ci resta? Vero, vero. E' vero o falso che il capo della Lega Lombarda di Milano ha cercato di truffare l'assicurazione denunciando l'inesistente furto della batteria della sua automobile? Vero; si chiama Verga, un cognome molto rappresentativo nel suo partito». La strage. Fuori dallo studio (un tendone da circo), intanto, un giovanotto finge di progettare l'attentato: «Taglio due cavi da una parte e due dall'altra, la tenda crolla: 150 morti precisi, una disgrazia sana, senza tribolare con detonatori, timer e servizi deviati. C'è bisogno di una strage, Milano la pretende entro l'anno. Sì, una strage che distolga l'attenzione dai problemi della questione morale». Milano (monologo di Paolo Rossi). «Milano, Milano, città che si espande come un eritema. Berlusconi ha fatto Milano 1, Milano 2, Milano 3, un giorno farà anche Milano 15, un'oasi nel verde a cinque minuti dal centro di Pescara... Milano è cambiata... La città si è fatta il lifting: al lunedì aprono il selciato e rifanno le tubature dell'acqua, alla sera lo richiudono; al martedì aprono il selciato e rifanno le tubature del gas, alla sera lo richiudono; al mercoledì aprono il selciato e rifanno le condutture della Sip, e alla sera lo richiudono; al giovedì non sanno che cazzo fare: aprono il selciato, e alla sera lo richiudono; al venerdì c'è il mercato... Aprendo e richiudendo avete fatto il guaio...». Bossi (imitazione di Paolo Rossi): «Le imitazioni non sono il mio forte ma non ci vuole granché per imitare un pirla». «Bossi è uno dei quattro italiani bocciati alla scuola Radioelettra di Torino». «Dice parolacce, ma non come me: io dico cazzo perché fa parte del mio slang, lui lo dice come archetipo». Segue l'imitazione vera e propria: «Amici legaioli! amici legaioli!» («legaioli siam, legaioli resterem!»). Nuovi comici. Come saranno i comici del Duemila? Rossi e Ponzoni non b~ no dubbi e, in divisa hitleriana, offrono una sinistra anteprima dal «Salone dell'umorismo di Salò»: «C'è gente a Milano che nasce già negra... Com'è che un bianco ovunque nasca è sempre bianco, e invece un nero, anche se nasce a Milano, nasce nero? Perchè il bianco va bene su tutto». Segue canzoncina: «Se maltratti un bel negretto / è una roba naturai / come l'ape fa col fiore / e la stufa fa col gas». Un sogno (di Paolo Rossi). «E Milano aveva una giunta di sinistra vera, coi geometri che facevano i geometri, gli assessori che facevano gli assessori e i ladri che facevano i ladri... e sui muri non c'erano i manifesti della Benetton, ma c'erano, spiaccicati, i Benetton medesimi... e avevano scoperto i colpevoli della strage di piazza Fontana... e io incontravo Craxi e Craxi mi chiedeva scusa. Ma era uno che gli assomigliava, non era lui». Stefania Miretti Rossi: Bobo mi disse che sarei finito in galera. Stia attento lui e la sua famiglia Gino & Michele: testi troppo crudi per la tv? Martelli con Craxi è stato più duro di noi e non è che la sorella di Umberto Bossi abbia avuto più riguardo per il leader leghista I figli degli assessori nascono nelle urne e sono belli gonfi educati, pieni di appalti vanno a studiare in taxi e i libri sono gratis hanno la fidanzata bella, profumata, cantante e con le■giarrettiere I figli degli stilisti nascono made in Italy hanno balie svizzere e cameriere di colore leccano le top model han le narici prensili fan fabbricare mutande in Oriente a prezzi stracciati poi le riportano in Italia, le firmano e le rimettono nei loro negozi a prezzi da orbi e noi coglioni che le compriamo § r «Sai Cochi Ponzoni (qui accanto) A destra, Paolo Rossi Al centro i testi delle due strofe recitate in tv da Cochi Ponzoni Da sinistra il direttore di Raitre Angelo Guglielmi e Bobo Craxi