«Così Israele cederà il Golan a Damasco» di Aldo Baquis

«Così Israele cederà il Golan a Damasco» MEDIO ORIENTE Le alture divise in 3 parti, una siriana, una smilitarizzata e una in affitto a Gerusalemme per 90 anni «Così Israele cederà il Golan a Damasco» Due giornali inglesi anticipano il piano: nessuno smentisce TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il ministro degli Esteri francese Roland Dumas ha concluso ieri in Israele in un clima di moderato ottimismo la sua seconda visita lampo in Medio Oriente in meno di un mese, nel corso della quale ha incontrato il presidente siriano Hafez Assad, quello egiziano Hosni Mubarak e il premier israeliano Yitzhak Rabin. Sempre ieri, in Israele, si sono diffuse voci secondo cui un accordo di principio sul futuro delle alture occupate del Golan sarebbe già stato elaborato da Usa e Russia, grazie anche a buoni uffici francesi. Né da parte francese né da quella israeliana si è avuto ieri alcun indizio che possa corroborare queste informazioni. L'accordo - anticipato nella sostanza dalle riviste britanniche «Middle East Mirror» e «Intelligence Digest», che affermano di basarsi su fonti arabe autorevoli - è di un'eleganza avvincente: in cambio di un formale trattato di pace, Israele si impegnerebbe a riconoscere la sovranità siriana sull'intero territorio del Golan, che sarebbe quindi smilitarizzato. Lungo circa 60 chilometri e largo in media venti, il Golan sarebbe quindi tagliato in tre strisce verticali: quella occidentale (60 per cento del territorio) passerebbe alla Siria; quella centrale (20 per cento) sarebbe presidiata da una forza multinazionale; quella occidentale (20 per cento), da cui si dominano il lago e la città di Tiberiade, sarebbero affittate a Israele per 90 anni. Le uniche armi ammesse nel Golan sarebbero solo quelle necessarie alla difesa personale. Queste informazioni sono apparse in Israele così plausibili che i dirigenti del movimento dei coloni e alcuni deputati di estrema destra sono subito insorti e hanno chiesto a Rabin una cate¬ gorica smentita. Il premier non ha ritenuto opportuno farlo. Inoltre, incontrando una delegazione di cinque bambini residenti nel Golan giunti a Gerusalemme per chiedergli di non acconsentire ad alcun compromesso territoriale, Rabin si è rifiutato di assicurare loro che le colonie in cui vivono non saranno mai sgomberate. A Dumas, i dirigenti israeliani hanno confermato ancora una volta la propria disponibilità a discutere di concessioni territoriali alla Siria solo dopo aver appreso con chiarezza a quale tipo di pace aspiri Damasco, e quali garanzie Israele potrebbe ricevere per la sua sicurezza. Il ministro degli esteri israeliano Shimon Peres ha inoltre sollecitato ancora una volta la Siria a non boicottare più i negoziati multilaterali di pace, condizionando la sua partecipazione a progressi nei nelle trattative bilaterali. Sulla possibilità di organizzare in tempi brevi un summit tra Rabin e Assad, Dumas è stato in apparenza parco di notizie. In una breve dichiarazione alla stampa, il ministro francese ha confermato che il progetto esiste, ma ha negato di essere stato lui a concepirlo e a portarlo avanti. La Siria, ha proseguito Dumas, «è disposta a una pace totale con Israele in cambio di un ritiro totale», una formula che include finora non soltanto il Golan, ma anche il Libano del Sud, Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est. «I siriani - ha conlcuso Dumas si attendono ora una presa di posizione israeliana». Al termine dei colloqui, Peres si è detto piacevolmente sorpreso dalla premura che Assad sembra avere di registrare progressi nel negoziati bilaterali prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 3 novembre prossimo. Aldo Baquis